Ennesima sconfitta della compagine di Epifani che cade all’Adriatico contro l’Empoli, adesso due trasferte contro Brescia e Palermo.
PESCARA – Il copione, ormai, è diventato il solito. Una triste e confusionaria opera di un regista allo sbando, perso tra caos, paure e nervosismi che non giovano affatto. Il regista è il Pescara e il film del campionato sta diventando, sempre più, un horror senza lieto fine, una finale che potrebbe far tracimare tutto. Come detto, il copione è diventato abitudinario: cinque volte in un mese, cinque come le sconfitte nelle ultime sei partite in cui la compagine abruzzese ha raccolto soltanto un punto nella trasferta di Avellino. L’arrivo di Epifani ha cambiato pochissimo, forse nulla, ma l’ex allenatore della Primavera ha pochissime colpe in un puzzle che non riesce più a intersecare i suoi pezzi.
Caos, nervosismo e litigi hanno fatto da cornice, o meglio, sono stati il piatto forte della sconfitta casalinga contro l’Empoli. L’errore dal dischetto di Pettinari, sostituito per essersi beccato col pubblico, e l’ingresso di Gravillon al posto di un Fornasier molto nervoso al rientro negli spogliatoi. Condizioni che hanno giovato ancora di più all’Empoli che, nel primo tempo, si è allenato segnando il gol vittoria di Donnarumma. La squadra toscana ha vinto col minimo sforzo giocando in riserva per tutto il secondo tempo dove gli abruzzesi hanno sprecato una grande occasione con Brugman, dopo il palo di Coulibaly ed il rigore fallito malamente da Pettinari nel primo tempo. Uno spettacolo povero, il solito messo in scena dal Delfino capace di sbagliare passaggi elementari e cross che sarebbero banditi anche in seconda categoria.
Troppo poco per una squadra che, allo sbando dal punto di vista psicologico, si ritrova a tre punti dalla zona play-out, sette dalla retrocessione diretta. Il calendario non sarà amico visto che nelle prossime tre partite la squadra di Epifani avrà due trasferte consecutive (Brescia e Palermo) prima dell’impegno casalingo contro il Bari. Impossibile sfruttare il fattore-campo, ambiente logorato da tempo e una fiducia che, partita dopo partita, viene sempre meno. Quando mancano dieci giornate al termine la situazione non è mai stata cosi delicata e la partita di Brescia, in programma giovedì sera, rappresenta la prima finale per non farsi inghiottire da quel mostro chiamato Serie C.
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