Il promotore dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ pone vari quesiti sui lavori del Ponte Nuovo e la chiazza marrone avvistata tra il fiume e il litorale
PESCARA – “Esiste un nesso tra lo sversamento di liquami nel fiume, programmato per la notte di venerdì scorso, 16 ottobre, nell’ambito dei lavori di realizzazione del Ponte Nuovo, e la chiazza marrone che la mattina successiva, sabato 17 ottobre, è stata avvistata tra il fiume e il litorale? Quali sono stati gli effetti di quell’ulteriore sversamento di liquami nel mare, annunciato con un’ordinanza del 7 ottobre dal sindaco Alessandrini che ha imposto il divieto di prelievo dell’acqua del fiume per qualunque utilizzo addirittura sino al prossimo 21 ottobre? A oggi sappiamo solo che il Comune ha autorizzato l’utilizzo dell’acido peracetico per contenere le possibili conseguenze dello sversamento in termini di inquinamento, ma riteniamo sia indispensabile, piuttosto, un monitoraggio da parte dell’Arta delle acque del mare che cominci oggi stesso e vada avanti almeno sino a fine mese, per capire l’andamento dei valori dei colifecali”. A dirlo è l’avvocato Berardino Fiorilli, promotore dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ chiedendo l’attivazione dei controlli suppletivi sul mare.
“Lo scorso 7 agosto – ha ricordato Fiorilli – il sindaco Alessandrini ha firmato un’ordinanza, la numero 533, nella quale ha annunciato che, dovendo procedere con i lavori di costruzione del Ponte Nuovo, occorreva deviare il percorso di due condotte fognarie che interferivano con la costruzione della spalla sud della struttura. Dopo una conferenza dei servizi ha liquidato la problematica asserendo che, durante i lavori di deviazione delle condotte, ‘non era possibile evitare lo sversamento dei liquami nel fiume’, sversamento allora ‘programmato’ per la notte del 9 ottobre e del 16 ottobre scorsi, dalle 22 alle 7, disponendo l’utilizzo dell’acido peracetico come disinfettante per ‘limitare l’inquinamento ambientale e sanitario’. Inoltre il sindaco Alessandrini, nonostante quanto già accaduto a Pescara nel corso dell’estate in materia di sversamenti, ha pensato che, per evitare problemi e polemiche, fosse sufficiente vietare l’uso ‘a qualsiasi scopo’ dell’acqua del fiume, nel tratto compreso tra via Gran Sasso e fino alla foce del fiume, dal 16 ottobre al 21 ottobre prossimo. Ovviamente quando abbiamo appreso del provvedimento abbiamo subito avvertito delle perplessità: com’è infatti possibile che nel 2015 l’amministrazione comunale di Pescara non disponga di mezzi, strumenti o comunque di conoscenze tecniche tese a consentire lo spostamento di una condotta fognaria senza per questo dover sversare milioni di litri di liquami e feci nel fiume, ossia nel mare? Esistono, in teoria, delle barriere assorbenti, del tipo di quelle usate nelle situazioni di emergenza, anche in alto mare, capaci di bloccare anche la dispersione degli idrocarburi, attrezzature di cui Pescara, città portuale, dovrebbe in realtà già disporre per fronteggiare eventuali situazioni di emergenze ambientali. Ci suona dunque anomalo che il semplice spostamento di due fogne abbia obbligatoriamente ‘imposto’ il rilascio nel fiume e nel mare dei liquami. Ovviamente queste perplessità hanno assunto forma e concretezza quando abbiamo appreso di quella chiazza marrone che proprio sabato mattina, 17 ottobre, all’incirca cinque ore dopo la conclusione dei lavori di deviazione delle condotte, è stata avvistata chiaramente e fotografata dai cittadini mentre uscendo dalla foce del fiume ha raggiunto la costa, sino a piazza Primo Maggio. Da qui la domanda: esiste un collegamento tra la chiazza marrone e i lavori fatti, con il relativo sversamento dei liquami nel fiume? Oltre ad aver autorizzato l’utilizzo dell’acido peracetico, il Comune ha disposto con l’Arta un monitoraggio a tappeto della qualità delle acque per verificare gli effetti dello sversamento di liquami nel mare, anche per controllare la scomparsa di eventuali conseguenze? Ma soprattutto, è possibile che anche quell’ennesimo sversamento che, seppur programmato, non è meno grave dei precedenti, non fosse evitabile? Nell’attesa – ha aggiunto Fiorilli – che il sindaco o il vicesindaco rispondano a tali quesiti, l’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ chiede che l’Arta effettui campionamenti quotidiani nel mare almeno sino a fine mese, rendendo pubblici i risultati di quei prelievi, per capire se ci sia stata o meno una qualunque contaminazione batterica del mare, ma soprattutto chiediamo a tutti gli Organismi competenti di accertare se lo sversamento programmato di liquami, per dei semplici lavori di deviazione di una condotta, sia legittimo, pur arrecando eventuali e prevedibili problemi ambientali, o se una pubblica amministrazione debba piuttosto sempre adottare le misure necessarie per impedire quello sversamento”.
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