Contro il Bari in casa, sono vietati passi falsi se si vuole puntare alla promozione diretta. I ritorni di Verratti e Immobile saranno fondamentali per affrontare una squadra che, in trasferta ha vinto 7 volte
PESCARA – Arbitri, errori e altri guai. Potrebbe essere questo il titolo per sintetizzare il momento attuale del Pescara. La sconfitta di Ascoli, condizionata dai due gol in fuorigioco dei marchigiani, ha lasciato pesanti strascichi nella squadra, contribuendo ad accentuare quella “sindrome da accerchiamento” che, ormai, accompagna da tempo i biancazzurri. I tifosi sui vari forum si sono scatenati nel contare il numero di errori contro la squadra di Zeman e lo stesso boemo si è lasciato andare a dichiarazioni stizzite sull’argomento.
É altrettanto vero però, che, il gioco dei biancazzurri, negli ultimi due mesi, appare molto meno fluido di quello scoppiettante ammirato fino a gennaio. Alcuni giocatori paiono essere molto stanchi, come se avessero già dato tutto. In questo contesto, le assenze, come quelle di Verratti e Immobile contro gli uomini di Silva, iniziano a farsi pesanti perché la squadra non ha la stessa capacità di metabolizzarle, come ad inizio stagione.
L’avversario che domani affronteranno i ragazzi di Zeman pare quello ideale per capire se il Pescara ha finito la benzina, o se, ha ancora energie per questo finale di stagione.
L’AVVERSARIO: PREGI E DIFETTI … – Il Bari, infatti ha vinto in totale 12 gare, 7 delle quali in trasferta. I biancorossi sono una squadra giovane, con alcuni giocatori interessanti soprattutto dietro, dove spiccano Borghese e Polenta. I due, ennesimi prodotti di scuola genoana, hanno fatto vedere le loro qualità anche in questa competizione.
Borghese, pupillo di Torrente, ha avuto una breve esperienza a Pescara (dal gennaio al giugno 2008) senza mai scendere in campo. Difensore molto fisico, forte sui calci da fermo (3 gol fin qui, 9 negli ultimi due anni), Borghese a 25 anni pare aver trovato finalmente la sua dimensione. Polenta, invece, è un predestinato. Difensore, “alla Beckenbauer”, dotato cioè di grande tecnica, e per questo, bravissimo anche ad impostare l’azione, l’uruguayano è stato già accostato a grandissimi club europei (Barcellomna e Bayern su tutti) che gli fanno una corte spietata. Il Genoa lo ha prestato al Bari per permettergli di maturare con calma, ma già da quest’estate potrebbe decidere di monetizzare, vendendo il suo gioiellino classe 1992.
Se è vero che la qualità il Bari ce l’ha dietro è altrettanto vero che tra centrocampo e attacco si fatica a trovare giocatori in grado do fare la differenza. Bogliacino, ormai da un bel pò non riesce a esprimersi come nei primi anni della sua avventura napoletana mentre Kutuzov continua a essere troppo discontinuo. Inoltre, gli infortuni di Forestieri e Castillo, privano Torrente di valide alternative lì davanti, al punto che, dovrebbe ancora trovare spazio Cristian Galano, attaccante classe 1991, anche lui lo scorso anno a Gubbio con Torrente.
Il Pescara, dovrà quindi essere bravo, soprattutto a trovare le smagliature del reparto difensivo biancorosso e guardarsi dall’ex di turno, Stoian. Il rumeno sta finalmente facendo vedere le sue qualità dopo l’annata in chiaroscuro vissuta in riva all’adriatico. Sarà lui, il maggior pericolo a cui dovranno badare Romagnoli e compagni.
TRA RIENTRI ED ASSENZE … – I ritorni di Verratti ed Immobile saranno fondamentali per ridare alla manovra quell’imprevedibilità, mancata con l’Ascoli. Certo, questa volta mancherà Cascione, giocatore fondamentale per la sua capacità do offendere e difendere però Konè, in questa partita non dovrebbe farlo rimpiangere. Il Pescara dovrà fare particolarmente attenzione a non farsi imprigionare nelle maglie del centrocampo barese. Il 4-3-3 di Torrente, infatti, in realtà è un 4-5-1 dove gli esterni offensivi, Stoian e Galano, rinculano spesso in fase di non possesso, per chiudere i varchi e ripartire in contropiede.
Se è vero che si impara dagli errori, quindi, i biancazzurri, dovranno cercare di tenere una difesa più bassa rispetto alle ultime gare. É chiaro a tutti, infatti, che, il modo migliore per segnare ai biancazzurri è il lancio lungo dalle retrovie per un attaccante, in modo di metterlo nelle condizioni di arrivare a tu per tu col portiere e, perseverare nel subire gol così “stupidi” rischia seriamente di compromettere l’ottima stagione disputata fin qui. Dopo aver chiuso la seconda partita della stagione senza gol all’attivo, il Pescara è chiamato ad una pronta risposta per continuare ad alimentare il sogno della promozione diretta. Verona e Sassuolo, infatti, non mollano e il Torino, pare essersi ringalluzzito, dopo la vittoria a tavolino contro il Padova.
Quella di Bari è quindi la prima di nove gare col coltello tra i denti. É giunto il momento di abbandonare il fioretto per ricorrere alla spada. La posta in palio lo richiede.
[Foto di Massimo Mucciante per gentile concessione]