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Pescara: corso di specializzazione per Assistenti familiari

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PESCARA – Lunedì prossimo, 12 aprile, inizierà il corso di specializzazione in Assistenti familiari, promosso dall’Amministrazione comunale di Pescara ed effettuato dall’Enfap, nell’ambito del progetto ‘Vivere Accanto’.

I 40 allievi che lo seguiranno sono giovani, diplomati o laureati e quasi tutti italiani. L’obiettivo che si intende perseguire  è quello di formare personale professionalmente preparato ad assistere e vivere accanto a un anziano o un utente non autosufficiente, creando un terreno di incontro tra la crescente domanda di ‘badanti’ e l’offerta.

L’assessore alle Politiche sociali del Comune di Pescara, Guido Cerolini nel corso della conferenza stampa, di ieri,  convocata per l’inizio del corso, alla presenza del dottor Di Toro dell’Enfap, l’Ente che, vincendo la relativa gara d’appalto, si è aggiudicato il compito di curare l’organizzazione e lo svolgimento dei corsi professionali, ha ricordato:

l’amministrazione comunale  ha promosso un progetto sperimentale di qualificazione del lavoro degli assistenti familiari con l’obiettivo di fornire ad anziani e famiglie, che al proprio interno vedono la presenza di un disabile, una serie di interventi mirati e la disponibilità di assistenti familiari dotati di un’adeguata professionalità, facendo incontrare la domanda e l’offerta, attraverso la messa in rete di un elenco di figure professionali qualificate, una sorta di mini-albo comunale al quale le famiglie stesse, alla ricerca di un aiuto domiciliare, potranno rivolgersi.

Al bando per la partecipazione ai corsi hanno risposto ben 64 aspiranti candidati, anche se al termine ne sono stati selezionati solo 40, quanti erano i posti disponibili.

Ha proseguito il dottor Di Toro :

dei 64 candidati iniziali , 59 sono donne e 5 uomini, a dimostrazione che quello dell’assistente familiare è visto ancora come un lavoro femminile. Il 47 per cento dei candidati sono diplomati, il 14 per cento laureati e il 39 per cento è in possesso della sola licenza media. Il 28 per cento degli utenti che ha fatto domanda è poi di età compresa tra i 50 e i 60 anni; il 28 per cento tra i 40 e i 50 anni; il 26 per cento tra i 30 e i 40 anni, e il 17 per cento tra i 25 e i 30 anni. Ma soprattutto, sono appena 17 gli stranieri che si sono iscritti al corso, ossia il 26 per cento, sfatando lo stereotipo che vede nella donna straniera presente sul territorio la classica ‘badante’. In realtà sono molte le italiane che vogliono acquisire professionalità per tentare tale percorso lavorativo. Sono trent’anni che l’Enfap si occupa di formazione ed è la prima volta che abbiamo visto un’amministrazione comunale voler investire per consentire agli operatori presenti sul territorio di acquisire competenza.

Ha proseguito l’assessore :

al corso potranno comunque accedere solo 40 unità selezionate,tra le quali non ci sono solo lavoratori che già hanno un contratto diretto e privatistico con le famiglie, ma anche giovani disoccupati che vedono in tale attività un possibile sbocco professionale e vogliono acquisire specifiche competenze.

Il corso si svolgerà presso la sede dell’Enfap, in viale della Riviera nord, e si articolerà in 400 ore, di cui 280 in aula e 120 di stage formativo-tirocinio presso gli Enti accreditati con l’Enfap. Le lezioni si terranno per quattro giorni a settimana, dal lunedì al giovedì, cinque ore al giorno, con la formazione di due classi di 20 unità ciascuna.

Tra l’altro, per garantire continuità assistenziale all’interno delle famiglie, durante le assenze derivanti dalla partecipazione dei lavoratori al corso formativo, è prevista la sostituzione degli assistenti con altri operatori socio-assistenziali. Il corso si concluderà a settembre con un esame finale e con il rilascio dell’attestato di qualifica.

Nel frattempo l’amministrazione comunale sta lavorando a un nuovo protocollo d’intesa con la Asl  per l’istituzione del progetto di ‘ospedalizzazione domiciliare’, attraverso l’utilizzo di un medico del reparto di geriatria che valuterà la situazione di un anziano, o eventuali condizioni di disagio, e con un infermiere  si recherà a effettuare il controllo dei parametri clinici, garantirà, attraverso una cooperativa, il trasporto dei malati, o il trasferimento delle provette con i campioni di sangue nei laboratori, con il ritiro degli esami.

Pubblicato da
Donatella Di Biase

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