Pescara

Pescara, Comitato Abruzzese del Paesaggio su demolizione edificio a Borgo Marino Nord

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L’Associazione denuncia la distruzione sistematica del patrimonio storico e  chiede formalmente i nomi dei responsabili di questo scempio unitamente  alle ragioni che ne hanno motivato la scelta

PESCARAIl Comitato Abruzzese del Paesaggio in una nota, di seguito riportata, denuncia la distruzione del patrimonio storico che a Pescara è sempre all’ordine del giorno e avviene nell’indifferenza generale.

“Un’ennesima e apparentemente ingiustificata demolizione del patrimonio architettonico minore, ha interessato due giorni fa il Borgo Marino Nord in via Gobetti.

Uno degli edifici più interessanti e stilisticamente compiuti di ciò che resta dell’ex quartiere marinaro della città è stato demolito a colpi di ruspa.

L’edificio era senza dubbio vetusto e disabitato ma a tutti gli effetti, in buone condizioni statiche, e apparentemente nulla ne giustificherebbe un sì repentino abbattimento. Resta infatti ipotetica anche la potenziale ragione della demolizione. Infatti sul luogo non appaiono né campeggiano informazioni di alcun tipo che permettano di risalire alla proprietà né tantomeno alla ditta appaltatrice o al tipo di intervento in atto, come la legge lo prevede per ogni cantiere, pubblico o privato. Inoltre l’immobile demolito ricade nella zona di PRG B4, completamento e ristrutturazione, nelle Norme Tecniche di Attuazione non è prevista la ristrutturazione edilizia, l’unico intervento edilizio che, secondo il Testo Unico dell’Edilizia (DPR 380/2001 e smi), prevede la demolizione e ricostruzione, bensì solamente manutenzione straordinaria, restauro e risanamento.

Quel che lascia sgomenti i componenti del Comitato, da sempre interessati alla valorizzazione e alla divulgazione dell’architettura storica in Abruzzo, come pure le altre associazioni ambientaliste e parte dei professionisti architetti e ingegneri, è l’insensatezza di una scelta che, se compiuta o avallata dall’amministrazione comunale si rivelerebbe assolutamente illogica, contraddittoria e colpevole, anche alla luce delle iniziative passate e della redazione di un documento di salvaguardia e catalogazione degli edifici di interesse storico e architettonico.

Se si tiene conto infatti che nel 2012 lo stesso comune aveva promosso un concorso di idee per la riqualificazione del quartiere, questo atto risulta ancor più inspiegabile. La meritevole iniziativa denominata Urban Sharing 2, piano di recupero via Gobetti/via Lazio dimostrava infatti una certa sensibilità ed una apparente marcia indietro rispetto alle precedenti amministrazioni che si sono caratterizzate per la demolizione di altri manufatti storici e di rilievo architettonico, come la Centrale del Latte in via Del Circuito.

Questa scelta invece, che sembra riportare il peso sull’altro lato della bilancia, denota una totale indifferenza verso il recupero e la valorizzazione delle radici storico-culturali e urbanistiche della città, a favore di uno spostamento degli interessi coincidente con quello dei privati costruttori ed investitori immobiliari che, va detto, a quelle aree si interessano da anni. Ne è la prova la concomitanza degli stessi eventi verificatisi pochi mesi fa rispetto ad un altro importante riferimento dell’architettura industriale ottocentesca pescarese, la Filanda Giammaria, ugualmente demolita e fulcro delle battaglie che negli ultimi tempi stanno conducendo alcune associazioni locali per la tutela degli immobili superstiti.

Queste due aree sono state al centro dell’interesse delle iniziative del Comitato. Nel 2009 organizzammo una mostra fotografica incentrata sui quartieri e i suoi manufatti architettonici, seguita da un workshop internazionale di progettazione architettonica “Metro-Borghi” patrocinata dal Comune di Pescara, alla quale avevano preso parte con entusiasmo le università di Lubiana in Slovenia e della Florida negli Stati Uniti, di relatori e professionisti di successo.

Il comitato non può che prendere atto di questo atteggiamento sordo nei confronti della protezione e valorizzazione del proprio territorio e denunciare l’incapacità e colpevole silenzio di una politica interessata alla propria sopravvivenza e senza una visione strategica della città.

Dunque l’associazione chiede formalmente i nomi dei responsabili di questo scempio e le ragioni che ne hanno motivato la scelta. E si riserva di eseguire tutti gli accertamenti e attivare le pratiche che si dimostreranno necessarie per fermare questo scempio.

L’amministrazione già troppe volte si è contraddistinta per la mancanza di trasparenza e scelte lesive per la salute e l’interesse pubblico, farebbe bene a dare al più presto notizie di sé”.

 

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