PESCARA – “Ferro di Cavallo, scattano i primi 7 sgomberi. Si tratta di sette famiglie che, sulla base dell’accurata e dettagliata istruttoria portata avanti dai nostri uffici comunali, unitamente alla Prefettura e con l’ausilio documentale del casellario giudiziale, hanno perso il diritto alla casa popolare per aver violato le disposizioni previste dalla legge regionale 96 del 1996, disposizioni che regolano le assegnazioni e la conservazione degli alloggi. I provvedimenti di decadenza sono già stati sacramentati in una determina che ora è stata trasmessa agli uffici e seguirà il proprio iter per arrivare a strettissimo giro a liberare gli alloggi di via Tavo, che dovranno essere svuotati al più presto per permettere all’Ater di avviare le opere di demolizione e parziale ricostruzione”. Lo ha annunciato l’assessore alla Politica della Casa Isabella Del Trecco ufficializzando il provvedimento adottato.
“Il progetto per la demolizione del Ferro di Cavallo e la ricostruzione di 56 nuovi alloggi in via Tavo è ormai pronto, come ha ufficializzato nei giorni scorsi il Presidente dell’Ater Mario Lattanzio – ha ricordato l’assessore Del Trecco -: lo studio di fattibilità è stato già inviato alla Regione Abruzzo e, nelle more della sua approvazione, l’Ater sta predisponendo il progetto definitivo che dovrebbe essere inviato alla Regione entro giugno per l’approvazione definitiva che, presumibilmente, arriverà entro luglio. Nel frattempo Ater e Comune stanno lavorando insieme per individuare e assegnare nuovi alloggi alle circa 80 famiglie, legittime assegnatarie, che a breve dovranno inderogabilmente lasciare il Ferro di Cavallo per consentire di aprire le procedure di gara per l’affidamento delle opere urbanistico-edilizie. Purtroppo ormai l’esperienza e la conoscenza capillare dei luoghi ci dice che la riqualificazione di una porzione importante del quartiere Villa del Fuoco deve necessariamente partire dall’abbattimento di un’ampia fetta del famigerato Ferro di Cavallo e dalla realizzazione di uno spazio urbano-sociale riqualificato.
Oggi sappiamo anche che la procedura non sarà semplice, perché l’intervento si prefigura in variante al Piano regolatore, con l’adozione della variante in giunta, la sua pubblicazione sul Bura, quindi le osservazioni e il passaggio in Consiglio comunale per l’adozione definitiva, ma la porteremo a termine. Intanto abbiamo lavorato per individuare chi effettivamente ha oggi il diritto di abitare negli alloggi di via Tavo, ai numeri civici 165, 167, 169, 171, 175, 177, 179, 181, 183 e 185, dove ci sono circa 120 appartamenti di cui 20 sono vuoti, quindi 80 famiglie. La prima istruttoria di merito è stata inviata già a dicembre 2020 al Comune dall’Ater, proprietaria degli immobili. In queste settimane abbiamo costituito una vera anagrafe dei residenti, attraverso l’incrocio dei dati acquisiti dal casellario giudiziario e dalla Prefettura, per verificare chi, tra i legittimi assegnatari, abbia ancora il diritto a occupare una casa popolare e non sia piuttosto soggetto al provvedimento di decadenza sulla base della legge regionale che prevede paletti rigorosi al fine di garantire un alloggio pubblico effettivamente a chi ha bisogno e soprattutto vive e lavora in modo regolare e legittimo, nel rispetto della legge.
Dall’istruttoria condotta – ha proseguito l’assessore Del Trecco – sono venuti fuori sette ‘casi’ ai quali dobbiamo applicare il provvedimento di decadenza in quanto a carico dell’assegnatario dell’alloggio o dei suoi familiari è stato emesso dall’Autorità Giudiziaria una condanna per reati commessi, con denunce, sentenze o patteggiamenti, come previsto dalla legge regionale 96 del 1996 e dalla legge modificativa numero 18 entrata in vigore nell’agosto 2018, le quali, nel dettaglio, impongono che la decadenza intervenga quando venga messo in atto un allaccio abusivo alle utenze elettriche, idriche, energetiche o telefoniche, o abbia perduto i requisiti prescritti per l’assegnazione, o siano stati riportati, appunto, condanne penali passate in giudicato per reati come usura, favoreggiamento o sfruttamento della prostituzione, gioco d’azzardo, detenzione o porto abusivo di armi, traffico di armi e riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite. Sette famiglie, dunque, del Ferro di Cavallo subiranno il provvedimento di decadenza dell’alloggio e la relativa documentazione è già stata trasmessa agli Organi competenti, oltre che alle Politiche abitative per le attività consequenziali. L’iter sarà estremamente rapido, e nel frattempo gli uffici continueranno a vagliare tutte le altre posizioni per poi procedere all’individuazione di nuovi alloggi da assegnare alle famiglie che hanno conservato il diritto ad avere una casa popolare e che comunque devono prepararsi a lasciare il Ferro di Cavallo per consentire i lavori”.
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