I pescaresi hanno interpretato il senso e il significato più concreto del monito giunto direttamente dal Presidente Napolitano ed hanno colto lo spirito più autentico della celebrazione, ossia una festa di un popolo unito che supera le barricate ideologiche e politiche per affrontare insieme le emergenze economiche e sociali che ci troviamo dinanzi.
Alla cerimonia hanno presenziato il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia, il Presidente della Provincia Guerino Testa, il viceprefetto Vincenzo De Vivo, l’onorevole Vittoria D’Incecco, gli assessori comunali Giovanna Porcaro, Vincenzo Serraiocco e Massimo Filippello, il consigliere provinciale Gianni Teodoro, i consiglieri comunali Vincenzo Dogali, Massimo Pastore, Vincenzo Di Noi e Alfredo Cremonese, il Presidente della Circoscrizione Porta Nuova Piernicola Teodoro, l’arcivescovo di Pescara Monsignor Tommaso Valentinetti, l’abate generale Don Giuseppe Natoli e il Presidente della Camera di Commercio Daniele Becci, oltre a tutte le Autorità Militari e ai rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d’Armi, tra cui anche i reduci dei campi di concentramento.
La cerimonia si è aperta alle 10 in punto con lo schieramento dei Reparti d’Onore e l’ingresso in piazza Garibaldi dei Labari e dei Gonfaloni raccolti ai lati del monumento ai Caduti. Quindi il picchetto d’onore con il passaggio del viceprefetto De Vivo in rassegna dei corpi militari, seguito dall’Alzabandiera, sulle note de Il Silenzio, rotto solo dall’applauso dei presenti, ad accompagnare l’Inno Nazionale cantato da tutta la piazza. Subito dopo il sindaco Albore Mascia, il Presidente Testa e il viceprefetto De Vivo hanno accompagnato le tre Corone ai piedi del monumento ai Caduti per un minuto di raccoglimento e silenzio, con la Santa Benedizione impartita quest’anno direttamente dall’arcivescovo Valentinetti pensando ‘a quanti sono caduti per l’Italia unita, ai giovani militari, ma anche alle vittime civili’. La cerimonia si è conclusa, come da tradizione, con l’uscita dei Labari e Gonfaloni.
Ha sottolineato il sindaco Albore Mascia:
una cerimonia sobria alla quale, mai come quest’anno, ha partecipato una comunità raccolta ed emotivamente coinvolta, a conferma del monito giunto proprio stamane dal Presidente Napolitano che, ancora una volta, ha invitato tutti a superare quelle barriere ideologiche ormai sorpassate dal tempo, conservando la memoria, ma ritrovando quell’unità che 67 anni fa consentì ai nostri nonni, ai nostri padri, di costruire l’Italia odierna, un paese che dovrà affrontare ancora momenti duri, per una crisi che non appartiene solo a Pescara, o all’Abruzzo o al nostro paese, ma all’Europa intera. All’orizzonte si intravedono emergenze che solo una nazione unita, forte, matura, responsabile e solidale potrà superare. Il 25 aprile non è sicuramente la festa di una sola ‘parte’ dell’Italia, ma è la festa del paese unito che difende valori a 360 gradi, che appartengono ai cattolici, ai laici, ai Repubblicani, da cui provengo. Come ha sottolineato il Presidente Napolitano oggi ‘non è ammissibile nessuna ricaduta in visioni ristrette e divisive del passato’; le esigenze odierne impongono agli amministratori e ai rappresentanti delle pubbliche Istituzioni di lavorare tra i ragazzi per divulgare i valori della pacificazione.
[Foto di Michele Raho per gentile concessione]
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