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Pescara, esito Commissione per emergenza sicurezza a Rancitelli

da Redazione

di credico di pasquale foschi
PESCARA – “A Rancitelli c’è ormai un sistema mafioso all’interno di una bomba sociale con gruppi organizzati che gestiscono uno spaccio controllato di droga: a ridosso dei Palazzi Clerico si spaccia cocaina; all’interno del Ferro di Cavallo c’è la fila ventiquattro ore su ventiquattro per la vendita di eroina; a ridosso dei ruderi ci sono almeno 4 accampamenti con tossicodipendenti stanziali e in via Tiburtina dilaga la prostituzione di giovani che poi usano i soldi sempre per comprare droga. A lanciare l’allarme, l’ennesimo, stamane, in Commissione Sicurezza sono stati Don Max, il parroco da sempre schierato in prima linea nella lotta contro la criminalità, e Francesca Di Credico, presidente dell’Associazione ‘Per una Nuova Rancitelli’. A questo punto in Commissione stileremo una relazione dettagliata, raccogliendo tutte le informazioni fornite oggi, creeremo una mappatura del disagio che sottoporremo a tutte le Istituzioni al fine di avere gli strumenti per affrontare, strada per strada, ogni singola problematica con un unico obiettivo: restituire vivibilità a un rione che dai 10 mila abitanti degli anni ’90 oggi conta appena 4mila anime”.

Lo ha annunciato il Presidente della Commissione Sicurezza Armando Foschi, consigliere comunale del Gruppo Lega al termine della Commissione odierna.

“La riunione odierna ha rappresentato un modo per riannodare le fila di un discorso cominciato già in campagna elettorale, quando Don Max organizzò un incontro nella parrocchia degli Angeli Custodi proprio per richiamare l’attenzione della politica sulle gravi problematiche del quartiere – ha spiegato il Presidente Foschi – e il quadro emerso oggi è ancora più grave di quello che conoscevamo, segno che a Rancitelli è finito il tempo delle chiacchiere e delle pacche sulle spalle, ma è giunto il momento di azioni decise e rigorose”.

Ad aprire il fuoco è stato Don Max, ex parroco di via Caduti per Servizio, e oggi responsabile degli Angeli Custodi: “A Rancitelli prendiamo atto che non si tratta di curare un’emicrania, ma un tumore al cervello. Cinque i punti fondamentali per prendere in mano una situazione ormai allo stremo: innanzitutto, stop alla ghettizzazione di un quartiere che diventa incubatore di malavita, il problema sta a monte, quando sono state create ‘isole’ popolari poi divenute sacche ingestibili. Quando sono nati quei palazzoni, l’idea era di far integrare chi scendeva dalle montagne per venire a vivere a Pescara; in realtà la zona è divenuta incubatrice di criminalità. E allora oggi stop alla creazione di sacche di povertà, stop alla costruzione di altre case popolari vicino a quelle già esistenti, come il ‘caso’ di via Tronto che è una bestialità ingestibile vicino a via Nora, al Ferro di Cavallo, rendendo inabitabili le case di via Ilaria Alpi. Secondo, nel quartiere non ci sono telecamere, neanche una: nel piazzale antistante la chiesa degli Angeli Custodi ogni sera ci sono decine di ragazzi e, guarda caso, quando una volta la passata amministrazione ha pulito i tombini, li abbiamo trovati pieni di siringhe, quindi nella zona c’è uso e spaccio di droga, ma non c’è una telecamera. Terzo, com’è possibile che gli abusivi delle case popolari arrestati siano messi ai domiciliari nelle case occupate abusivamente? C’è un ex Prefetto che mi ha detto come questo non sia possibile, né consentito dalla legge: chi ha occupato un alloggio abusivamente, se arrestato, va in carcere. Ma a Pescara non funziona così: al civico 171 di via Tavo, dentro il Ferro di Cavallo, c’è la situazione peggiore, su 10 appartamenti, 7 sono occupati abusivamente da persone ai domiciliari che spacciano ancora, pensate come vivono le altre 3 famiglie ‘normali’. Stessa situazione al civico 161”, e proprio mentre Don Max parlava, gli è arrivata una telefonata per annunciare una nuova occupazione abusiva proprio al civico 171.

