Home » Attualità » Pescara, Covid-19: in Commissione confronto con Unione Piccoli Proprietari Immobiliari

Pescara, Covid-19: in Commissione confronto con Unione Piccoli Proprietari Immobiliari

da Redazione

confronto unione piccoli proprietari

Il Presidente Rapposelli riferisce sull’esito della seduta virtuale e sulla necessità  di realizzare una concreta e virtuosa sinergia  tra Regione, Comune e Uppi

PESCARA -“Istituzionalizzazione di una sinergia tra Regione, Comune e Unione Piccoli Proprietari Immobiliari per consentire la ripresa rapida del settore Commercio nella Fase II post-emergenza Covid-19, creando un circuito virtuoso che, da un lato garantisca uno sgravio delle imposte a carico degli operatori e, dall’altro, tuteli anche i proprietari dei negozi in locazione, pronti, dal canto loro, a intervenire con una riduzione dei canoni, fermi restando gli oneri fiscali che comunque, sulla base dei contratti, dovranno versare allo Stato. È quanto deciso nel corso del confronto aperto con l’Uppi, attraverso il Presidente, l’avvocato Lorenzo Cirillo, intervenuto nella seduta virtuale della Commissione Permanente Commercio e Attività Produttive, e che ha consentito di elaborare proposte cui ora daremo concretezza attraverso un ordine del giorno da sottoporre al voto del Consiglio comunale”.

Lo ha annunciato il Presidente della Commissione Commercio e Attività Produttive Fabrizio Rapposelli al termine della seduta che ha visto la presenza, in collegamento web, anche dell’avvocato Cirillo, presidente Uppi e membro del Direttivo Nazionale.

“Nei giorni scorsi l’Uppi è pubblicamente uscita con una lettera aperta indirizzata alle Istituzioni nella quale si fanno proposte concrete che dobbiamo assolutamente vagliare e tenere in considerazione per programmare la Fase II di uscita dalla prima emergenza sanitaria e di lenta ripresa delle normali attività di vita quotidiana, che comunque avverrà in modo graduale e progressivo e richiederà diversi mesi – ha sottolineato il Presidente Rapposelli -. Sicuramente tra le categorie più pesantemente colpite dall’emergenza sanitaria del coronavirus ci sono i commercianti che di fatto dagli inizi dello scorso mese di marzo si sono visti costretti ad abbassare le saracinesche e a spegnere le proprie vetrine per contribuire, in modo determinante, a limitare quanto più possibile le occasioni di trasmissione del virus.

Di fatto gli unici che hanno continuato a lavorare sono gli esercizi di generi alimentari di prima necessità e le tabaccherie, e, da appena una settimana, hanno potuto riprendere anche le librerie-cartolerie e i negozi che vendono prodotti per la prima infanzia. E comunque anche fra queste due tipologie, sono tanti gli esercenti che hanno deciso di non riaprire, magari nei casi in cui le dimensioni troppo piccole dei negozi non consentono di rispettare il distanziamento sociale, quindi per tutelare clientela e dipendenti. E su questo abbiamo verificato il grande senso di responsabilità della categoria che da due mesi ha un incasso pari a zero eppure sta dimostrando uno spirito di collaborazione, una consapevolezza e un senso del dovere straordinari. Ora però anche questi operatori si trovano a fare i conti con i pagamenti, perché è vero che le imposte sono state rinviate a maggio o giugno, ma comunque bollette, affitti e tasse andranno pagati e rischiamo oggi un effetto cumulativo che potrebbe determinare la chiusura per molte attività, chiusura che a Pescara, una città la cui economia vive anche di commercio, dobbiamo assolutamente scongiurare.

