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Pescara, dragaggio: chiesto dal sindaco vertice urgente Comune-Regione

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PESCARA – Si è svolto ieri un vertice  sulla problematica  del dragaggio del porto canale di Pescara a cui hanno preso parte il  sindaco  Luigi Albore Mascia , l’assessore all’Ambiente Isabella Del Trecco , i dirigenti dell’Arta e dell’Aca, Riccardo Padovano, segretario del Sib-Confcommercio, e Riccardo Ciferni, presidente del Consorzio Ciba, in rappresentanza dei balneatori, Bruno Santori, vicepresidente della Camera di Commercio e rappresentante degli armatori commerciali, e l’impresa Luca Nicolaj che si è aggiudicata la gara d’appalto per il dragaggio indetta dal Provveditorato alle Opere.

Mascia ha chiesto la mobilitazione del presidente della Regione Abruzzo Chiodi e di tutti i consiglieri e gli assessori regionali eletti a Pescara per individuare d’urgenza il percorso risolutivo teso a consentire l’esecuzione immediata del dragaggio del porto canale, con la rimozione dei primi 10mila metri cubi di sabbia e detriti non inquinanti già finanziati.L’operazione ,che non si può più rimandare  se si vuole garantire la sicurezza di coloro che quotidianamente operano sul nostro fiume, dai pescatori agli armatori commerciali,  di fatto è bloccata  per un mancato nulla-osta sul sito utile allo stoccaggio del materiale.

Data l’urgenza  dell’intervento il  sindaco ha scritto una lettera indirizzata al Presidente Chiodi e a tutti i consiglieri e assessori  regionali ,oltre che al dirigente Sorgi per sollecitare il loro immediato coinvolgimento e interessamento per sbloccare l’appalto già affidato e le autorizzazioni ferme in Regione per il sito di stoccaggio, convocando una riunione d’urgenza, anche per valutare la possibilità di adozione di ulteriori procedure d’emergenza. Nel frattempo la stessa Direzione Marittima invierà una nota tecnica alla stessa Regione per ufficializzare le condizioni attuali del porto di Pescara.

Ha sottolineato il sindaco:

attualmente  siamo in una sorta di empasse tecnico: lo scorso 18 giugno la Direzione delle Opere marittime ha aperto le buste contenenti le offerte delle cinque imprese invitate alla gara d’appalto per il dragaggio dei primi 10mila metri cubi di sabbia da rimuovere con urgenza, gara che, tra i requisiti, chiedeva alle ditte la disponibilità di un sito per lo stoccaggio dei detriti e della sabbia rimossa che, a causa delle nuove normative non potranno più essere gettati in una discarica a mare, procedura vietata dall’Ispra, né tantomeno è possibile utilizzare la vasca di colmata.

La gara è stata vinta dall’impresa Nicolaj che però, partecipando all’appalto, aveva anche comunicato di essere in attesa dell’ultima approvazione, da parte della Regione Abruzzo, del progetto relativo al sito di stoccaggio, individuato nella zona industriale di Città Sant’Angelo, nulla osta fermo in Regione, impedendo l’avvio delle operazioni di escavazione dei fondali, con grave danno per la marineria, le imprese e l’intera città.

Non è neppure possibile, come emerso nel corso del vertice, trasportare i 10mila metri cubi di fanghi dragati in una qualunque discarica,come ha precisato lo stesso Nicolaj ,  perché verrebbe immediatamente saturata.

A sollevare l’emergenza sicurezza è stato lo stesso Padovano, del Sib-Confcommercio:

è chiaro che occorre intervenire per tutelare le vite umane che ogni giorno prendono il largo e si ritrovano a navigare in piena notte all’interno del nostro porto canale: a questo punto è opportuno il coinvolgimento delle Istituzioni a tutti i livelli, anche ministeriale, per sollecitare un provvedimento d’urgenza che consenta la tempestiva escavazione dei fondali, com’è accaduto anche al porto di Marina di Massa.

Hanno ripreso il sindaco Albore Mascia e l’assessore Del Trecco:

comprendiamo le ragioni dei dirigenti regionali che pongono un ‘caso’ di requisiti nella partecipazione alla gara , ma è evidente che a questo punto occorre trovare una soluzione: dallo scorso settembre 2009 disponiamo di 500mila euro utilizzabili per il dragaggio del porto canale che non riusciamo a utilizzare e intanto i detriti continuano a saturare lo scalo. E lo abbiamo verificato personalmente nel corso del sopralluogo effettuato con la marineria a bordo di una piccola barca: il fondale a ridosso della prima boa, in corrispondenza della bocca d’uscita dal porto è alto appena 1,70 metri, troppo basso, tanto da rendere inaccessibile il porto ai mezzi che hanno un pescaggio di appena 2,20 metri, con una barca che è andata a fondo pochi mesi fa e un secondo peschereccio, il Bianca Maria, tratto in salvo da altre imbarcazioni poco prima del disastro.

In altri punti, sul versante nord, all’altezza del mercato ittico, il fondale non supera addirittura i 50 centimetri, costringendo molti pescherecci a manovre assurde per poter arrivare sulla banchina. E hanno molti problemi anche gli imprenditori commerciali, come più volte ha segnalato Bruno Santori, vicepresidente della Camera di Commercio. La stessa Di Properzio oggi effettua il trasporto e il rifornimento del carburante tre volte a settimana anziché una volta come in precedenza per viaggiare con la stiva piena a metà e non avere problemi con il fango e i detriti. Oggi non possiamo fermare anche quell’intervento urgente che ci consentirebbe almeno di togliere 10mila metri cubi di detriti che, come già verificato dall’Arta, sono rifiuti speciali ma non inquinanti. Tra l’altro tale operazione va effettuata inderogabilmente entro ottobre 2010, perché subito dopo scadrà anche la validità degli esami effettuati dall’Arta e dovremo ricominciare l’intera procedura ex novo, dilatando ulteriormente i tempi.

Pubblicato da
Donatella Di Biase

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