Pescara, da oggi all’Aurum la mostra di Donato Di Zio

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L’esposizione curata da Gillo Dorfles è  la prima grande antologica di Di Zio   pittore, scenografo, grafico e costumista e   comprende oltre 200 opere

PESCARA – Sono oltre 200 le opere di Donato Di Zio in mostra a Pescara, negli spazi dell’Aurum, da oggi 6 febbraio, fino al 27 marzo. Il capoluogo adriatico ospita dunque la prima grande antologica del pittore, scenografo, grafico e costumista (nato a Moscufo ma residente a Firenze) che esporrà disegni a inchiostro e china, incisioni, piatti in porcellana, due servizi da tè e caffè e cinque opere con progetti per gioielli, tutti realizzati tra il 1995 e oggi. A curare la mostra è Gillo Dorfles, che da anni segue e promuove l’arte di Di Zio. Dorfles sarà presente all’inaugurazione, in programma alle ore 16.30, insieme ad Annamaria Cirillo e ai rappresentanti delle istituzioni.
Il catalogo è stato già presentato alla Feltrinelli di Milano il 24 gennaio, e anche in quella occasione c’erano Dorfles, Cirillo, Franco Grillini e Martina Mazzotta.

Ecco un passaggio dell’intervento di Gillo Dorfles nel catalogo:

la lunga ricerca di Donato Di Zio – pittore ma anche scenografo, grafico, costumista – è volta soprattutto al raggiungimento di quella che potremmo definire un’autonoma entità grafica che, partendo da quelli che erano soltanto dei grovigli di segni tracciati con l’inchiostro di china, si sono man mano trasformati in tracciati più complessi […] Di Zio, così, è riuscito a realizzare un effettivo ed efficace “segno iconico” che riveste le caratteristiche di una peculiare identità grafica attraverso la quale l’artista costituisce a seconda dei casi quelle sagome che vengono a colmare gli spazi ancora beanti, tanto se si tratti di oggetti domestici quanto addirittura di strutture urbane come in alcune aree fiorentine delle quali viene presentato un progetto.

Ha scritto invece Annamaria Cirillo:

nelle sue opere  affiora, definita e pungente, la natura mutevole dell’uomo contemporaneo, la cui fluidità fisica-culturale è in consonanza con la fragile mutazione dei tempi nostri, e travalica identità, generi, tipizzazioni e certezze. Il suo è un segno-disegno che s’insinua nella coscienza e inserisce la dimensione della visione nella dimensione dell’esistenza, quella che accetta il concetto di “infinito” […]”.

Il volume (casa editrice Mazzotta) contiene anche una serie di testimonianze importanti, tra cui quelle di Rita Levi Montalcini e Matteo Renzi.
Dall’8 aprile al 15 maggio prossimi l’esposizione sarà a Firenze, a Palazzo Strozzi.

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