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Pescara, Consiglio Regionale: punti nascita, Terna e … scaramucce varie

da Rita Consorte

consiglio regionaleProtesta dell’opposizione contro la decisione della regione Abruzzo di chiudere i punti nascita di Sulmona, Atri, Penne e Ortona, sit-in dei comitati ambientalisti contrari all’elettrodotto, approvazione  della risoluzione del Movimento Cinque Stelle per chiedere al Ministero di riconsiderare l’intervento di Terna .D’Alfonso, annuncia: “ le Commissarie europee alle Politiche regionali ed ai Trasporti, Corina Cretu e Violeta Bulc, saranno presto in Abruzzo”

 PESCARA – Scintille ieri a Pescara per la seduta del Consiglio regionale d’Abruzzo, che era convocato alle 11 e si è aperto con l’assenza di Luciano D’Alfonso. Il presidente della Giunta è arrivato trafelato con tre quarti d’ora di ritardo, sollevando le proteste del centrodestra. È stato in particolare il consigliere regionale di Forza Italia Mauro Febbo a protestare, chiedendo che “si svegli prima il presidente, eravamo convocati alle 11. Si alzi prima dal letto, sennò fa ritardo, e gli fanno le multe”, riferimento alle ammende beccate dal governatore e dai suoi autisti per eccesso di velocità su cui si è scatenata la polemica politica.A quel punto il consigliere regionale del Partito democratico e sottosegretario alla Presidenza, Camillo D’Alessandro, dagli spalti opposti, ha iniziato a protestare e Febbo gli ha risposto: “Se fa ritardo gli diamo l’elicottero”.

D’Alessandro ha ironicamente risposto al consigliere di centrodestra “sì, quello di Forza Italia, quello del tuo partito”, commentando le polemiche degli ultimi giorni con il ‘prestito’ dell’elicottero a D’Alfonso per raggiungere Isola del Gran Sasso (Teramo), mezzo che sarebbe stato prestato al presidente da un dirigente di Forza Italia.

Tutto questo mentre era in atto la manifestazione dei sindaci del comprensorio di Guardiagrele (Chieti) per contestare l’ipotizzata chiusura del reparto di Psichiatria dell’ospedale.

“Siamo qui con altri sindaci e cittadini – ha detto il sindaco di Guardiagrele, Sandro Salvi – per chiedere di non chiudere il reparto e non istituire la ex Opg, oggi Residenza esecuzione misure di sicurezza (Rems), che significherebbe chiudere l’ospedale”.

“Con la nostra protesta vogliamo che la delibera approvata in Consiglio comunale – ha aggiunto il primo cittadino guardiese – venga sottoposta al presidente D’Alfonso e all’assessore alla Sanità Silvio Paolucci“.

Appena aperta la seduta il presidente del Consiglio, Giuseppe Di Pangrazio, ha subito sospeso i lavori e concesso alla delegazione di incontrare, alla sua presenza, D’Alfonso e Paolucci.All’incontro hanno partecipato anche gli amministratori di San Martino sulla Marrucina, Casalincontrada, Rapino, Fara Filiorum Petri, Roccamontepiano, Filetto, Poggiofiorito, Vacri.

“Abbiamo ascoltato le istanze degli amministratori dell’area guardiese – ha poi riferito Paolucci – che incontreremo in un tavolo di lavoro per discutere delle problematiche che ci sono state poste. Non è vero che la Regione ha fatto muro, l’incontro di oggi lo dimostra“.

Il sindaco Salvi ha concluso spiegando di aver “chiesto al presidente e all’assessore di ritirare la Delibera 106 perché l’istituzione della Rems prevedrebbe per legge spostamento di Psichiatria e chiusura di altri reparti. Ora l’istituzione di un tavolo fra le parti rappresenta un primo passo per la risoluzione del problema”.

A freddo ancora D’Alessandro,a proposito delle magliette ironiche sulla chiusura dei punti nascita,con su scritto ‘Vietato nascere’ ,indossate  dai consiglieri di Forza Italia in Consiglio regionale, tra cui lo stesso Febbo:

“Accade anche in politica che i carnefici diventino difensori delle vittime, appare meno credibile quando le presunte vittime si affidano ai carnefici – ha detto – Nel merito dello show di Febbo in Consiglio regionale mi chiedo: dove è stato durante il lungo periodo di commissariamento in cui Gianni Chiodi, contro e sopra la testa di Guardiagrele, senza concordare nulla con i territori, ha moltiplicato atti commissariali, puntualmente oggetto di impugnativa al Tar e puntualmente bocciati, a tal punto che è stato necessario un provvedimento legislativo nazionale per fare salve le decisioni del commissario Chiodi”.

