E’ quanto ha sottolineato il capogruppo Armando Foschi (L’Officina per l’Italia) in risposta alle affermazioni dei consiglieri PD sulla realizzazione del Teatro comunale e sulla presunta privatizzazione delle aree di risulta
PESCARA – Il capogruppo Armando Foschi (L’Officina per l’Italia), replicando alle affermazioni odierne del Pd ,ha detto che sulla delibera proposta dalla maggioranza di governo per la realizzazione del Teatro comunale la stessa maggioranza non ammette né mistificazioni, né deformazioni della realtà, né soprattutto bugie da parte del Pd.Per Foschi quella delibera non prevede alcuna privatizzazione delle aree di risulta, ma piuttosto la costituzione di una società pubblico-privata che avrà il ruolo di costruire e gestire in futuro il teatro e il Comune parteciperà alla società conferendo il bene, e non cedendone la proprietà, ossia il terreno su cui dovrà sorgere la struttura, 8mila 500 metri quadrati sui 13 ettari delle aree di risulta. Nello Statuto e nei patti parasociali sono state previste quelle clausole che mettono il Comune al riparo e al sicuro sia dalla partecipazione a eventuali perdite che dalla perdita del cespite, ossia del terreno. E soprattutto nello Statuto, redatto dal Direttore generale Stefano Ilari, è stato previsto che l’eventuale vendita del bene potrà avvenire solo con decisione unanime della parte pubblica e privata della società. In altre parole il Comune avrà la governance della società dunque nulla potrà essere deciso senza il suo assenso.“Ancora una volta – ha sottolineato il capogruppo Foschi – il Pd ha completamente stravolto l’esito di una seduta di Commissione, fortunatamente verbalizzata, attribuendo al Direttore generale Ilari frasi e impressioni mai sollevate. Ma siamo abituati al partito-del-non-fare che ovviamente nell’ultimo scorcio della consiliatura si scatenerà pur di impedire qualunque atto amministrativo, seppur a discapito della città stessa”.
“Nel corso della seduta di Commissione di ieri non ho confutato alcun dubbio espresso dalle forze politiche di opposizione e sono io a essere stupito dalle dichiarazioni odierne – ha spiegato il Direttore Ilari chiarendo quanto avvenuto ieri in Commissione -. In apertura di seduta, i consiglieri di opposizione mi hanno chiesto perché l’amministrazione aveva scelto la costituzione della società mista pubblico-privata anziché optare per un appalto in concessione o un Project Financing. Ho spiegato che la scelta è partita dal presupposto che il Comune non dispone delle provviste finanziarie necessarie per l’appalto in concessione, mentre il Project Financing presuppone la presenza di un investitore privato che rediga un Piano finanziario per rientrare dell’investimento attraverso la semplice gestione futura del teatro e soprattutto prevede il parere di congruità di una banca. Ora, trattandosi della realizzazione di una struttura culturale, quale un Teatro, è difficile trovare un imprenditore che rientri della spesa di quasi 25milioni di euro solo con la gestione. Dunque l’unica soluzione per costruire, a costo zero per il Comune, la struttura culturale, come verificato attraverso interlocuzioni informali con operatori di molte altre città, è quella di costituire un modello societario in cui il Comune abbia la governance della struttura, una società che, attraverso lo Statuto e i Patti parasociali inseriti nella gara, attenui il rischio da un lato di dover partecipare a eventuali perdite, perché è già stato stabilito in partenza, dall’altro di perdere il cespite, proprio perché abbiamo stilato dei patti parasociali che garantiscono la parte pubblica. E ovviamente non c’è alcun rischio né idea di privatizzazione: il Comune partecipa alla società conferendo il terreno su cui verrà costruito il teatro, 8mila 500 metri quadrati, dunque non è una privatizzazione, ma un conferimento del bene, o meglio il Comune partecipa al capitale della società in quota parte con il valore del bene conferito. Al contrario ci sarebbe stata una privatizzazione con il Project Financing. Con la società il Comune mantiene la governance del gruppo e partecipa alla sua gestione”.
Il Pd ha poi sostenuto che, con la società, ‘basterebbe la volontà del socio di maggioranza per determinare la messa in liquidazione della società con la vendita del patrimonio’.
“Anche questo non è vero – ha aggiunto il Direttore Ilari -: come ho già chiarito ieri in Commissione, lo Statuto dice espressamente che tali decisioni possono essere assunte solo all’unanimità dell’Assemblea pubblico-privata, non possono essere prese senza l’assenso del Comune, proprio perché il Comune ha la governance della società”.
“Ormai il Pd è giunto alla mistificazione totale della realtà – ha ripreso il capogruppo Foschi – facendo affermazioni gravi, e addirittura dimenticando che chi voleva perpetrare la privatizzazione delle aree di risulta, con la loro cessione a un imprenditore privato, è stato proprio il Pd con l’ex giunta di centro-sinistra, un’operazione che il centro-destra è riuscito a fermare. Il Pd oggi ha dimostrato di avere paura politicamente, perché è evidente che il Teatro rappresenta la concretizzazione di ciò che il centro-sinistra non è riuscito a fare per incapacità di programmazione del territorio. Ma a questo punto, a fronte delle bugie, è giusto che anche il territorio si mobiliti e faccia sentire la propria voce, a partire da quel mondo della cultura che in quel teatro vedrebbe la realizzazione delle proprie necessità. Ovviamente la discussione in Commissione proseguirà, non per una qualche esitazione della maggioranza, ma solo perché volevamo dare al Pd la possibilità, per una volta in quattro anni e mezzo di cieco ostruzionismo, di fare qualcosa di costruttivo per la città, ma è evidente che non ce ne sono le premesse né le volontà”.