Cerolini: “110 i bambini esclusi dalle strutture pubbliche per sovrannumero”
PESCARA – Domani, giovedì primo settembre, giorno di apertura per sette asili nido comunali di Pescara. 110 bambini dai 0 ai 3 anni sono stati però esclusi dalle strutture pubbliche per sovrannumero.
Il Coordinatore di Forza Italia al Comune di Pescara, Guido Cerolini sottolinea il disagio per i genitori lavoratori che dovranno cercare di sistemare alla meno peggio affidandoli a baby sitter, nonni, se e quando disponibili, o, peggio, costringendo le mamme a lasciare il lavoro e a restare a casa.
“I nidi comunali sono da sempre un gioiello, una punta di diamante per l’amministrazione ha ricordato il Coordinatore Cerolini -, grazie all’elevata professionalità del personale addetto alla cura dei bambini e alle strutture che in cinque anni di governo del centro-destra sono state completamente rinnovate proprio per garantire il confort dei bambini che frequentano quelle strutture dal primo settembre al 31 giugno di ogni anno.
E a incrementare la domanda c’è anche il fattore economico, visto che ovviamente le rette applicate con il centro-destra sono sempre state concorrenziali e accessibili, con la divisione per fasce di reddito e le esenzioni per chi aveva un Isee estremamente basso.
Consapevoli di tali fattori il centro-destra, tra le prime azioni di governo messe in atto, subito dopo il primo anno di amministrazione, ha inaugurato l’asilo nido comunale di via Cecco Angiolieri, dando quindi una chance in più ai bambini di Pescara, tanto che oggi proprio quella struttura, ‘Il Gabbiano’, situata nel cuore di Porta Nuova, registra un picco di domande di ingresso e di piccoli in lista d’attesa: 10 nella sezione piccoli, 17 nella sezione medi; 18 nella sezione grandi.
Anche per questa ragione con la giunta avevamo iniziato a studiare la localizzazione di un ottavo asilo nido da realizzare sempre a Porta Nuova e muovendoci su due fronti: da un lato avevamo aperto un dialogo con l’Ordine degli Avvocati per realizzare dentro gli spazi del Tribunale di Pescara, in via Lo Feudo, il primo asilo nido ‘aziendale’ pubblico, ovvero una struttura in cui magistrati e avvocati potessero portare i propri bambini, ma al tempo stesso comunque aperto a ingressi esterni.
Contemporaneamente avevamo localizzato un’altra struttura nell’ambito del progetto di riqualificazione in via dei Peligni, all’interno di un nuovo complesso residenziale a canone concordato, progetto che poi i residenti ci avevano chiesto di spostare in altra zona, ma che comunque sarebbe dovuto rimanere a ridosso del centro storico.
Non solo: nel frattempo, per ridurre i costi a carico dell’Ente pubblico derivante dalla gestione diretta dei nidi comunali e, al tempo stesso, ottimizzare ulteriormente i servizi offerti, consentendo anche un allungamento degli orari di apertura, tanto utile ai genitori lavoratori, abbiamo anche avviato la sperimentazione della gestione esterna, che con il centro-destra, ha interessato l’asilo nido di via Rigopiano, ‘Il Bruco’, un esperimento che poteva essere replicato anche nelle altre strutture, abbattendo i costi di gestione e garantendo parte di quelle economie necessarie da reinvestire in nuove strutture.
E comunque, pur di accogliere tutti i bambini che facevano richiesta di ingresso nei nidi comunali, l’amministrazione ha stipulato convenzioni con decine di nidi privati accreditati, convenzioni operative sin dal primo giorno di scuola, che consentivano alle famiglie di disporre comunque di strutture fondamentali, e sempre a prezzi pubblici, perché se il cittadino pagava al privato la stessa retta che avrebbe pagato nel nido municipale, era poi il Comune a coprire l’eventuale quota in eccesso. Quei discorsi sono rimasti ovviamente aperti con le progettazioni preliminari già pronte, redatte e inserite in bilancio per avere la garanzia dei finanziamenti per le relative realizzazioni.
Peccato che quegli stessi progetti siano definitivamente morti nel giugno 2014, con l’arrivo della giunta Alessandrini che in due anni di governo, all’apertura del terzo anno scolastico sotto la propria amministrazione, non è stata capace di chiudere una sola delle attività ereditate, né di progettare un solo asilo nido in più – ha proseguito il Coordinatore Cerolini –. Il risultato è che domani, primo settembre i sette asili nido comunali lasciati nel 2014 riapriranno con 160 bambini a bordo, e altri 110 in lista d’attesa che resteranno a casa, costringendo a mille peripezie i genitori lavoratori che dovranno organizzarsi per garantire l’assistenza ai più piccoli.
Un disagio enorme che il centro-sinistra del sindaco Alessandrini, dopo aver sbraitato per cinque anni dai banchi della minoranza, oggi ha dimostrato di non saper né affrontare né risolvere. A questo punto l’unica soluzione restano evidentemente le convenzioni con i nidi privati, di cui a oggi non è fatta menzione in alcun atto pubblico.
Nel merito, chiediamo all’assessore alla pubblica istruzione e al sindaco Alessandrini di rendere note se sono state rinnovate tali convenzioni, quanti sono eventualmente i posti disponibili, ovvero quanti bambini effettivamente potranno beneficiare di tale possibilità e qual è la quota che il Comune ha posto in bilancio per coprire le rette in eccesso alle famiglie che hanno bisogno di far ricorso ai nidi convenzionati, perché ci rifiutiamo oggi di pensare che il sindaco Alessandrini abbia cancellato questa possibilità sociale fondamentale”.