“Il mio predecessore in parrocchia – ha ripreso Don Max – diceva che il problema era risolvibile solo demolendo il Ferro di Cavallo e aveva ragione. E oggi, a fronte di tale situazione, sentire il prefetto che dice che a Rancitelli non c’è criminalità organizzata ma semplice delinquenza, mi procura fastidio, perché è un abbassare l’asticella dell’emergenza, allora poi ci spiegasse com’è che all’improvviso spuntano fuori le pistole. Quarto: stop alle sale slot che sono luoghi di riciclaggio del denaro, e noi ne abbiamo 4 in mezzo chilometro. Quinto, com’è possibile che, alla faccia dell’obbligo scolastico, i bambini rom non vanno a scuola la mattina, senza che accada nulla, però poi il pomeriggio vengono in oratorio a studiare. Ovviamente perché il pomeriggio le case devono essere libere”.

A tracciare la mappatura del quartiere e delle organizzazioni criminali operanti è stata Francesca Di Credico: “Nel quartiere ci sono 140 alloggi popolari, di cui 95 sono occupati abusivamente: la situazione più drammatica è il Ferro di Cavallo, che non ha un accesso alla strada e chi abita lì vive nel disagio. In quella zona c’è uno spaccio di droga controllato da alcuni soggetti, anzi nel quartiere c’è una vera e propria mafia con soggetti che gestiscono il traffico di droga, altri che gestiscono l’usura e altri ancora che gestiscono il mercato delle case popolari, perché non c’è occupazione abusiva che prima non sia ‘autorizzata’ da qualcuno. Sotto il Ferro di Cavallo c’è un viavai costante di tossicodipendenti che fanno la fila per comprare la dose; ai Palazzi Clerico si spaccia cocaina, e si vede anche dalle belle auto che sfilano; dall’altro lato c’è il mercato dell’eroina aperto h24. Veniamo poi al comparto adiacente i Palazzi Clerico e dove c’è un accampamento di tossicodipendenti stanziali, inutile sgomberarlo, tornano dopo pochi minuti. La via Tiburtina è diventata la nuova ‘via della prostituzione’, le ragazze lavorano per quelli che spacciano droga. Via Lago di Capestrano è militarizzata dalla criminalità con due Circoli privati e un bar, nati all’interno di spazi al pianterreno di proprietà dell’Ater non si sa in base a quale bando o graduatoria. In via Lago di Borgiano ci sono altri accampamenti e in via Sacco c’è un’infinità di ruderi e terreni abbandonati, anch’essi occupati da tossicodipendenti. Stessi problemi in via Nora, via Trigno, via Tronto e via Alpi. Purtroppo – ha aggiunto il Presidente Di Credico – il Prefetto ci dice che noi ingigantiamo il problema, che significa non rendersi conto della sua gravità. E noi ci chiediamo come sia possibile che nel quartiere non ci sia una telecamera pubblica, ma poi chi delinque dispone di un sistema tanto fitto di videosorveglianza e di una rete di informatori che consente loro di sapere in tempo reale chi si rivolge alla polizia, quando e come”.

Purtroppo abbassare l’asticella dell’emergenza significa trasformare i criminali in rubagalline che qui non ci sono: a Rancitelli – ha aggiunto Don Max – ci sono delinquenti che hanno cancellato la vivibilità del quartiere, passato in pochi anni da 10mila abitanti a soli 4mila con interi palazzi padronali vuoti. Qui le Istituzioni devono riconoscere che c’è un sistema criminale organizzato, a Fontanelle c’era voglia di ribellarsi, a Rancitelli vedo solo paura”.

“Il confronto con Don Max e con il Presidente Di Credico è stato fondamentale per capire le misure da adottare – ha sottolineato il Presidente Foschi –. Ora abbiamo chiesto l’invio di una relazione che dettagli le problematiche denunciate e che diventerà il nostro vademecum. Su quella base costruiremo un filo diretto con Don Max e con l’Associazione ‘Per una Nuova Rancitelli’ coinvolgendo in un Tavolo di lavoro tutte le Istituzioni, Procura compresa, per adottare misure di rigore nel quartiere, dove è vero che a inizio anno nuovo arriveranno le telecamere finanziate con 1milione e mezzo del Governo, ma oggi quel sistema di videosorveglianza potrebbe non essere più sufficiente. Peraltro invieremo la relazione all’attenzione del sindaco Masci e del Prefetto Gerardina Basilicata chiedendo che venga posta e letta durante una seduta specifica del Comitato per l’Ordine pubblico e la Sicurezza”.

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