Presentato ieri il progetto dell’amministrazione comunale che punta a sensibilizzare gli studenti sul tema della sicurezza, promuovendo incontri formativi per l’apprendimento di stili comportamentali corretti
Gli assessori alla Mobilità del Comune di Pescara Berardino Fiorilli e alla Pubblica istruzione Roberto Renzetti nel corso della conferenza stampa convocata ieri hanno illustrato il progetto con la psicologa Chiara Alcini, che con Carmela Di Blasio e Federica Mazzatenta terrà i corsi.
Ha precisato Fiorilli:
il nostro obiettivo non è fare semplicemente ‘educazione stradale’, come già oggi avviene attraverso i corsi svolti dalla Polizia municipale, ma educare alla sicurezza, partendo dai più giovani che magari non guideranno auto, ma sicuramente viaggiano in bici o si preparano al primo motorino. Se i risultati saranno positivi sicuramente dal prossimo anno scolastico estenderemo l’iniziativa a tutte le scuole della città.
Ha detto l’assessore Renzetti :
lo scopo è quello di sensibilizzare i più giovani non solo con la repressione, ma entrando nel problema, nel vissuto dei ragazzi, scoprire le ragioni di atteggiamenti che spesso possono determinare comportamenti anomali alla guida di uno scooter. Dunque investiamo oggi per avere risultati in futuro.
Ha detto la dottoressa Alcini:
ancora oggl’incidente stradale rappresenta la prima causa di morte tra i giovani di età compresa tra i 14 e i 24 anni, dunque compresi nella cosiddetta età evolutiva: i dati Istat del 2007 parlano di più di mille morti l’anno tra i ragazzi e più di 80mila feriti. E anche a Pescara l’incidentalità rappresenta un grave problema: nel 2009 sono stati rilevati 917 incidenti con 9 decessi e 577 feriti. Tra i fattori causa di sinistri sono dominanti i comportamenti del guidatore, come lo stato psicofisico alterato, spesso dall’uso di sostanze stupefacenti o alcol, e responsabilità umane, oltre a fattori emotivi, ossia la conseguenza di condizioni di disagio. I corsi che a partire da domani andremo a svolgere nelle scuole medie scelte per la sperimentazione punteranno a promuovere incontri formativi per l’apprendimento di stili comportamentali fornendo una cultura della sicurezza e del rispetto di sé e degli altri.
Il primo contatto vedrà protagonisti assoluti gli studenti attraverso incontri e questionari anonimi per verificare sacche di disagio e la capacità di ogni singolo ragazzo di gestire la propria emotività, il sentirsi ‘invulnerabili’; quindi coinvolgeremo le famiglie per promuovere l’informazione sui comportamenti a rischio sulla strada, incrementando la capacità dei genitori, che saranno chiamati quali ‘uditori’, a decodificare i segnali di disagio dei ragazzi. Infine ci sarà il coinvolgimento dei docenti per valorizzare il ruolo dell’insegnante quale collegamento tra scuola e famiglia, e degli agenti di Polizia municipale, per modificare il rapporto vigile-ragazzo il quale non deve vedere nella divisa solo una figura repressiva, ma piuttosto un punto di riferimento nel quale riporre fiducia.
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