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Pescara: città virtuale

da Redazione

PESCARA – Riceviamo e pubblichiamo la nota del Consigliere comunale del Pd , Enzo Del Vecchio:

la fine di un anno evoca alla mente l’inevitabile chiusura dei conti; quel tratto di penna che segna il confine tra ciò che è stato fatto in una qualsiasi realtà economica e ancor di più nella gestione politico-amministrativa della intera collettività comunale.
Per Pescara a guida del Sindaco Mascia, si tratta anche del terzo Natale che si lascia alle spalle e che segna il termine di metà mandato dando l’avvio alla seconda parte della consiliatura quella che porta alle nuove elezioni.
Il tratto di penna che segna la chiusura di questo bilancio di 30 mesi di governo cittadino è alquanto controverso: da una parte il resoconto giornaliero fornito dalle rotative comunali, dall’altro la vita quotidiana dei cittadini pescaresi alle prese con le angosce ed problemi di questo tempo.
Uno spaccato che si divide la Città tra un racconto di sviluppo e di crescita da una parte e l’altra parte che manifesta disagio per l’immobilismo e l’inconcludenza dell’azione politico-amministrativa di Mascia & C.
Senza far ricorso alla faziosità della contrapposizione politica viene spontaneamente naturale evidenziare di come Pescara viva una duplice vita: quella di uno sviluppo virtuale, tanto cara al Sindaco Mascia, che cela dietro di se le lotte interne all’amministrazione e che in questi 30 mesi hanno regalato alla Città solo annunci e mirabolanti prospettive ancora da venire; quella del declino reale, che vede Pescara ripiegarsi su se stessa priva di una adeguata guida politico-amministrativa ed incapace di tessere un dialogo competitivo con le altre realtà istituzionali di livello superiore.
Trenta mesi per magnificare l’assunzione della Vice-Presidenza del Forum delle Città Adriatiche e dello Ionio o per la candidatura a Città Europea dello Sport 2012 fanno da contraltare ad una evanescente quanto inconcludente presenza sul territorio per promuovere, avviare, progettare e realizzare quanto di necessità per la collettività pescarese.
Non sarà difficile immaginare il Sindaco Mascia impegnare il 2012 verso quanti potranno portarlo sullo scranno di Presidente del Forum delle Città Adriatiche e dello Ionio, altro trofeo da aggiungere al suo personale curriculum che non lo faccia sfigurare nei riguardi di qualche ingombrante predecessore, o ideare qualche altro festival ove riversare preziose risorse finanziarie per la gioia di nuovi o vecchi direttori artistici.
Sarà, invece, difficile vedere il Sindaco Mascia compiegarsi al risolvimento dei problemi di Pescara e dei suoi cittadini; enunciare tutte le questioni aperte sarebbe un lavoro improbo ma, qui, ritengo utile solo soffermarmi sul tema: l’acqua.
Un bene prezioso per la nostra comunità nella sua duplice veste: fiume e mare. Un bene investito di una particolare problematicità e tale da compromettere l’esistenza della filiera economica che su di esso si sviluppa.
Tanto per non dimenticare rimane insoluta la vicenda ripascimento del litorale sud, che lasca aperta una controversia economica con l’impresa che avrebbe dovuto svolgere il lavoro prima ancora del “dilemma” giudiziario di cui non se ne conoscono ancora oggi i contorni e gli esiti.
Ancor peggio è la questione dragaggio della darsena commerciale del porto canale.
Un cantiere aperto il 12 dicembre u.s. e chiuso da parte della magistratura nel volgere di qualche ora che ha potuto registrare da parte del Sindaco Mascia, sin qui, un laconico comunicato stampa nel quale annuncia un “fare sistema” con le altre istituzioni. Proposito miseramente naufragato o meglio ancora mai salpato.
Eppure dal primo cittadino di Pescara ci si attendeva e si attende ben altro.
Il suo estraniarsi dai conflitti sorti circa la qualità dei fanghi da dragarsi e l’assenza di iniziative sulle preoccupanti e terroristiche dichiarazioni rese da esperti del settore, comprese quelle di soggetti incaricati dallo stesso Sindaco di remunerata consulenza in tema di “valutazione e monitoraggio degli inquinanti fisici-chimici-biologici e di proposte di risanamento della costa e interventi di risanamento del fiume”, confermano l’assoluta lontananza dai problemi reali della Città di Pescara.
In questi giorni, poi, la conferma delle analisi svolte dall’ARTA – abruzzese e marchigiana – sui sedimenti da dragarsi e l’indiscussa fiducia da riporsi in questo organismo statale, peraltro lo stesso che segue gli eventi legati agli inquinamenti dei fiumi abruzzesi e della qualità dell’acqua e dell’aria, imporrebbero al Sindaco di Pescara l’immediata attivazione di iniziative forti ed energiche capaci di pervenire ad una soluzione immediata sul futuro del dragaggio delle strutture portuali cittadine.
Purtroppo, e come riporta qualche autorevole rivista nazionale il Sindaco Mascia risulta: non pervenuto:
non pervenuto nella disamina e nell’affrontare le angosce e le privazioni dei cittadini pescaresi;
non pervenuto nel determinare le condizioni minime di crescita e di sviluppo territoriale di Pescara;
non pervenuto nel prefigurare e concretizzare un rapporto di collaborazione e di coinvolgimento con l’Istituzione regionale e nazionale per la ridistribuzione delle risorse finanziarie dei vari fondi disponibili.
La crescita e l’interesse di un comunità dipende molto dalla ambizione di colui che ne assume la guida e, BENCHE’ L’AMBIZIONE SIA UN VIZIO TUTTAVIA SPESSO E’ CAUSA DI VIRTU’ (Marco Fabio Quintiliano)
Peccato che il Sindaco Mascia eserciti il vizio dell’ambizione in chiave personalistica e non nell’interesse della Città.

 

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