PESCARA – Domenica sera all’Adriatico si consumerà l’ultimo atto del campionato di Serie A. Il Delfino ospiterà alle 20.45 la Fiorentina di Montella, la squadra che ha in qualche modo segnato l’inizio e la fine di un sogno. Infatti la gara di andata dove i ragazzi allora allenati da Bergodi, riuscirono nell’impresa di vincere per 2-0 con un superlativo Perin tra i pali, segnò un punto di “non ritorno” che giornata dopo giornata ha lentamente portato i biancoazzurri fino all’ultima posizione in classifica ed al presente che conosciamo molto bene. Illusione o jettatura non sta qui stabilirlo di certo la verità può essere ricercata nel mezzo: una squadra che aveva bisogno di un’ossatura più resistente in particolare in difesa, ma che allo stesso tempo ha fallito alcuni importanti appuntamenti anche a causa di un pizzico di malasorte e di arbitraggi che l’hanno penalizzato (basti ricordare la recente sconfitta con il Siena, ultimo appuntamento con la salvezza). Ma in un campionato qualitativamente piuttosto basso come quello trascorso anche una squadra impoverita dei suoi giocatori più rappresentativi e senza un’adeguata dose di esperienza si poteva giocare le sue chance salvezza, così come è successo fino a qualche domenica fa. Il Delfino progetta il suo futuro, ma intanto saluta i suoi tifosi in una gara dove il risultato conta soprattutto per i viola che si giocano ancora alcune residue chance per il terzo posto, Milan permettendo …
RIENTRO PER RIZZO, DUBBI PER SCULLI – Bucchi ritrova Rizzo che ha scontato il turno di squalifica, deve però fare a meno di Balzano squalificato mentre restano dei dubbi per il possibile impiego di Sculli, non in perfette condizioni fisiche. Tralasciando l’interminabile lista di indisponibili vediamo come dovrebbe schierarsi il Delfino: 4-2-3-1 con Bocchetti che dovrebbe essere scelto come esterno assieme a Zanon mentre la coppia centrale resta Capuano-Cosic. A centrocampo Togni e Rizzo sulla linea mediana mentre Bjarnason resta il favorito in caso di forfait del capitano, con Di Francesco e Cascione più esterni. In avanti Sforzini resta il terminale offensivo. A Catania, rispetto ai timidi segnali di risveglio della squadra, si è visto molto più gioco e reattività in campo. Un incoraggiante segnale per una squadra che andrà rifondata partendo dalle poche certezze che la rosa può ad oggi offrire.
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