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Pescara, Disegnare la città: l’Aurum di Michelucci

da Redazione

Pescara disegnare la città

La mostra, dal 18 al 26 marzo 2015,  ripropone tavole ed elaborazioni grafiche redatte nel corso di un laboratorio tematico sperimentale 

PESCARA – Domani, 18 marzo 2015,alle ore 17.30, presso la Sala d’Annunzio dell’Aurum ,in Largo Gardone Riviera  a  Pescara, verrà presentata la mostra Disegnare la città: l’Aurum di Michelucci a cura della   prof.ssa Caterina Palestini del Dipartimento di Architettura dell’Università G.d’Annunzio .La presentazione costituirà un momento d’incontro per affermare l’importanza della sinergia culturale instaurata tra il Dipartimento di Architettura e il Comune di Pescara, rinforzata con un apposito protocollo d’intesa che coinvolge le forze culturali e amministrative della città. A questo proposito interverranno Paolo Fusero Direttore del Dipartimento di Architettura dell’Università G.d’Annunzio, Marco Alessandrini Sindaco di Pescara e Paola Marchegiani, Assessore al Patrimonio Culturale della città. Seguirà la comunicazione di Licio Di Biase, Responsabile del Patrimonio Culturale del Comune di Pescara che illustrerà le vicende storiche dell’edificio e di Caterina Palestini curatrice dell’evento che descriverà i propositi culturali della mostra che si pone come un avvio, un punto di partenza per la lettura grafico-analitica della città.

La mostra  ripropone tavole ed elaborazioni grafiche redatte nel corso di un laboratorio tematico sperimentale riguardante una delle architetture più prestigiose della nostra città: l’Aurum progettato da Giovanni Michelucci nel 1938.L’intervento di Michelucci è un ampliamento che ingloba lo storico Kursaal estendendosi con una struttura retrostante a ferro di cavallo predisposta per accogliere i nuovi spazi destinati agli uffici e alla produzione di prodotti artigianali, distilleria e liquorificio, della famiglia Pomilio.

L’interessante progetto ha costituito uno spunto per analizzare dal punto di vista grafico la struttura architettonica. Modelli di studio bidimensionali e tridimensionali hanno permesso di capire le sue parti scomposte e rimontate come in un puzzle, attraverso elaborati e tavole che adottano sia linguaggi grafici tradizionali, sia esplorazioni digitali.Dalle tavole più tecniche e canoniche si passa alle elaborazioni più fantasiose ispirate alla pop art, al fumetto, alle visioni che trasformano elementi architettonici dell’edificio replicandoli in modo da comporre altre architetture immaginate.Visioni stereoscopiche e olografiche completano il fantasioso percorso di immagini presentati nella mostra.

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