Ha destato notevole interesse la conferenza sugli alberi anti-inquinamento svoltasi presso la Sala Figlia di Iorio della Provincia.Colazzilli ha ribadito che le cattive potature non solo distruggono la salute degli alberi ,ma compromettono la loro funzione di assorbimento degli inquinanti
PESCARA – Successo di pubblico per la conferenza sugli alberi anti-inquinamento, svoltasi il 23 febbraio alla Sala Figlia di Iorio della Provincia di Pescara, organizzata dal FAI delegazione Pescara in collaborazione con Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio Onlus e con il patrocinio dell’ Ordine degli Architetti P.P. e C. della Provincia di Pescara.
Ha moderato la conferenza Rosaria Morra, Capo Delegazione FAI Pescara, che ha ricordato come il FAI è da sempre in prima linea per il miglioramento degli spazi verdi cittadini. Un argomento, quello delle città verdi e degli alberi anti-inquinamento, che il FAI intende approfondire e portare alla ribalta con progetti di educazione ambientale, anche presso le scuole, e dedicati al complesso tema di una buona progettazione , pianificazione e tutela del verde urbano.
Per i saluti è intervenuta l’Assessore alla Riserva Dannunziana del Comune di Pescara Paola Marchegiani che ha ribadito l’importanza degli alberi nelle città con specie arboree di pregio, veri polmoni verdi contro l’inquinamento per migliorare l’aria ed ha sottolineato, anche, il costante aumento delle allergie e malattie polmonari dovute alle polveri sottili.
A seguire i saluti dell’architetto Maria Adele Colicchio, delegato per il verde e il paesaggio dell’Ordine degli Architetti di Pescara. Colicchio ha ribadito quanto sia importante la progettazione degli spazi verdi urbani nuova ed il potenziamento di quelli esistenti, in un’ottica unitaria della città contemporanea dove il progetto di paesaggio risponde alle esigenze di tutti gli elementi in esso presenti.
Di grande attualità l’eccellente esposizione del paesaggista Alberto Colazilli, delegato ambiente FAI ed esperto di beni ambientali e verde urbano. Molta attenzione è stata data all’inquinamento ambientale e soprattutto al famigerato PM-10, 2,5 che uccide migliaia di persone ogni anno in Italia e in Europa, provocando gravi malattie respiratorie, malattie cardiovascolari e problemi agli occhi. Le cosiddette polveri sottili e i gas inquinanti possono essere ridotte drasticamente se in città si piantano più alberi e si preservano i filari storici, puntando sulla realizzazione di città verdi con la scelta di selezionate specie anti-inquinamento.
“Il verde urbano di qualità, ben curato e valorizzato, è un investimento per il futuro” ha illustrato Colazilli, “perché preserva la nostra salute e contribuisce a migliorare la nostra qualità della vita”.
Gli studi condotti del CNR-Ibimet di Bologna e dell’ISPRA hanno portato nel corso degli anni a una scelta di specie arboree e arbustive in grado di resistere in ambienti difficili come quelli urbani e di combattere efficacemente polveri sottili e gas.
Tra i migliori alberi e arbusti anti-inquinamento ci sono i bagolari (Celtis australis), i tigli, i frassini, gli aceri, gli olmi, i Gingko biloba, i gelsi, i Liriodendron, i carpini, gli Eleagnus, i corbezzoli, i ligustri, i cerri, le farnie, le roverelle, i lecci, i biancospini, le Photinie, gli ippocastani.
“Sono tre le caratteristiche che rendono un albero efficace nella lotta all’inquinamento” ha spiegato Colazilli, “una chioma ampia e molto densa; una notevole capacità di sottrazione delle polveri e degli inquinanti tramite le foglie, le ramificazioni e la corteccia; una notevole resistenza alle avversità climatiche, agli estremi termici, alle malattie e deve essere specie molto longeva;”
Di grande importanza la struttura delle foglie delle piante che
“svolgono un importante ruolo di mitigazione dell’inquinamento dell’aria in quanto attraverso gli stomi emettono ossigeno e assorbono lo smog fotochimico composto da: Anidride carbonica, Ozono, Monossido di carbonio, Biossido di azoto, Anidride solforosa. Le foglie e le cortecce catturano e trattengono le polveri sottili inalabili attraverso peli, rugosità e cuticole cerose poste sulle loro superfici.”
Concludendo, si è parlato di forestazione urbana anti-inquinamento puntando l’attenzione sulla cattiva potatura delle alberature in città.
“E’ inutile spendere centinaia di migliaia di euro in progetti di riforestazione urbana anti-inquinamento se poi ci ritroviamo sempre le solite ditte che capitozzano e non hanno la capacità di saper gestire un albero e lasciarlo vivere nel suo aspetto naturale”, ha spiegato Colazilli, “le cattive potature non solo distruggono la salute degli alberi ma mettono in crisi tutto il loro lavoro di eco-servizi per la sottrazione degli inquinanti. E’ fondamentale che i comuni selezionino delle ditte di arboricoltori certificati in grado di saper potare gli alberi.”
Realizzare poi nuove alberature nelle aree degradate, nelle zone a forte traffico, riqualificando le periferie e migliorando le aree industriali, creando corridoi ecologici e boschi in città. E infine l’ esigenza di “preservare e migliorare il verde storico, delle alberature superiori ai 50 anni di età, in quanto capace di garantire una maggiore capacità di captare le polveri sottili e i gas inquinanti rispetto alle alberature giovani e appena piantate.”