PESCARA – Il Comit
“Un’ennesima e apparentemente ingiustificata demolizione del patrimonio architettonico minore, ha interessato due giorni fa il Borgo Marino Nord in via Gobetti.
Uno degli edifici più interessanti e stilisticamente compiuti di ciò che resta dell’ex quartiere marinaro della città è stato demolito a colpi di ruspa.
L’edificio era senza dubbio vetusto e disabitato ma a tutti gli effetti, in buone condizioni statiche, e apparentemente nulla ne giustificherebbe un sì repentino abbattimento. Resta infatti ipotetica anche la potenziale ragione della demolizione. Infatti sul luogo non appaiono né campeggiano inform
Quel che lascia sgomenti i componenti del Comitato, da sempre interessati alla valorizzazione e alla divulgazione dell’architettura storica in Abruzzo, come pure le altre associazioni ambientaliste e parte dei professionisti architetti e ingegneri, è l’insensatezza di una scelta che, se compiuta o avallata dall’amministrazione comunale si rivelerebbe assolutamente illogica, contraddittoria e colpevole, anche alla luce delle iniziative passate e della redazione di un documento di salvaguardia e catalogazione degli edifici di interesse storico e architettonico.
Se si tiene conto infatti
Questa scelta invece, che sembra riportare il peso sull’altro lato della bilancia, denota una totale indifferenza verso il recupero e la valorizzazione delle radici storico-culturali e urbanistiche della città, a favore di uno spostamento degli interessi coincidente con quello dei privati costruttori ed investitori immobiliari che, va detto, a quelle aree si interessano da anni. Ne è la prova la concomitanza degli stessi eventi verificatisi pochi mesi fa rispetto ad un altro importante riferimento dell’architettura industriale ottocentesca pescarese, la Filanda Giammaria, ugualmente demolita e fulcro delle battaglie che negli ultimi tempi stanno conducendo alcune associazioni locali per la tutela degli immobili superstiti.
Il comitato non può che prendere atto di questo atteggiamento sordo nei confronti della protezione e valorizzazione del proprio territorio e denunciare l’incapacità e colpevole silenzio di una politica interessata alla propria sopravvivenza e senza una visione strategica della città.
Dunque l’associazione chiede formalmente i nomi dei responsabili di questo scempio e le ragioni che ne hanno motivato la scelta. E si riserva di eseguire tutti gli accertamenti e attivare le pratiche che si dimostreranno necessarie per fermare questo scempio.
L’amministrazione già troppe volte si è contraddistinta per la mancanza di trasparenza e scelte lesive per la salute e l’interesse pubblico, farebbe bene a dare al più presto notizie di sé”.
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