L’esponente dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ chiede che ne siano ufficializzati gli esiti
PESCARA – Armando Foschi, esponente dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’,interviene sul tema dell’ispezione ufficiale dell’Enac all’aeroporto di Pescara: per tre giorni e mezzo gli ispettori inviati dall’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile hanno passato al setaccio strutture e conti per capire meglio qual è oggi la gestione dello scalo pescarese.
Foschi chiede che la Saga renda ufficiali gli esiti di tale ispezione.
“Da quasi due anni continuiamo a denunciare una gestione drammatica dello scalo d’Abruzzo – ha ricordato Foschi -: ormai la Saga non riesce a produrre utili, forse aumenta il numero dei passeggeri, ma ha chiuso il bilancio al 31 dicembre 2014 con una perdita di 7milioni 740mila euro. Il 26 gennaio 2015 la Regione ha deciso una nuova ricapitalizzazione, per 7 milioni di euro, dopo che già la ricapitalizzazione del 2014, per 5milioni 972mila euro, era stata dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale visto che la Regione non aveva ricevuto l’approvazione preliminare della Commissione Europea, l’unica abilitata a giudicare se si trattasse di aiuti di Stato compatibili.
Sperando di bypassare tale inghippo, il Governo D’Alfonso si è inventato una nuova ‘ricapitalizzazione come aiuto al funzionamento dello scalo’, che però non esiste nella legge europea, e comunque poteva essere varato solo dopo l’approvazione del Piano industriale, ratificato solo il 7 settembre 2015, ovvero otto mesi dopo l’erogazione dei 7 milioni di euro. Ma comunque le continue iniezioni di denaro, mascherate sotto la parvenza delle ‘ricapitalizzazioni’, non salveranno i conti, visto che la Saga fa acqua da tutte le parti.
A inizio 2016 abbiamo raccolto tutte le carte e abbiamo inviato il faldone all’esame della Corte dei Conti e dell’Enac chiedendo di commissariare la Saga e siamo rimasti in attesa delle determinazioni successive. Nel frattempo abbiamo vissuto la crisi del ‘caso’ Ryanair, recuperato solo in extremis; abbiamo assistito alla politica ‘leggera’ del Governatore D’Alfonso che ha pensato di risolvere i problemi riallargando il Cda della Saga da tre a cinque membri, una scelta assolutamente antieconomica e incomprensibile.
Nel frattempo è arrivato anche l’addio di Alitalia che ha dismesso la rotta su Roma-Fiumicino, tagliandoci, anche in questo caso, fuori dalle rotte internazionali. Finalmente ai balletti della Regione Abruzzo è arrivata la risposta dell’Enac che ha inviato i propri ispettori a Pescara: controlli e verifiche sono andati avanti, in un clima piuttosto teso, per tre giorni e mezzo e, stando alle voci, avrebbero fatto emergere diverse criticità. Voci interne parlano di controlli rigorosi sul sistema della security.
E chiediamo allora al Presidente della Saga Mattoscio – ha detto Foschi – se corrisponde al vero che, proprio nei giorni dell’ispezione, sia stato trovato rotto uno dei metal detector in funzione per il controllo dei passeggeri nell’area imbarco, tanto da non rilevare la presenza di armi improprie, appositamente inserite dagli ispettori. E chiediamo se corrisponde al vero che, in quegli stessi giorni, sia stato trovato rotto anche uno sportello dell’area bagagli, altra anomalia che avrebbe fatto storcere il naso alla task force dell’Enac.
E purtroppo, sempre secondo le Organizzazioni di categoria interne, si tratterebbe di due guasti non casuali o determinati dalla sfortuna, ma all’origine ci sarebbero i tagli operati dall’attuale governance sulla gestione dello scalo, quella stessa governance però che si preoccuperebbe di spendere 60mila euro in benefit per i vertici Saga, e anche in questo caso chiediamo al Presidente Mattoscio se tale spesa è realmente nel bilancio della società.
Infine chiediamo di sapere – ha aggiunto ancora Foschi – se sia vero che gli ispettori hanno sollevato obiezioni anche ai controlli amministrativi, ovvero alla verifica dei conti della Saga-aeroporto e, nel caso, chiediamo di ufficializzare quali siano le voci eventualmente oggetto di contestazione.
A oggi forti preoccupazioni sono state già espresse dalle maestranze lavorative dello scalo a fronte dell’ispezione capillare, ma sicuramente opportuna, disposta dall’Enac: secondo le stesse maestranze, infatti, se l’aeroporto di Ancona con 43milioni di euro di debiti sarebbe già stato dichiarato sull’orlo del fallimento, si chiedono quali sono i rischi per lo scalo di Pescara, sul quale, stando alle indiscrezioni, graverebbe un debito di 30milioni di euro, ovvero di poco inferiore rispetto a quello marchigiano.
Ovviamente condividiamo le preoccupazioni delle maestranze sollecitando un’operazione trasparenza da parte del Presidente Mattoscio, al fine di garantire la serenità di quelle famiglie, ma anche della città e della regione intera”.