PESCARA – Seconda udienza ieri mattina del processo Mare – Monti, l’inchiesta sulla strada fantasma di Penne mai portata a termine e bloccata nel 2008 dalla Forestale.Gli imputati che ieri non erano presenti all’udienza devono rispondere a vario titolo di corruzione, truffa e falso; tra gli accusati figurano: Fabio De Santis, ex responsabile del procedimento della strada, Valeria Olivieri, commissario straordinario; Cesare Ramadori, del cda della Toto; Paolo Lalli, direttore dei lavori; Michele Minenna, dirigente ANAS; Angelo Di Ninni, incaricato dalla Provincia di stimare l’incidenza ambientale della variante; oltre a questi imputati figurano anche l’ingegnere Carlo Strassil, arrestato nell’ambito della vicenda il 19 aprile 2010; l’ex presidente della Provincia all’epoca dei fatti Luciano D’Alfonso, e gli imprenditori Carlo e Alfonso Toto.Secondo l’accusa l’appalto sarebbe stato stravolto per renderlo vantaggioso per i Toto.
Nell’udienza di ieri mattina, i rispettivi legali degli imputati hanno chiesto al collegio giudicante guidato dalla presidente dottoressa Antonella Di Carlo, di spostare il processo a Roma, per “ incompetenza territoriale”. Parere contrario invece è stato espresso dal pm Gennaro Varone, titolare dell’inchiesta, il quale ha sostenuto più volte in aula che il procedimento deve restare a Pescara in quanto i reati si sarebbero consumati nel pescarese. In merito a questa richiesta il giudice ha rinviato la decisione al prossimo 13 marzo alle 12 quando si pronuncerà sul destino del processo.