Il Capogruppo Lega: “Alessandrini ne ha combinata un’altra delle sue, chiudendo le scuole della città quando già era suonata la campanella d’ingresso”
PESCARA – “Il provvedimento odierno di chiusura delle scuole e, più in generale, gli effetti prodotti da un giorno di pioggia sulla città, comprese le zone dove l’amministrazione Alessandrini sostiene di aver speso fior di milioni di euro per impedirne l’allagamento, meritano un approfondimento politico e amministrativo straordinario già nel corso della prossima seduta del Consiglio comunale. Nel frattempo la Lega si unisce al coro della città e chiede oggi, di nuovo, le dimissioni del sindaco Alessandrini che, dopo i clamorosi errori sulla gestione dell’emergenza balneazione e l’emergenza mense scolastiche, oggi ne ha combinata un’altra delle sue, chiudendo le scuole della città quando già era suonata la campanella d’ingresso”.
A dirlo è stato il Capogruppo della Lega al Comune di Pescara Vincenzo D’Incecco.
“Quel che è più assurdo – ha commentato il Capogruppo D’Incecco – è che oggi a scatenare l’inferno a Pescara non è stata tanto la pioggia, quanto i provvedimenti last minute adottati dal sindaco Alessandrini. A fronte dell’ondata di maltempo iniziata già ieri, tantissime famiglie si sono organizzate per accompagnare i propri ragazzi a scuola, uscendo di casa presto, già intorno alle 7.15-7.30, proprio perché tutti conosciamo i volumi di traffico veicolare che si riversano sulla città nei giorni di pioggia. Per evitare, dunque, gli effetti dei possibili rallentamenti e di qualche strada chiusa al traffico, paradossalmente gli studenti oggi sono arrivati a scuola anche prima del solito, pronti per la campanella della prima ora. D’altro canto chi avrebbe potuto immaginare che oggi anche la pioggia è considerata ‘un’emergenza straordinaria’ al pari di una nevicata record o dell’esondazione di un fiume.
E invece a Pescara è accaduto l’incredibile: il sindaco ha chiuso le scuole quando gli studenti erano già all’interno, studenti dunque costretti a richiamare i genitori per farsi andare a riprendere, mentre altri, impossibilitati a rintracciare mamma o papà, hanno addirittura dovuto trascorrere la mattinata dentro l’aula magna o in palestra a far nulla, costringendo a loro volta i docenti a restare a scuola, nonostante l’ordinanza. Nel frattempo sulle strade cittadine è scoppiato l’inferno con centinaia di automobilisti costretti a fare retromarcia per tentare di tornare nella scuola dei propri figli, e restando inesorabilmente intrappolati nell’assurdo groviglio di auto che ha paralizzato la città. Una semplice ordinanza, assolutamente inopportuna, ha trasformato la giornata odierna in un ‘giorno di ordinaria follia’, senza contare che molti studenti alla fine sono dovuti tornare a casa a piedi, da soli, sotto la pioggia, a partire dalle centinaia di pendolari che comunque hanno dovuto attendere l’ora di pranzo prima di riprendere il primo bus disponibile e trascorrendo la giornata a ciondolare.
Chiaramente quanto accaduto oggi non può più considerarsi come l’ennesima scelta politico-amministrativa sbagliata, un errore ‘umano’, qui occorre cominciare a capire se il sindaco Alessandrini amministra contro la città, come parrebbe dopo quattro anni e mezzo di esperimenti, o per la città, cosa di cui oggi tutti dubitiamo. Non solo: oggi, per l’ennesima volta, a fronte di una giornata di acquazzoni, Pescara è tornata sott’acqua, ma, cosa ancor più grave, si sono allagate quelle aree in cui la giunta Alessandrini per mesi si è autoincensata e autolodata per i lavori anti-allagamento. A questo punto pretendiamo di capire cosa sia accaduto: per tale ragione coglieremo l’occasione della prima seduta utile del Consiglio comunale per aprire il dibattito e il confronto politico sul fallimento della giornata odierna, a costo di occupare l’aula consiliare. Nel frattempo al sindaco Alessandrini indirizziamo la richiesta di dimissioni immediate”.
“Le tempistiche in questi casi sono fondamentali – ha osservato il Vicecoordinatore regionale della Lega Giovani Francesca Lione -. È surreale pensare di chiudere le scuole quando la campanella è già suonata e gli studenti sono già presenti in classe. I ruoli impongono responsabilità, non si doveva aspettare che la situazione precipitasse per firmare un’ordinanza annunciata su Facebook a un orario che poteva benissimo essere anticipato nel rispetto dei pendolari e di genitori preoccupati”.