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L’analisi di Pescara-Cittadella: il peggior Delfino della stagione

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L’analisi di Pescara-Cittadella, incontro giocato ieri e terminato 2-1 in favore dei Veneti con un Pescara da rivedere in tutte le fasi.

PESCARA – Non è cominciato alla grande, per usare un eufemismo, il mese di Ottobre del Pescara. Il Delfino infatti, nella sfida giocata ieri all’Adriatico, ha perso 2-1 contro il Cittadella offrendo la più brutta prestazione dopo otto giornate di campionato. Inutile nascondersi dietro la classifica corta, uno dei pochi aspetti positivi, visto che i biancazzurri non sono stati all’altezza di un avversario che ha approcciato al meglio alla sfida rendono durissima la vita ai ragazzi di Zeman. Un brusco passo indietro dopo la buona prestazione di Carpi, con annessa vittoria, e le zero reti subite nelle due trasferte consecutive.

L’OTTIMO APPROCCIO DEL CITTADELLA

Ieri, invece, il Pescara ne ha presi due nel giro di diciotto minuti con errori abbastanza grossolani nel posizionamento sui calci piazzati e nell’uscita per la trappola del fuorigioco: il primo gol subito, infatti, arriva dopo ottanta secondi di partita con la difesa statuaria e Adorni che arriva da dietro e stacca colpevolmente libero. Il secondo, se possibile, è ancora più eclatante visto che Zampano, nel tentativo di fare fuorigioco, sale senza che linea difensiva possa seguirlo e Siega si invola da solo, salta Fornasier e col destro incenerisce Pigliacelli. Un Cittadella perfetto nel primo tempo, anzi, quasi visto che un errore difensivo propizia il rigore che Benali trasforma. Il Libico, che ha avuto sui piedi le due occasioni più importanti della partita, è l’unico a raggiungere la sufficienza sacrificandosi e lottando fino all’ultimo minuto.

LA NOTA DOLENTE: IL CENTROCAMPO E LA FASE DI NON POSSESSO

Il punto dolente, in questi casi, non è la difesa ma un centrocampo incapace di fare filtro e fungere da collante tra attacco e difesa. Coulibaly gravemente insufficiente tanto che sbaglia più di venti passaggi solo nel secondo tempo mentre Brugman e Kanoutè non riescono a ripetere la prestazione di Carpi. Il classe 98′ si impegna, recupera anche qualche pallone ma sbaglia molto in fase di impostazione, ha ottimi margini di miglioramento come Del Sole che, però, ieri è apparso un pesce ford’acqua per ottanta minuti, poi Zeman l’ha tolto per giocarsi la carta Cappeluzzo. E Pettinari? L’attaccante che ha messo a segno due triplette nelle prime tre partite sembra essere il lontano parente del giocatore visto che nelle prime giornate, forse paga un po’ la stanchezza con Ganz che scalpita sempre più.

MECCANISMI ANCORA DA RODARE, SABATO C’E’ IL PARMA

Tanti, tantissimi gli errori in fase di impostazione da parte degli uomini di Zeman con i due esterni, Mazzotta e Zampano, incapaci di proporsi salvo qualche sporadica sortita offensiva, dettata dall’inerzia di recuperare il risultato. La squadra di Venturato ha capito subito i punti deboli del Delfino tanto che nella prima frazione si è resa pericolosa proprio partendo dalle fasce, sfruttando le amnesie difensive di un reparto ancora in stato di “lavori in corso”. Cosi vien fuori la seconda sconfitta stagionale, la prima in casa dove il Pescara ha vinto solo una volta. Sabato prossimo c’è il Parma fuori casa e Zeman avrà una settimana di tempo per rodare i meccanismi, ritrovare qualche assente e plasmare questa squadra che, in questo momento, sembra tutto tranne che una compagine Zemaniana.

Fonte foto: Delfino Pescara 1936

Pubblicato da
Alessio Evangelista

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