PESCARA – I
“In realtà – si legge nel documento – appare perlomeno prematuro assumere decisioni di carattere strategico, quale la realizzazione di un secondo depuratore a servizio della città di Pescara, alla luce dell’imminente avvio dei lavori di adeguamento e ottimizzazione dell’impianto già esistente, lavori che determineranno un rilevante potenziamento dello stesso con una capacità depurativa più che raddoppiata.
Tale potenziamento determinerà inevitabilmente una maggiore quantità di acque depurate con benefiche ricadute sulla qualità ambientale delle acque fluviali e di quelle marine del tratto antistante la città. Riteniamo che potrebbero essere ugualmente utili, meno costose sia sul piano degli investimenti, che per quanto attiene ai costi di gestione, che passerebbero dagli attuali 2,5 milioni a 5 milioni di euro (tutti scaricati in bolletta dei cittadini/utenti) e meno impattanti sotto il profilo ambientale, soluzioni tecniche alternative quali, ad esempio, i bacini di contenimento delle acque meteoriche anche ai fini di un loro riciclo.
Inoltre, consideriamo che il secondo depuratore in questione dovrebbe servire anche le utenze dei Comuni di San Giovanni Teatino e Spoltore, che le aree individuate su Pescara quali potenziali siti sono tutti ubicati nell’ex Quartiere 3, zona già pesantemente degradata, e che le due aree private prescelte (l’ex Sansificio e l’ex Cogolo) sono siti industriali dismessi o in attività e che, quindi, le valutazioni ambientali prescritte dalla legge potrebbero fornire esiti fortemente negativi con oneri finanziari obbligatori in termini di caratterizzazioni e di bonifica tali da rendere insostenibile la stessa spesa, mentre la terza area individuata di proprietà di Attiva S.p.A. ospita già un’importante attività pubblica quale la ricicleria, che dovrebbe essere cancellata.
A questo punto sarebbe preliminarmente opportuno e consigliabile valutare anche soluzioni alternative e maggiormente funzionali quali, ad esempio, la realizzazione di due impianti depurativi di ridotte dimensioni a servizio ciascuno dei Comuni limitrofi sopra citati. Sottolineiamo ancora che, comunque, il vero, strategico e prioritario obiettivo da perseguire risulta innegabilmente essere quello della realizzazione di infrastrutture separate per la conduzione delle acque bianche e di quelle nere.
Ora, ricordando che la Regione Abruzzo ha già fissato, per il prossimo 6 marzo, una riunione del tavolo interistituzionale per la verifica puntuale dello stato dell’arte ambientale e per l’individuazione dei provvedimenti da assumere per migliorare e rendere autonomo il sistema depurativo dell’agglomerato urbano dei Comuni di Pescara, San Giovanni Teatino e Spoltore attraverso il finanziamento con risorse FSC pari a 30 milioni di euro, chiediamo al Consiglio comunale di sospendere la votazione della proposta di deliberazione e di rinviare il provvedimento all’esito delle risultanze provenienti dalla riunione del 6 marzo e di ulteriori attività di carattere tecnico tese ad approfondire e a valutare complessivamente le soluzioni da utilizzare per risolvere esaustivamente le problematiche ambientali del fiume e del mare pescarese”.
“Riteniamo che una sospensiva della votazione non produrrà alcun danno, ma soprattutto sia una scelta di buon senso in una operazione che ha, peraltro, ancora molti punti da chiarire – hanno aggiunto i Gruppi di Forza Italia, Pescara in Testa e Pescara Futura – a partire dalla procedura secondo la quale il Comune deve fare la delibera per dare il via all’iniziativa, l’Aca si farebbe carico di pagare la progettazione, mentre la stazione appaltante, che dovrebbe gestire tutta la fase realizzativa, sarà l’Arap, una suddivisione e moltiplicazione di compiti che francamente facciamo fatica a comprendere.
Il tutto nelle more del Ministero dell’Ambiente che potrebbe nominare da un momento all’altro il Commissario per la depurazione, dopo aver dato lo stop al Governatore D’Alfonso che pensava di potersi sostituire al Ministero scegliendo lui il Commissario. Infine, tanta fretta nel voler a tutti costi approvare tale delibera, amministrativamente vuota, sembra quantomeno sospetta, quasi finalizzata a ‘mettere il cappello’ su una delle aree private”.
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