Chiaramente allora Febbo non c’era, e forse invece di indossare magliette di protesta a volte è meglio mettere la maschera”, ha concluso.

Diversi i punti all’ordine del giorno tra i più importanti c’erano quello a firma del consigliere Febbo, riguardante un’interpellanza avente oggetto il Riordino delle partecipazioni societarie nel settore del trasporto pubblico locale .Nell’interrogazione Febbo ha chiesto al Presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, come mai a tutt’oggi non è pervenuto il progetto di fusione in Consiglio regionale e la successiva assegnazione alla Commissione competente nonostante i numerosi ed enfatici annunci riguardo la nascita dell’azienda unica di cui già nel mese di dicembre u.s. si ipotizzava la denominazione Tua, acronimo di Trasporto Unico Abruzzese; se intende , considerati i tempi previsti per portare a termine l’iter, far lavorare il Consiglio regionale contingentando la durata dell’esame continuando così, come è avvenuto in commissione, ad imporre un modus operandi che non è assolutamente idoneo al riordino di un settore quale quello dei trasporti di importanza strategica per il futuro della Regione Abruzzo.
Durante il consiglio regionale il Presidente D’Alfonso, ha preso la parola per comunicare all’intero consiglio regionale quanto segue:
“Tra marzo ed aprile le Commissarie europee alle Politiche regionali ed ai Trasporti, Corina Cretu e Violeta Bulc, saranno in Abruzzo per verificare la consistenza della candidatura della Regione ad entrare nel sistema delle reti di collegamento TEN-T, le reti di trasporto trans-europee”. “L’obiettivo – ha rivelato D’Alfonso – è quello di riuscire a recuperare, in settanta giorni, circa ventitrè anni di vuoto in materia infrastrutturale trasportistica. L’ultima finestra utile per agganciarsi a questo treno risaliva a dicembre 2013 – ha ricordato il presidente della Giunta – mentre il varco nel quale contiamo di inserirci ora – ha proseguito – coincide con l’approvazione del documento della strategia europea per la macroregione adriatico – jonica che ha come relatore di maggioranza l’europarlamentare istriano Jakovcic. Uno strumento programatorio fondamentale di cui andranno precisati gli investimenti – ha affermato – ma, attraverso il quale, riteniamo di poter portare a completamento la dotazione infrastrutturale della dorsale adriatica che, riguardo al piano ferroviario nell’ambito delle reti TEN-T, si ferma ad Ancona. In questo nostro sforzo – ha sottolineato D’Alfonso – siamo sostenuti sia dal ministro Lupi che dalla holding ferroviaria. Quello che mostreremo alle Commissarie europee Bulc e Cretu – ha concluso – è la felice interconnessione che lo snodo ferroviario abruzzese può vantare con il suo sistema di porti e interporti”.
Dopo questa breve comunicazione il consiglio ha ripreso il suo corso naturale tra le interpellanze spiccano quelle del consigliere regionale di NCD Giorgio D’Ignazio, oggetto dell’interpellanza, riguardava : ” Corsi di operatore socio – sanitario – criticità”; chiedendo al Presidente e all’assessore competente i motivi per i quali non si è provveduto ad inserire le infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana tra le figure citate nel documento di definizione della figura di operatore socio sanitario.
Durante il consiglio regionale il consigliere D’Ignazio, ha dichiarato nel suo intervento: “Una ingiustificata disparità di trattamento”, così il Consigliere segretario dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale dell’Abruzzo Giorgio D’Ignazio ha definito l’esclusione delle infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana dal documento che delinea le caratteristiche professionali della figura di operatore socio-sanitario in Abruzzo.
“Finora non era mai stata fatta chiarezza sul tema dell’equiparazione di titoli e crediti formativi per queste figure professionali, che pur essendo attive nel campo dell’assistenza socio-sanitaria, sono state di fatto escluse dal documento e sono soddisfatto che il mio intervento abbia sollecitato un approfondimento sulla problematica”, spiega D’Ignazio durante la discussione della sua interpellanza, presentata per evidenziare le criticità dei corsi di operatore socio-sanitario durante il Consiglio regionale che si è tenuto oggi a Pescara.
“Le volontarie della Croce Rossa Italiana- prosegue D’Ignazio – sono sempre in prima linea nelle emergenze nazionali e nelle missioni umanitarie all’estero, mettendo al servizio dei bisognosi la propria professionalità con grande cura e senso di umanità, non c’è alcun dubbio che meritino le stesse chance formative garantite a tutte le altre figure incluse nel documento ed un equiparato riconoscimento di ruolo e funzioni. Il parere espresso dall’avvocatura regionale per il quale, anche sulla base di un pronunciamento del Ministero della Salute, il titolo di Infermiere Volontarie della CRI sia da considerarsi equipollente a quello di operatore socio-sanitario specializzato conferma la validità del servizio assistenziale prestato”, conclude D’Ignazio.

