Cronaca

Pescara, controlli nel quartiere Rancitelli: chiuso bar per 15 giorni

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PESCARA – Questa mattina la Polizia di Stato ha notificato al titolare di un bar ubicato nel quartiere Rancitelli il provvedimento di sospensione per 15 giorni della licenza di somministrazione di alimenti e bevande. Il provvedimento di chiusura scaturisce dalle attività di prevenzione e contrasto disposti con continuità dal Questore di Pescara Misiti nelle aree che presentano criticità tra le quali il quartiere in questione, costantemente vigilato dalla Polizia di Stato e dalle altre forze dell’ordine.

A fare scattare la sospensione della licenza per 15 giorni sono stati gli accertamenti svolti a seguito di un intervento della Squadra Volante effettuato la notte tra venerdì e sabato scorso, per segnalazione al 113 di un’accesa lite tra tre persone che molto probabilmente erano uscite poco prima dal bar. L’arrivo tempestivo sul posto degli agenti ha consentito di individuare in via Lago di Capestrano angolo via Tavo, un gruppo di persone tra le quali due giovani corrispondenti per descrizioni al gruppo dei litiganti già conosciuti per i loro precedenti di polizia, sottoposti immediatamente a controllo di polizia. Nel frattempo un’altra pattuglia si è recata nel vicino bar per attingere informazioni, ma lo ha trovato chiuso.

Le immediate indagini della Squadra Mobile hanno permesso di ricostruire l’accaduto: quella sera, mentre nel bar si stava festeggiando un compleanno, vi aveva fatto ingresso uno rom della zona che, visibilmente ubriaco, aveva avuto una discussione ed era venuto alle mani con un altro avventore, spalleggiato, a sua volta, da un pregiudicato della zona. Il rom si era allontanato e gli altri due si erano messi subito sulle sue tracce, ma l’arrivo della Squadra Volante aveva scongiurato il peggio.

Ieri pomeriggio il Reparto Prevenzione Crimine Abruzzo ha identificato tutti gli avventori del bar, trovando all’interno diverse persone con precedenti di polizia tra cui una donna, D.Z.A. di anni 53, arrestata per evasione perché avrebbe dovuto essere a casa in regime di detenzione domiciliare. La Squadra di Polizia Amministrativa della Questura ha svolto gli accertamenti sull’esercizio pubblico e, a questo punto, è scattato il provvedimento di chiusura.

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