PESCARA – “Sull’emergenza Covid-19 oggi stiamo vivendo una situazione che purtroppo prelude al peggio, l’avevo previsto anche se, francamente, pensavo che avremmo vissuto un peggioramento temporalmente più lontano. Come Centro Laboratorio Analisi, all’Ospedale di Pescara, ci stiamo attrezzando in ogni modo per fronteggiare la pandemia, sia con i tamponi classici goldstandard, ma soprattutto con nuovi strumenti per la ricerca degli antigeni del naso, che fornisce un risultato in quindici minuti, o, in ultima istanza, con la matrice salivare. In questo momento occorre fare attenzione, dobbiamo parlare con i più giovani, purtroppo i più indotti a infrangere le regole, dobbiamo ricordare loro quanto sia importante fare attenzione, usare le mascherine, mantenere le distanze, per pensare di superare i prossimi 4-6 mesi, e vanno biasimati i negazionisti, che non si rendono conto di quanto sia grave il momento”. Lo ha detto il dottor Paolo Fazii, responsabile del Centro Laboratorio Analisi della Asl di Pescara intervenuto nella Commissione Ambiente convocata dal Presidente Ivo Petrelli.
“Abbiamo voluto ascoltare di nuovo il dottor Fazii per un aggiornamento sulla seconda ondata della pandemia – ha spiegato il Presidente Petrelli – per capire quale sia la situazione dell’emergenza a Pescara e quali siano le novità anche sotto il profilo ambientale, ovvero la presenza del virus nel contesto territoriale in cui viviamo”.
“La notte della pandemia sarà ancora lunga da passare – ha detto il dottor Fazii senza giri di parole – e speriamo di avere cartucce sufficienti per combattere. La verità è che il vaccino non arriverà prima della primavera 2021 e senza vaccino possiamo solo combattere per rallentare la diffusione del contagio e, per chi si ammala, rallentare il progresso del virus, facendo in modo che non degeneri in polmonite interstiziale. Il Sars-Cov-19 è un virus da raffreddamento e riesce a dare problemi crescenti man mano che le temperature si abbassano, ecco perché ora la situazione non è ottimale nell’aquilano, mentre va un po’ meglio a Pescara dove due terzi della popolazione vive nella zona rivierasca ovvero dove la temperatura è più mite. In questo momento ci stiamo attrezzando per far fronte alla domanda di tracciamento del virus, quindi sia con i sistemi standard del classico tampone rinofaringeo e orofaringeo, sia con i nuovi pacchetti che prevedono tamponi per la ricerca dell’antigene nel naso o nella matrice salivare, uno screening veloce che permette di avere un risultato in quindici minuti”.
“Il tampone nasale – ha aggiunto il Presidente Petrelli -, in questo caso, risulterebbe più affidabile di quello salivare, ovvero se il tampone nasale è negativo è sicuro al 100 per cento che lo è anche quello molecolare; in caso di positività, anche quello molecolare lo è nel 93-94 per cento dei casi. Sicuramente questo metodo veloce di analisi permetterebbe di isolare i negativi dai positivi e dagli asintomatici, evitando peraltro che tutti i cittadini afferiscano nei laboratori Asl che non potrà mai tamponare tutti, e anche i costi dei tamponi nasali sono notevolmente inferiore rispetto ai test attuali”.
Sui mezzi di diffusione del Covid-19 “purtroppo – ha aggiunto il dottor Fazii – abbiamo visto che il virus è presente anche nelle feci dove si replica, perché nel tubo gastroenterico, dunque colon, duodeno, intestino, c’è il recettore Ace2 e il virus infetta le cellule del recettore, anche se solo una parte dei malati presenta sintomi gastroenterici di vomito o diarrea, e questa presenza verificata apre degli scenari finora non valutati perché è ipotizzabile anche un effetto aerosol con le feci ad esempio nei bagni dei pubblici esercizi”.
“Avevamo ipotizzato già a marzo una simile possibilità – ha ripreso il Presidente Petrelli – e avevo chiesto all’Arta se fosse possibile condurre uno studio per verificare l’eventuale presenza del virus nelle acque reflue della città, ma l’Arta attualmente non dispone di forze e mezzi sufficienti, per questo intendo interessare e coinvolgere in tale ricerca l’Istituto Zooprofilattico di Teramo e l’Università ‘d’Annunzio’. È evidente che l’utilizzo promiscuo dei servizi igienici nei pubblici esercizi, come bar o ristoranti, potrebbe essere veicolo di infezione, potenzialmente determinato anche dal tiraggio dello sciacquone”.
“L’impressione odierna – ha detto ancora il dottor Fazii – è che ancora non si sia perfettamente consci della gravità del problema, ecco perché ci ritroviamo con le piazze del passeggio piene di sabato pomeriggio. Tra qualche anno è vero che il Covid-19 diventerà un virus capace di scatenare solo un banale raffreddore, ma oggi siamo ancora nella fase di rodaggio e quel virus può uccidere il suo ospite. Per ora non è mutato, è lo stesso virus di marzo, abbiamo avuto solo in alcuni casi un ceppo meno aggressivo, il problema potrebbe presentarsi nel caso in cui il virus originario si associ a un altro virus capace di fare un salto di specie, situazione che si verifica ogni tre o quattro anni, l’abbiamo visto con l’H5N1, con l’influenza Aviaria, con la Sar-Cov-1, con l’influenza suina. Oggi non abbiamo una soluzione, ma abbiamo armi per rallentare il contagio con presidi sicuri, mentre spetta alla politica poi decidere per lockdown a macchia di leopardo o altre misure”.