Pescara: fontamentale partire bene

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Tra venerdì e martedì gli abruzzesi incontreranno Verona e Empoli, due avversari che, a differenza dei biancazzurri, giocano a memoria.

VERONA –  Avvio tutt’altro che soft per il Pescara. Nel giro di cinque giorni, la squadra di Zeman affronterà Verona (oggi) e Empoli (martedì). I due incontri rappresentano un banco di prova importante per i biancazzurri, che, finora, hanno convinto poco.

La squadra, infatti, nelle amichevoli estive e nella gara di Coppa Italia contro la Triestina, ha messo in evidenza gravi pecche in ogni reparto. Il centrocampo, in particolar modo, è apparso nullo in più di un occasione, mostrando limiti sia  in fase di costruzione che di contenimento.

LE DIFFICOLTÁ DI INIZIO STAGIONE – Togni finora, si è rivelato un oggetto misterioso, Cascione evidenzia difficoltà di adattamento ad un modulo, che lo lascia praticamente da solo in fase di non possesso palla, mentre Gessa corre molto, ma è in difficoltà in un ruolo che non è il suo. Tali difficoltà si manifestano anche nell’assetto offensivo della squadra. In tutti i club allenati in carriera, Zeman ha sempre chiesto agli interni di centrocampo, di avanzare sempre in fase offensiva in modo da  mettere maggiormente in difficoltà le difese e dare manforte ai tre attaccanti.

Di questo tipo di gioco, finora nel Pescara non vi è traccia.

Nessuno dei centrocampisti partecipa alla fase offensiva (con l’eccezione di Cascione, che a volte si  sgancia, seguendo una sua vocazione offensiva, più che un preciso schema tattico). Il centrocampo, inoltre, viene sistematicamente saltato in fase di ripartenza dell’azione, anche, va detto, per il gran lavoro dei terzini (in particolar modo di Zanon, che agisce stabilmente come ala). In fase di contenimento poi, i tre sono pressoché inesistenti, poiché vengono schiacciati dai centrocampisti avversari (che sono sempre in superiorità numerica). L’ingaggio di Konè, giocatore che conosce a menadito gli schemi del boemo, dovrebbe migliorare le cose, ma i dubbi, per ora, rimangono.

In queste condizioni di precarietà tattica, Verona e Empoli sono le due squadre peggiori che i biancazzurri potessero incontrare. Scaligeri e toscani, infatti, a differenza degli abruzzesi, hanno schemi consolidati e calciatori che giocano a memoria.

QUESTA SERA IL VERONA – Anche i gialloblù di Mandorlini si schierano con il 4-3-3, ma molto meno spregiudicato. Punto di forza dei veneti è l’attacco: il tridente Berrettoni-Ferrari e D’Alessandro (in ballottaggio con Mancini per sostituire lo squalificato Gomez) ha qualità, velocità e senso del gol. Berrettoni, ex promessa della Lazio ha l’occasione per dimostrare il suo valore dopo anni di buio. Ferrari, rinato con Mandorlini, è ormai  diventato un idolo della tifoseria, dopo aver passato un periodo che, eufemisticamente parlando, potremmo definire difficile.

Infine, l’ultimo componente del tridente, il giovane, classe ’91, Marco D’Alessandro. Cresciuto nelle giovanili della Roma, dopo un anno travagliato tra Bari e Livorno, ha scelto Verona per rilanciarsi e per giocare con quella continuità che finora gli è mancata. Giocatore che nasce trequartista per poi essere spostato sulla fascia, con il suo movimento potrebbe creare non pochi problemi al Pescara.

A centrocampo, il punto di riferimento é l’islandese Halfredsson, giocatore con un passato recente in serie A, dotato di visione di gioco e bravo negli inserimenti.

La partita non si presenta per nulla facile per il Pescara. Insigne a parte, la squadra pare ancora molto imballata a causa della dura preparazione di Zeman. L’Hellas,  spinta dai suoi 10.000 tifosi , vorrà vendicare la sconfitta nella finale playoff di Prima Divisione di due anni fa. La coppia Romagnoli-Capuano, brava, ma mandata al macello dalla tattica offensiva del boemo, potrebbe andare in grosse difficoltà con giocatori abili nelle ripartenze come i giocatori scaligeri.

D’altra parte però, la velocità del duo Insigne-Sansovini, potrebbe tagliare in due il Verona, dato che  i due terzini gialloblù, Cangi e Scaglia, non sono due fulmini di guerra. La partita, visti i precedenti, rischia di giocarsi sul filo dei nervi. Starà agli abruzzesi non lasciarsi condizionare dai fischi del pubblico e dall’atteggiamento aggressivo, forse provocatorio, dei veronesi.

MARTEDÌ ALL’ADRIATICO ARRIVA L’EMPOLI – Cinque giorni dopo la partita contro il Verona, il Pescara farà il suo debutto casalingo contro l’Empoli. I toscani, rispetto alla scorsa stagione, hanno perso Fabbrini e Forestieri, ma i due sono stati adeguatamente rimpiazzati. Gli azzurri hanno riabbracciato, infatti, due cavalli di ritorno come Tavano e Buscè.

Il primo soprattutto, ritrova a Empoli l’ambiente ideale dove esprimere le sue qualità, dopo le altalenanti stagioni vissute tra Valencia, Roma e Livorno. A 32 anni, l’ex giocatore amaranto può ancora fare la differenza e la sua classe portare l’Empoli fino ai playoff. Gli azzurri, a differenza del Verona, posso contare anche su una difesa solida. La coppia difensiva, composta dal Stovini e da Mori è senza alcun dubbio una delle migliori della B.

Stovini ha avuto in carriera meno di quanto meritasse a causa della miopia delle società di A. Dotato di un ottimo senso dell’anticipo e di una grande capacità di lettura dell’azione offensiva è, senza dubbio alcuno, uno dei migliori difensori italiani degli ultimi quindici anni. Molti, dopo aver letto queste dichiarazioni, si faranno grasse risate, eppure le qualità dell’empolese   sono di gran lunga superiori a quelle di presunti difensori che militano in A, come ad esempio Gamberini o Bonucci, giusto per citarne un paio. Per Mori invece parlano le richieste di mercato. In A lo vogliono Catania e Chievo. Se non si perde per strada (come accaduto ad una ex giovane promessa del vivaio toscano come Coda) può fare strada.

All’Adriatico, mancherà il punto di riferimento offensivo dei toscani, Coralli, infortunato. Questa assenza potrebbe pesare non poco nell’assetto offensivo degli azzurri perchè in rosa, un altro giocatore con le caratteristiche del suo numero nove, l’Empoli non ce l’ha.

Tavano dovrebbe quindi far coppia con Mchelidze che, dopo aver segnato alla Juve col Palermo due anni fa, si è un po’ perso per strada a causa di  un carattere non facile. In questa gara la differenza la farà il centrocampo delle due squadre. Se Cascione riuscirà  a pressare Valdifiori, cervello pensante degli azzurri, allora darà la possibilità ai due esterni del centrocampo biancazzurro di avere maggior libertà di azione puntando Buscè e Regini e aprendo il gioco per  Insigne e Sansovini.

Per iniziare bene la stagione il Pescara, in queste due gare dovrà racimolare minimo quattro punti. Un risultato sotto la suddetta aspettativa innescherebbe un meccanismo di scontento che potrebbe creare non pochi problemi d inizio stagione. I tifosi del Pescara si aspettano molto da questa stagione. Patire con il piede giusto è quindi fondamentale.

Pubblicato da
Davide Luciani

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