“All’ordine del giorno abbiamo posto l’esame dei dati inerenti i livelli di inquinamento atmosferico a Pescara in un momento di quasi totale assenza del traffico veicolare – ha spiegato il Presidente Petrelli -. È evidente che all’incirca dal 9 marzo il numero di veicoli circolanti nel capoluogo adriatico è stato veramente irrisorio anche a causa della campagna #iorestoacasa per l’emergenza sanitaria in atto che ha imposto a tutti i cittadini una quarantena casalinga per scongiurare la trasmissione del virus. Va da sé che ci aspettavamo risultati strabilianti, con un azzeramento dei valori delle polveri sottili e degli altri dati e, invece, non è stato così, a differenza di quanto avvenuto, ad esempio, nelle città del nord, dove la chiusura delle attività delle fabbriche ha effettivamente prodotto un miglioramento evidente dei dati dell’aria. Personalmente, leggendo i dati dell’Arta, ho un’idea sulla vicenda, ovvero: su Pescara e la sua provincia non abbiamo grandi fabbriche o insediamenti produttivi capaci di influire sui dati dell’aria, ma è altrettanto evidente che oggi i volumi di traffico possono contribuire, ma non sono sicuramente il capro espiatorio per i livelli di inquinamento. Infatti gli elementi che, nell’ultimo mese e mezzo sono rimasti pressoché invariati in piena emergenza Covid, sono l’accensione delle caldaie che, anzi, con la permanenza domiciliare dei cittadini, sono state anche ulteriormente utilizzate rispetto alla norma, e le condizioni atmosferiche di alta pressione, quindi temperature sopra la media, l’assenza di vento e l’assenza di pioggia, fatta eccezione per sole due giornate, quindi non tali da influire sulle condizioni della qualità dell’aria. Credo che tale situazione meriti di essere indagata anche dagli Organi sanitari competenti perché la conoscenza di determinati fattori d’influenza deve entrare a far parte del nostro patrimonio conoscitivo amministrativo quale punto di partenza per l’adozione di interventi sulla città”. Il dato è stato confermato dal Direttore dell’Arta Chiavaroli, il quale, tra le altre cause, che hanno determinato valori elevati di polveri sottili nell’ultimo mese e mezzo, ha annoverato anche “la sabbia del Caucaso che in alcuni giorni ha raggiunto la nostra costa, influendo dunque sui dati”. “Non c’è dubbio – ha aggiunto l’assessore Del Trecco –, e l’emergenza Covid-19 paradossalmente ci ha dato uno strumento importante di valutazione, che a Pescara il problema inquinamento atmosferico non può più essere messo in relazione esclusiva con la questione traffico veicolare, ma ci sono altre fonti che influiscono in modo determinante, a partire dagli impianti di riscaldamento. Infatti i giorni in cui pure ci sono stati superamenti dei livelli di legge delle polveri sottili hanno coinciso con quelli più freddi. Come amministrazione stiamo lavorando su più fronti e, uno dei principali, è l’aver avviato un avviso per erogare contributi tesi a incentivare la sostituzione delle vecchie caldaie a gasolio, dunque combustibile liquido, con nuovi impianti a metano ad elevata efficienza energetica”.
“A questo punto – ha aggiunto il Presidente Petrelli – chiediamo all’Arta di monitorare i flussi dei livelli di inquinamento atmosferico almeno per i prossimi venti giorni, visto che sono stati allungati sino al primo maggio i termini di accensione degli impianti di riscaldamento domestici. E tra un mese riconvocheremo la Commissione Ambiente, sempre con l’Arta, per leggere insieme i valori registrati dalle centraline che, a quel punto, rappresenteranno un dato scientifico valido da cui potremo prendere indicazioni per l’adozione di ulteriori e futuri provvedimenti programmatori sulla città, perché sarà evidente che per ridurre i livelli di Pm10 nel corso dell’anno non possiamo più pensare solo di chiudere due o tre strade al traffico o di vietare la circolazione veicolare di domenica, sicuramente determinando effetti su territorio, ma senza sortire benefici in termini di salute”.
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