Puntuale la proposta ricevuta dall’Uppi: sostenere, nei confronti della Regione Abruzzo, la richiesta di un sostegno economico a favore dei commercianti per consentire loro di pagare regolarmente i canoni di locazione in modo da permettere loro di beneficiare del Cura-Italia. Il Decreto infatti ha previsto a favore dei commercianti in regola con i pagamenti, dunque privi di morosità, un credito d’imposta pari al 60 per cento, ovvero: se un commerciante paga mille euro al mese di affitto, con il Cura-Italia potrà scaricare il 60 per cento di quella somma alla prima occasione utile in fase di pagamento delle tasse, ovvero 600 euro. Questo significa che per l’operatore commerciale sarà come se avesse pagato un affitto di 400 euro al mese. Peraltro tale credito d’imposta è stato previsto per i mesi di marzo e aprile, probabilmente sarà esteso anche al mese di maggio e sarebbe ottimo riuscire a spingere il Governo per prorogarlo per tutto il 2020, che per i commercianti si tradurrebbe in una straordinaria boccata d’ossigeno, anche perché è evidente che la ripresa del settore non sarà immediata, non tutti vedranno tornare subito la propria clientela ma gli stessi operatori dovranno investire per incentivare il pubblico”.

“Dal canto loro – ha aggiunto il Presidente Cirillo – i proprietari dei locali sono pronti e disponibili a dare il proprio contributo per incentivare l’uscita dalla crisi, partendo dal presupposto che in una città come Pescara non esistono affitti stratosferici: forse alcune grandi catene pagheranno per locali enormi, situati nella zona più centrale come corso Umberto, o nel primo tratto di via Nicola Fabrizi, compresa tra via Roma e via Piave, locazioni di 8-10mila euro al mese. Ma parliamo di catene che non si pongono neanche il problema del costo di affitto perché rispondono ad altre logiche di mercato. Per tutto il resto della città gli affitti si aggirano sui mille-1.500 euro al mese di media, e dobbiamo sfatare che ci sono contribuenti che ‘campano’ con gli affitti dei negozi: nella maggior parte dei casi parliamo di persone che integrano la pensione con quelle locazioni, ricordando che il 30-40 per cento di quello che incassano comunque lo restituiscono allo Stato con le tasse. Nonostante questo, a oggi nessuno di quei proprietari ha sollecitato il pagamento dell’affitto ai propri locatari, ben consapevoli che oggi hanno le casse vuote e sono anche disponibili, per le prossime mensilità, a studiare una riduzione dei fitti, ricordando però che le tasse le pagano sulla base dei contratti fissati a monte, e anche su questo occorrerebbe un intervento normativo. Ma la verità è che oggi è interesse di tutti che quelle locazioni vengano pagate: è interesse del commerciante per beneficare del credito d’imposta del Cura-Italia, come sta suggerendo la stessa Confcommercio, è interesse ovvio dei proprietari immobiliari, ma anche dello Stato, che altrimenti vedrebbe svuotarsi anche le proprie casse”.

“Come amministrazione comunale – ha ripreso il Presidente Rapposelli – dovremo ora sottoporre il tema ai nostri Uffici finanziari per capire come possiamo incidere per dare il nostro contributo concreto: sicuramente interverremo con un ordine del giorno nel quale dovremo calare proposte concrete, invitando il sindaco e la giunta a intervenire sulla Regione Abruzzo per sollecitare l’istituzione di un fondo utile ad aiutare i commercianti a pagare o completare il pagamento delle locazioni in modo da poter beneficiare del Credito d’Imposta del Cura-Italia; poi a chiedere alla Regione Abruzzo di farsi capofila, nella Conferenza Stato-Regioni nel chiedere la proroga dello stesso credito d’imposta per tutto il 2020; ma ovviamente chiederemo agli uffici di valutare anche la possibilità di introdurre nel bilancio già approvato una riduzione, foss’anche simbolica, della Tari a carico dei Commercianti e dell’Imu a carico dei proprietari che avranno aderito a uno sconto o a una riduzione dei canoni di locazione, per il 2020 e per il 2021, perché tutte le saracinesche oggi esistenti devono restare aperte per far ripartire Pescara”.

Ti potrebbe interessare