Dall’incontro un invito a ripensare, in chiave regionale, i principi di base e le azioni specifiche del carcere
“Sappiamo che i dati diffusi dal Consiglio d’Europa sulla situazione nelle carceri degli Stati membri, al 2012, hanno confermato la gravità della condizione nazionale legata al sovraffollamento delle strutture – ha sottolineato il sindaco Albore Mascia -. E parliamo di un anno prima di quel gennaio 2013, quando la Corte di Strasburgo ha condannato l’Italia per la situazione delle carceri nazionali, dandole tempo sino al prossimo 27 maggio per individuare soluzioni in grado di sanarne le lacune e migliorare le condizioni di vita all’interno delle strutture detentive. L’Italia, nel 2012, presentava numeri inquietanti: 66mila 271 detenuti contro i 45mila 568 posti disponibili, ossia circa 145 carcerati per ogni 100 posti; peggio di noi si trova solo la Serbia, con 160 detenuti per ogni 100 posti. Il problema del sovraffollamento è ovviamente da considerarsi legato ai tempi della giustizia: l’Italia è infatti terza tra i paesi del Consiglio d’Europa per numero di detenuti in attesa di giudizio. E’ dunque necessario osservare la situazione, aumentando lo spazio vitale non solo nelle carceri, ma nella nostra vita quotidiana, portando avanti con forza una politica della prevenzione, anziché della repressione. E’ chiaro che in carcere vanno rispettati e garantiti i diritti della persona, dando ampio spazio al reinserimento socia
[Foto di Michele Raho per gentile concessione]
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