“Il bubbone è esploso lo scorso settembre – ha ricordato Foschi -, quando proprio la nostra Associazione ha sollevato il problema delle condizioni di assoluta insicurezza e inagibilità di alcune scuole della città, portando il ‘caso’ dinanzi al Prefetto Basilicata. In sostanza gli stessi tecnici del Comune avevano preparato delle relazioni in cui hanno sollevato un gravissimo allarme circa le condizioni di alcuni Istituti scolastici in particolare parlando di giunti esplosi, di assenza di certificazioni, di pilastri ammalorati, tanto che la nostra Associazione ha chiesto di non riaprire quelle scuole per garantire la sicurezza dei bambini.
Dopo quella riunione, il Comune decise comunque di riaprire gli Istituti, anche se i tecnici comunali, sempre in quella sede, hanno confermato la validità delle proprie relazioni, peraltro inviate anche in Regione per ottenere fondi straordinari per la ristrutturazione degli edifici. Il nostro allarme, però, non è caduto nel vuoto: tra le scuole in emergenza, infatti, c’era anche la scuola media ‘Michetti’, in via del Circuito, che per metà è occupata dagli studenti, mentre l’altra metà ospita il Comando della Polizia municipale.
In seguito all’allarme sollevato e documentato dalle carte, firmate dall’architetto Marco Polce, due Organizzazioni sindacali, il DiCCAP, guidato dall’agente Fabrizio Giammarco, e il CSA, guidato dall’agente Walter Falzani, il 10 settembre scorso hanno indirizzato una lettera di richiesta chiarimenti sull’agibilità del Comando al sindaco Alessandrini, all’assessore alla Polizia municipale Gianni Teodoro, al Comandante Maggitti, al Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione, ai Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza, al Datore Unico di Lavoro, l’ingegner Pierluigi Caputi all’epoca dei fatti, e, per conoscenza, al Prefetto Basilicata. Nella lettera si legge che ‘Le scriventi Organizzazioni sindacali hanno appreso che la scuola Michetti, che comprende anche il Comando di Polizia municipale, stando ai documenti ufficiali, non risulta dotata dei criteri di agibilità in quanto priva dei requisiti sismici e della certificazione di prevenzione incendi.
I fatti appresi sono preoccupanti e i lavoratori vengono tenuti all’oscuro di ciò che direttamente li riguarda. Le scriventi Organizzazioni sindacali chiedono di fare immediata chiarezza in merito a quanto appreso e di conoscere quali provvedimenti verranno adottati al fine di garantire la sicurezza dei lavoratori della Polizia municipale’. Dopo nove giorni, il 19 settembre, il Comandante Maggitti, preso atto della lettera ricevuta – ha proseguito Foschi – ha a sua volta preso carta e penna e ha indirizzato una seconda nota al Datore Unico di lavoro Caputi, al Dirigente al Patrimonio Gaetano Silverii, al Dirigente all’Edilizia l’ingegner Aldo Cicconetti, al Capo Dipartimento Tecnico Tommaso Vespasiano, al Capo Dipartimento Amministrativo Guido Dezio, al sindaco Marco Alessandrini, al vicesindaco Antonio Blasioli, all’assessore alla Municipale Teodoro e a tutta la giunta comunale. Nella sua lettera, molto scarna per la verità, il Comandante si è limitato a trasmettere a sua volta la nota dei sindacati ‘restando in attesa di riscontro’.
Sono trascorsi quattro mesi e sulla vicenda è sceso un vergognoso silenzio: nessuno ha ritenuto di rispondere alla richiesta delle Organizzazioni sindacali e del Comandante Maggitti, né i tecnici, né gli amministratori, né tantomeno i dirigenti, testimoniando in modo tangibile che al Palazzo comunale, della Polizia municipale non interessa niente a nessuno, zero considerazione, zero attenzione. Questa volta, però, non si parla di turni di lavoro o del nuovo Regolamento, ma dell’agibilità dell’edificio che ogni giorno ospita non solo i quasi 200 agenti in servizio, ma ospita anche le centinaia di persone che si rivolgono ai vari servizi, e, paradossalmente, ospita anche gli uffici del Coc, il Centro Operativo Comunale, che viene attivato in occasione delle emergenze. Tradotto: se domani a Pescara dovesse verificarsi un terremoto, il Coc si riunirà in un edificio che, a oggi, non sappiamo neanche se sia sismicamente a norma.
A questo punto – ha ancora detto Foschi – l’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ ha deciso che sia giunto il momento di rompere il muro di silenzio sceso sulla vicenda: chiederemo alla Commissione Controllo, Vigilanza e Garanzia di convocare una seduta urgente sulla problematica, chiamando attorno a un tavolo tutte la parti in causa per informare gli agenti della Municipale se oggi lavorano in una sede idonea e sicura o meno”.
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