PESCARA – Il Capogruppo di Forza Italia al Comune di Pescara Marcello Antonelli e il consigliere Fabrizio Rapposelli questa mattina in conferenza stampa sono intervenuti sulla vicenda del depuratore di Pescara e hanno asserito che il Parco depurativo non si farà mai perché non ci sono i fondi. In una lettera il Presidente dell’Ersi Tommaso Di Biase affermerebbe che le opere necessarie costerebbero complessivamente 32milioni di euro, ma di fatto ci sono solo 12milioni e mezzo di euro per il potenziamento del depuratore, di cui 8milioni e mezzo fondi dello Sblocca-Italia.
“La vicenda – ha ricostruito il Capogruppo Antonelli – è cominciata nel mese di febbraio 2017 quando è stata convocata una seduta urgente del Consiglio comunale per approvare una delibera, firmata dall’allora vicesindaco Del Vecchio, per la teorica approvazione del progetto di realizzazione del secondo depuratore di Pescara.
Su quella delibera, molto fumosa e poco concreta, il centro-destra ha aperto una opposizione serrata in aula, dimostrando con atti e documenti che Pescara non aveva bisogno di un secondo depuratore, ma che occorreva solo potenziare quello già esistente. E in pochi giorni abbiamo costretto il sindaco Alessandrini e il vicesindaco Del Vecchio a uscire allo scoperto e a confessare che in realtà non si sarebbe mai costruito un secondo depuratore, ma si trattava di una delibera per ratificare in realtà opere tese a creare una ‘filiale depurativa’, ovvero opere che, agendo in sinergia, avrebbero dovuto aumentare la capacità depurativa dell’attuale impianto.
Il centro-destra ha subito definito superflua quella delibera di indirizzo, che comunque il 6 marzo 2017 è stata approvata. Nel dispositivo dell’atto consiliare, abbiamo deliberato di ‘ritenere strategici per il disinquinamento del fiume Pescara e per la tutela e la salvaguardia del mare i seguenti interventi: realizzazione del parco della depurazione, consistente in una nuova struttura impiantistica, eventualmente ubicata in più siti, della filiera operativa, da affiancare in modo coordinato, all’esistente impianto di depurazione’.
A tal proposito sono state anche individuate 5 aree che potenzialmente potevano accogliere il parco. In secondo luogo si è deliberata la ‘realizzazione di una serie programmata di condotte separate di raccolta delle acque bianche e nere…da finanziare prioritariamente con le risorse FSC ordinario 2014-2020 (ovvero i fondi del Masterplan) individuate con la Delibera di giunta regionale 539 del 2016’.
Siamo andati all’atto di giunta regionale 539 del 2016 e abbiamo visto che nello stesso sono stati deliberati 30milioni di euro per il sistema depurativo di Pescara, Spoltore e San Giovanni Teatino mediante la realizzazione di un nuovo depuratore di Pescara e l’autonomia depurativa dei comuni di Spoltore e San Giovanni Teatino. Il finanziamento di tale investimento sarebbe stato garantito dal Masterplan.
Fin qui nulla di strano, ma il bubbone è scoppiato nei giorni scorsi quando, durante una seduta di Commissione, è saltata fuori una lettera, datata 19 settembre, firmata dal Direttore dell’Ersi Tommaso Di Biase, molto vicino al nostro Governatore, nella quale viene svelato l’inganno:
Di Biase, ha indirizzato la lettera, molto riservata, al Presidente D’Alfonso, al Dipartimento Opere pubbliche della Regione-Primavera, e, per conoscenza, all’Aca, all’Arap e al sindaco di Pescara affermando che il progetto del Parco depurativo era pronto e che era già stato presentato al sindaco il 14 settembre scorso.
E poi il Direttore Di Biase è arrivato ai conti, affermando che il progetto prevede un investimento complessivo di 32milioni di euro, ma ce ne sono solo 12milioni e mezzo, già finanziati e destinati al potenziamento del depuratore di Pescara, i lavori del primo lotto, per 8 milioni e mezzo di euro stanno per iniziare e risalgono a un finanziamento governativo dello Sblocca-Italia, quindi né Comune né Regione hanno tirato fuori un euro; il secondo lotto, da 4milioni di euro, è in corso d’appalto.
Inesistenti i fondi per le altre opere del Parco Depurativo per 20milioni di euro: secondo l’Ersi, il 65-70 per cento, ossia 13milioni di euro, non ci sono, ma si otterranno con i ribassi d’asta del Masterplan e qui è chiaro che è una colossale presa in giro per tutti i cittadini, perché quei soldi non esistono, sono ipotetici, legati a eventuali ribassi d’asta delle opere del Masterplan che non sono mai partite.
Questo significa che, semmai il Masterplan partirà, le eventuali rimanenze saranno accessibili solo fra almeno 5 anni, e comunque – ha aggiunto il Capogruppo Antonelli – sono fondi finalizzati, ovvero potranno essere utilizzati solo per opere dello stesso segmento infrastrutturale.
A questo punto Pescara non avrà alcuna delle opere previste nel progetto del Parco depurativo: non si faranno le due 2 vasche al sollevamento B0 della Madonnina, fondamentali per contenere gli sfiori in occasione della pioggia; non si faranno le vasche di laminazione dentro il depuratore, all’impianto di sollevamento di Fosso Vallelunga, allo stadio.
E soprattutto non si farà la separazione della rete delle acque bianche e nere, che pure il Consiglio comunale aveva ritenuto strategici. Anzi tale opera nel progetto dell’Ersi non è neanche contemplata tra le priorità e addirittura è stata derubricata come ‘interventi a medio e lungo termine’, tanto che non c’è neanche la relativa previsione economica di massima.
E fra l’altro sono anche scomparsi i 30milioni di euro inseriti nella Delibera di Giunta regionale del 2016 per l’utilizzo dei Fondi FSC per gli impianti depurativi di Pescara, Spoltore e San Giovanni Teatino, visto che l’Ersi non ne fa neanche menzione né riferimento, né tantomeno sono partiti i lavori. Dunque concretamente gli unici interventi realizzati per la salvaguardia del fiume e del mare di Pescara sono le opere del centro-destra, ossia il DK15, il Piano antiallagamenti, e, appunto, il potenziamento del depuratore per 8milioni e mezzo, quest’ultimo con fondi nazionali.
E allora – ha commentato il Capogruppo Antonelli – diventa difficile non pensare che la delibera portata con tanta urgenza in Consiglio comunale a febbraio, e approvata a marzo, dal sindaco Alessandrini non avesse l’unico obiettivo di creare un pretesto per giustificare l’assegnazione di un po’ di incarichi, tipico modus operandi di stampo dalfonsiano.
Ovviamente non faremo cadere qui la questione: abbiamo già chiesto l’audizione in Commissione dei protagonisti della vicenda, e nel frattempo chiediamo una seduta aperta del Consiglio comunale con la presenza del Presidente D’Alfonso che dovrà personalmente venire a relazionare sul ‘caso’ assumendosene le responsabilità”.
“Riteniamo l’intera vicenda vergognosa – ha commentato il consigliere Rapposelli -, oggi viene offesa l’istituzione stessa del Consiglio comunale, preso in giro in maniera imbarazzante dalla Regione e dall’Ersi.
Si parla per mesi dei problemi dell’inquinamento del mare, del fiume, si è rimasti in aula per giorni, accusato, il centro-destra, di voler bloccare una delibera necessaria per far partire opere strategiche e fondamentali, e oggi scopriamo che è stata tutta una farsa ai danni dei pescaresi”.
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