La quarta ed ultima interpellanza della mattinata è stata presentata dalla consigliera regionale del M5S Sara Marcozzi, oggetto dell’interpellanza ” Futuro Banca Carichieti”, durante la seduta la consigliera ha chiesto al Presidente della Giunta Regionale, Luciano D’Alfonso, per sapere: se ha avuto modo di interloquire con il Governatore Visco rispetto al futuro della Banca CariChieti. Se intende rappresentare ai competenti organi della procedura ed alla Banca d’Italia l’intento della comunità cittadina di mobilitarsi per facilitare un’operazione di recupero della Cassa, se dal caso previa ricapitalizzazione della stessa da realizzare anche con il concorso della Fondazione della cassa di risparmio di Pescara. Se intende accertare l’esistenza di una volontà dell’autorità di vertice del settore bancario di dar corso ad operazioni che possano portare all’ingresso di un nuovo socio nel capitale della Fondazione Carichieti ed infine quali altre eventuali azioni si intendono percorrere al fine di evitare l’assorbimento di Carichieti in grandi gruppi bancari.
Per mancanza del numero legale il Presidente del Consiglio Regionale Di Pangrazio, ha sospeso la seduta ed il consiglio ha ripreso il suo corso naturale solo nel tardo pomeriggio in programma anche una seduta straordinaria del Consiglio Regionale, avente come tema principale “ Stato dei lavori Elettrodotto Villanova – Gissi e provvedimenti connessi”.

Terna illustra il progetto dell’Elettrodotto

I tecnici di Terna Rete Italia hanno illustrato  in audizione presso il Consiglio regionale  il progetto dell’elettrodotto 380 kv Villanova – Gissi sottolineando il fatto che

“l’Abruzzo e’ una tra le regioni italiane con il maggior deficit elettrico, con una differenza tra l’energia richiesta e quella prodotta pari al 33%. A questo si associa una carenza infrastrutturale elettrica che causa una notevole limitazione all’esercizio elettrico fino a un rischio black out per l’area” e che  il  nuovo elettrodotto consentirà di immettere in rete una quantita’ maggiore dell’energia prodotta da un’importante centrale elettrica abruzzese,

I tecnici hanno ricordato che la societa’ ha partecipato a numerosi incontri e assemblee pubbliche con le diverse amministrazioni comunali interessate (Cepagatti, Casalincontrada, Filetto, Orsogna)e  che Terna Rete Italia ha rispettato tutte le prescrizioni impartite dal Ministero dell’Ambiente.

D’Alfonso si è così espresso:

“Faremo tutto ciò che il diritto ci consente. La mia opinione è che l’opera non andava fatta, ma ho ereditato procedure avanzate. Affideremo a una competenza indiscutibile, la presidente del Comitato Via Cristina Gerardis, la lettura ultima della vicenda, sapendo che siamo arrivati al 91/o minuto”.

Da ricordare il  sit-in dei comitati ambientalisti contrari all’elettrodotto e il fatto che il Consiglio è riuscito ad apportare le necessarie modifiche per approvare all’unanimità la risoluzione alla base dell’assemblea straordinaria richiesta dal Movimento Cinque Stelle per chiedere al ministero di riconsiderare l’intervento di Terna valutando ogni iniziativa di competenza compresa la eventuale riattivazione della Vas”.

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