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Pescara, inaugurata nuova sede Lilt in via Rubicone

da Redazione

PESCARA – E’ stata inaugurata ieri, accanto all’ambulatorio di Cardiologia sociale, la nuova sede della Lilt in via Rubicone a Pescara, dove verrà fatta  prevenzione sanitaria. Il nuovo ambulatorio della Lega Italiana della Lotta contro i tumori, con il professor Marco Lombardo è  una struttura già operativa e grazie all’ormai tradizionale collaborazione tra amministrazione comunale, Asl e Associazioni, andrà ad arricchire l’offerta di assistenza sanitaria sul territorio. Inoltre nella stessa struttura  verrà aperto a breve un Centro prelievi e uno sportello del Centro Unico per le Prenotazioni, consentendo a tanti utenti di prenotare a due passi da casa i propri esami, senza la necessità di raggiungere i lontani distretti o l’ospedale.

L’assessore alle Politiche sociali Guido Cerolini  ha inaugurato con l’assessore al Patrimonio Eugenio Seccia, la sede della Lilt  alla presenza  tra gli altri del  professor Lombardo, Presidente della Sezione provinciale della Lilt, e della vicepresidente Milena Grosoli D’Aquino, Ferdinando Guarino, della Direzione sanitaria della Asl, del Presidente della Provincia di Pescara Guerino Testa,  di Nicoletta Verì, Presidente della V Commissione consiliare regionale Sanità e  di alcuni consiglieri della Circoscrizione Porta Nuova  e di  150 cittadini intervenuti all’evento.

A leggere il saluto del sindaco Albore Mascia, assente perché impegnato a L’Aquila per l’inaugurazione dell’Anno Giudiziario, è stato l’assessore Seccia che, come assessore al Patrimonio, ha messo la struttura a disposizione della città:

la cerimonia odierna rappresenta un significativo traguardo che ci ha visto impegnati insieme, con l’obiettivo di offrire un servizio di particolare rilevanza sociale ai malati oncologici del nostro territorio. Un percorso iniziato quando mesi fa il Presidente Lombardo ci ha segnalato la necessità di poter disporre di un locale comunale in cui realizzare la propria attività statutaria, per lo svolgimento di alcuni progetti ambiziosi finalizzati a sconfiggere ‘il male del secolo’ attraverso la promozione della politica della prevenzione diffusa a ogni livello. Progetti lungimiranti rivolti a una pluralità di soggetti come lavoratori, volontari, studenti, giovani donne, fumatori: ricordiamo ad esempio la ‘settimana di prevenzione oncologica’ o il ‘sistema salute’, un progetto di prevenzione primaria per gli studenti delle scuole cittadine, sino a giungere al ‘Progetto verso’ per la selezione e la conseguente formazione di nuovo volontariato all’interno della rete ospedaliera a supporto non solo del paziente, ma anche dei familiari e degli operatori sanitari. Progetti che hanno trovato piena condivisione da parte di un’amministrazione comunale assolutamente consapevole della rilevanza delle attività legate alla prevenzione e alla cura del malato oncologico, non solo dal punto di vista fisico, ma anche sotto il profilo sociale e psicologico, che a volte viene sottovalutato, ma riveste uguale importanza per il recupero delle persone e per il sostegno delle famiglie.

Ha aggiunto Cerolini:

uno degli obiettivi che si prefigge il Piano di Zona dei Servizi Sociali  è il rafforzamento del livello di integrazione socio-sanitaria, non solo integrando le attività e le competenze di ognuno degli Enti pubblici interessati, ma, soprattutto, definendo modalità stabili di lavoro congiunto fra Servizi Sociali, Servizi Sanitari e Volontariato. Per i servizi di cura rivolti in particolare all’area della non autosufficienza, l’integrazione necessita essenzialmente della definizione di un unico sistema di governance delle azioni, che preveda anche attività di informazione e orientamento per la cittadinanza, soprattutto incentrato sulla prevenzione. Informazione e orientamento sono due funzioni che si legano strettamente: infatti, l’informazione da sola può risultare scarsamente efficace a fronte della necessità sempre più ricorrente di sostenere le decisioni delle persone e delle famiglie, di fornire strumenti per valutare le diverse alternative a disposizione e identificare la scelta più opportuna. E’ centrale non solo ciò che viene offerto ma anche il modo in cui ciò avviene, il processo con cui viene offerta informazione, viene spiegata, ci si mette in relazione, si ascolta, si avvia una chiarificazione del bisogno e della domanda. L’integrazione tra due mondi gestiti con regole, procedure e risorse umane e strumentali notevolmente diverse tra loro si manifesta alquanto arduo, soprattutto nella traduzione in servizi armonizzati per l’utenza particolarmente fragile. Qui subentra il ruolo fondamentale delle associazioni di volontariato, la cui snellezza operativa permette una facile e veloce decodificazione e traduzione in azioni dei diversi ruoli. Nel modello di welfare, che l’Amministrazione sta attuando – ha proseguito l’assessore Cerolini -, il ruolo della sussidiarietà orizzontale è fondamentale e finalizzato a promuovere potenzialità e risorse sia del singolo che della comunità. Particolarmente delicata la funzione svolta dalle associazioni che svolgono volontariato nell’ambito dell’integrazione socio-sanitaria, come la LILT, poiché oltre ad essere d’ausilio agli Enti pubblici nelle attività di programmazione, informazione e gestione dei servizi svolgono il difficile ruolo di mediazione tra il cittadino. Asl e Comune e tra gli stessi Enti.

La loro azione, poi, è particolarmente efficace nell’attività di prevenzione in cui il pubblico è colpevolmente assente. L’attività della LILT si inserisce in un momento molto delicato della vita dell’individuo e delle famiglie, momento in cui la disposizione mentale ed emotiva è fondamentale per la riuscita della cura medica, ed avere la certezza della presenza di una rete amicale che, soprattutto nelle realtà cittadine grandi e medio-grandi, solo le associazioni di volontariato possono rappresentare diventa di vitale importanza. La solitudine e la depressione in questo periodo della vita sono le alleate migliori della malattia. Il welfare locale contemporaneo non è più una protezione rudimentale costruita su legami di parentela e vicinato ma un’articolazione del sistema istituzionale complesso di risposte a bisogni e rischi in contesti sempre più individualizzati ed eterogenei. La prospettiva è quindi quella di un sistema sociale che passi da un welfare assistenziale a un welfare delle responsabilità condivise; che favorisca la cittadinanza attiva e le iniziative di solidarietà organizzata. Gli obiettivi di politica sociale possono infatti essere efficacemente perseguiti solo con il positivo coinvolgimento di tutti i soggetti della comunità locale, ma soprattutto del volontariato. Il luogo scelto per l’assegnazione alla LILT di un locale, via Rubicone , nel cuore del quartiere San Donato, non è casuale ma risponde proprio alla logica d’integrazione delle politiche sociali, sanitarie e di volontariato, nel principio della sussidiarietà orizzontale. Infatti è intenzione dell’Amministrazione riorganizzare i locali di via Rubicone per realizzarvi al piano terra un centro prelievi ed uno sportello Cup. Mentre al primo piano è già realtà la presenza dell’Associazione LILT e dell’ambulatorio di cardiologia sociale. Servizi al cittadino che vanno a concretizzarsi in una zona della città dove esiste una notevole concentrazione di anziani e l’assenza di strutture sanitarie.

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