PESCARA – La Provincia di Pescara richiederà una moratoria internazionale sulle estrazioni in Adriatico investendo di questa responsabilità il Parlamento Europeo, in quanto “il diritto dei territori e delle popolazioni residenti di legittima difesa dai rischi e pericoli che derivano dall’estrazione di idrocarburi, soprattutto se questo avviene in un mare piccolo e chiuso come l’Adriatico, va considerato inalienabile ed inconfutabile”.
É quanto si legge nella delibera approvata oggi in Consiglio Provinciale, con il voto unanime della maggioranza che ha partecipato compatta al voto. Assenti, invece, i 4 consiglieri della minoranza.
La Provincia di Pescara chiederà anche “ai Parlamentari eletti in Abruzzo – si legge nel documento – di adoperarsi affinché mettano in campo tutti gli atti necessari a scongiurare le trivellazioni per la ricerca e lo sfruttamento degli idrocarburi sulla terraferma e in Adriatico e di intraprendere ogni iniziativa affinché l’Abruzzo non venga identificato come distretto minerario nazionale e chiederà che, nella Strategia Energetica Nazionale, venga ulteriormente promossa la produzione di energia da fonti rinnovabili, puntando piuttosto all’efficienza ed al risparmio energetici nei settori del riscaldamento e del trasporto”.
Anche per sottolineare pubblicamente la propria posizione, la Provincia “parteciperà con il proprio gonfalone e con una rappresentanza dell’Amministrazione Provinciale alla manifestazione che si terrà sabato 23 maggio a Lanciano e si impegnerà ad organizzare incontri informativi insieme alle associazioni e alle altre amministrazioni coinvolte in modo da mettere al corrente la Cittadinanza sui rischi della realizzazione dei progetti in questione, nonché di altri progetti che, secondo il piano governativo di Strategia Energetica Nazionale, intendono trasformare l’Abruzzo in distretto minerario petrolchimico”.
Affermano il Presidente Antonio Di Marco e il consigliere con delega all’Ambiente Luciano Di Lorito:
“Il nostro territorio non può essere aggredito da progetti incompatibili con le vocazioni turistiche e produttive di un’area marina di rilievo come quella della costa teatina. Con questo documento intendiamo esprimere le stesse preoccupazioni delle associazioni e dei Comuni interessati dalla istituzione del Parco Nazionale della Costa Teatina: è volontà delle popolazioni tutte, comprese quelle della Provincia di Pescara, opporsi ai sopraelencati progetti, le cui ripercussioni non sono limitate al solo tratto di mare antistante, ma riguardano l’intera costa abruzzese essendo il mare adriatico un ecosistema chiuso e particolarmente vulnerabile sotto l’aspetto ambientale. Per questo chiederemo al Presidente della Regione Abruzzo di rappresentare adeguatamente la maggioritaria volontà popolare presso le istituzioni nazionali e sovra-nazionali, promuovendo ogni iniziativa che impedisca la realizzazione di progetti come “Ombrina Mare”, “Rospo mare” ed “Elsa 2” e conseguentemente la cancellazione del destino petrolchimico della nostra Regione, avvalendosi di tutte le opzioni aperte nelle leggi nazionali ed europee. Inoltre chiederemo al Presidente di farsi portavoce presso il Governo della necessità di emanare un Decreto Legge che ripristini il divieto di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi all’interno delle 12 miglia estendendolo anche ai procedimenti in corso”.
La delibera approvata dal Consiglio sarà inviata oggi stesso al Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio Europeo, al Presidente del Consiglio ed ai membri del Governo, ai Parlamentari eletti nella circoscrizione Abruzzo, ai parlamentari Europei eletti nelle Circoscrizioni Sud, Cento e Nord-est, al Presidente della Regione Abruzzo, agli Assessori e ai Consiglieri Regionali tutti nonché, alla Commissione Europea e al presidente della Commissione Ambiente del Parlamento Europeo.
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