Ha così spiegato il senso della celebrazione il vicesindaco:
Un Tricolore che rappresenta l’unità del paese, il sacrificio dei martiri e degli eroi che hanno difeso quei colori per garantire un’Italia democratica e libera, una bandiera che è il nostro autentico vessillo di pace.
Ha ricordato Don Natoli:
Quella bandiera ci ricorda il sangue dei nostri martiri che hanno contribuito a costruire la realtà che oggi viviamo, sangue che deve restare nelle nostre menti e nei nostri cuori per spingerci a operare avvertendo sempre su di noi la luce e la presenza di Dio.
Subito dopo il generale Prizzi e il viceprefetto Torlontano hanno depositato la Corona ai piedi del Monumento ai Caduti e, dopo la lettura della Preghiera per la Patria, il generale Prizzi ha rivolto il proprio saluto alla folla presente in piazza, ricordando
il valore dei colori verde, bianco e rosso, simbolo di un paese che ha contribuito alla costruzione della pace nel mondo intero, simbolo del sacrificio di intere generazioni che ci hanno consegnato una nazione che oggi è nostro dovere tutelare e preservare.
La cerimonia si è conclusa con l’Ammainabandiera.
Ha ricordato Fiorilli:
la nostra amministrazione comunale è orgogliosa di aver dato vita a una tradizione istituzionale di assoluto rilievo, tesa a ricordare la nascita del glorioso tricolore, simbolo dell’unità del paese, un simbolo che quest’anno celebra i 213 anni.
I nostri ragazzi conoscono e festeggiano quel verde, bianco e rosso in occasione dei grandi eventi sportivi, ma in realtà quei colori hanno una storia che fa parte del nostro patrimonio genetico e che i giovani devono conoscere, una storia che affonda le sue radici in un documento datato 18 ottobre 1796 del Senato provvisorio di Bologna, in cui venne decisa la nascita della nostra bandiera, decretato il 7 gennaio 1797 a Reggio Emilia come bandiera della Repubblica Cispadana proposta dal sacerdote Giuseppe Compagnoni che fece decretare «che lo stemma della Repubblica Cispadana fosse innalzato in tutti quei luoghi ne’ quali è solito che si tenga lo stemma della sovranità». Lo stesso Compagnoni inoltre, propose che lo stendardo o bandiera Cispadana, formato dai colori verde, bianco e rosso, fosse «reso universale».
E i nostri padri Costituenti fissarono poi quel tricolore nell’articolo 12 della Costituzione. Oggi è nostro dovere, in qualità di amministratori, ricordare ai nostri giovani, futura classe dirigente, che il tricolore non è semplice insegna di Stato, ma è un vessillo di libertà, di una libertà conquistata da un popolo che si riconosce unito, che trova la sua identità nei principi di fratellanza, di uguaglianza, di giustizia nei valori della propria storia e della propria civiltà, valori importanti in un anno, il 2011, in cui l’Italia celebrerà la propria unità, valori fondamentali se pensiamo al sacrificio dei nostri giovani militari impegnati in missioni di pace all’estero.
La cerimonia è ripresa nel pomeriggio alle ore 18.00 con il Concerto Patriottico organizzato presso l’Auditorium De Cecco in piazza Unione, con la partecipazione del Coro Polifonico di Pescara, il Coro della Polizia municipale, il Coro degli Alpini della Sezione Abruzzi e la Fanfara dei Bersaglieri ‘La Dannunziana’.
Ha detto il Presidente del Consiglio regionale dell’Abruzzo, Nazario Pagano:
Il tricolore, che oggi celebriamo, è l’emblema della nostra nazione; a questa bandiera sono legate le gesta più significative della storia italiana. Già nei moti risorgimentali, il vessillo del tricolore sventolava nelle strade della Penisola in segno di libertà, per giungere al 1848 quale emblema di una riscossa nazionale, preludio al compimento dell’Unità e alla nascita della nostra patria. E mentre ci accingiamo quest’anno a celebrare il 150° anniversario dell’Unità d’Italia il nostro pensiero va a due date ormai lontane, il 27 dicembre 1947 e il 1 gennaio 1948, che segnano la nascita e l’entrata in vigore della Carta Costituzionale.
Il Presidente Pagano si è soffermato anche sui valori che oggi il vessillo italiano esprime in ambito internazionale:
questi valori abbracciano un’altra grande istituzione: l’Unione Europea. Due realtà istituzionali che, grazie al Trattato di Lisbona, hanno assunto caratteri marcati nella nostra vita quotidiana; per volere del Parlamento, le due bandiere, quella europea e italiana, sventolano insieme sui nostri edifici pubblici. La festa del Tricolore di oggi, segno, per tutti i cittadini italiani, di identità e condivisione dei principi contenuti nella nostra carta costituzionale, mi esorta a lanciare un messaggio. La classe dirigente, gli educatori, il volontariato, le istituzioni tutte, hanno l’obbligo morale di costruire una cultura di pace contro l’egoismo, la sopraffazione, l’intolleranza. Impegnamoci quindi per affermare ogni giorno e con orgoglio quei valori che il tricolore simboleggia e che noi italiani abbiamo più cari all’interno di una cultura del rispetto, della solidarietà e dell’amore.
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