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Pescara-Foggia, l’analisi della partita: nel segno del cinque

da Alessio Evangelista

Pescara-Foggia, l'analisi della partita: nel segno del cinque

Zeman, come accaduto l’anno scorso, esordisce con cinque reti ma predica calma. L’analisi della sfida Pescara-Foggia terminata 5-1.

PESCARA – Nessuno, forse, si aspettava un esordio cosi da parte del Pescara che all’Adriatico ha schiantato il Foggia dell’ex Stroppa 5-1. Un passivo troppo pesante, però, per la compagine Pugliese che ha creato molto e concretizzato nulla, salvo poi cadere nella ripresa sotto i colpi di uno scatenato Pescara. Sorride con riserva Zeman che, come accaduto l’anno scorso in Serie A col Genoa, debutta con cinque reti all’attivo ma predica calma visto che la squadra può e deve migliorare soprattutto in difesa dove le lacune sono evidenti. Di seguito l’analisi di Pescara-Foggia.

L’ANALISI DI PESCARA-FOGGIA: PRIMO TEMPO

In conferenza stampa il Boemo fa pre-tattica, non parlando della formazione, ma alla fine sceglie quella più plausibile e pronosticabile con Pettinari al centro dell’attacco e i giovanissimi Del Sole e Capone sulle fasce. L’inizio è un classico del repertorio Zemaniano con ritmi alti e pressing direttamente proporzionale al gioco ed è proprio da un’azione di questo tipo che nasce il vantaggio con Proietti molto bravo a strappare un pallone al difensore Foggiano e regalare un cioccolatino a Pettinari. I primi venti minuti vengono giocati ad alto ritmo da parte del Delfino, altissimo tanto che alla lunga la squadra di Zeman si sfilaccia e, al contempo, cresce la squadra di Stroppa che sfrutta i numerosi buchi ed errori di Coulibaly a centrocampo.

I Satanelli creano i pericoli maggiori sulle fasce con Chiricò, in particolare, che riesce sempre a saltare l’uomo sfruttando il mancato raddoppio di Capone in aiuto a Mazzotta. Stesso discorso per l’altra parte del campo con Del Sole che fa fatica a svolgere entrambe le fasi lasciando spesso solo Crescenzi contro Fedato e Rubin. Per fortuna dei biancazzurri, però, c’è un Pigliacelli in grande spolvero con l’ex Trapani che nega la gioia del gol agli ospiti per tre volte.

Pescara-Foggia, l'analisi della partita: nel segno del cinque

L’ANALISI DI PESCARA-FOGGIA: SECONDO TEMPO

La pausa è un tocca sana per il Pescara e anche per Zeman che, nell’intervallo, sorprende optando per due cambi: dentro Benali e Palazzi e fuori Coulibaly e Capone, abbastanza sottotono nella prima frazione di gioco con tanti errori di impostazione per il Senegalese. Il copione non cambia ma le sfide, si sa, cambiano con un episodio e questo arriva dopo dieci minuti con il contropiede perfetto, azionato da Del Sole, con cui Pettinari fa doppietta grazie all’assist di Crescenzi.

Qui la partita cambia drasticamente per il Foggia e meravigliosamente per il Pescara che va a nozze negli ampi spazi e poco dopo cala il tris con Benali, impossibile lasciare in panchina un giocatore come il Libico. La mossa del Boemo paga e come con Palazzi che dona fluidità e verticalità alla manovra mentre il Libico spazia sulla fascia sinistra e allo stesso tempo è utile in fase di copertura in aiuto a Mazzotta, cosa che non era successa nella prima frazione. Zeman getta nella mischia anche Mancuso, lasciando in panchina Ganz, e l’ex Samb ci mette trenta secondi a entrare nel tabellino della sfida grazie a un destro a giro dall’interno dell’area.

Per non farsi mancare nulla, poi, Pettinari decide di mettere ancora più difficoltà il Boemo sulle scelte future con un gol bellissimo che gli vale la tripletta personale, la prima in assoluto in carriera. Per essere un pomeriggio Zemaniano ci vuole anche il gol ospite e questo arriva nel finale con Gerbo che sorprende Pigliacelli dalla distanza. Gol meritato per i Pugliesi ma cambia poco. Il Pescara comincia il campionato con una rotonda vittoria mentre Zeman, come la scorsa stagione, debutta nel segno del cinque.

Fonte foto: Pescara Calcio

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