Il promotore di Pescara – Mi piace sottolinea il superamento dei 35 giorni di polveri oltre i limiti, in base al quale dovrebbero scattare provvedimenti immediati sulla mobilità
PESCARA – L’avvocato Berardino Fiorilli, promotore dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ alla luce dell’ulteriore peggioramento dei dati relativi alla qualità dell’aria a Pescara,forniti dall’Arta, sollecita da parte dell’Amministrazione comunale provvedimenti immediati sulla mobilità e sottolinea che la stessa in un anno e mezzo, oltre ad aver distribuito incarichi a due consulenti del traffico,non ha adottato un solo intervento a favore della vivibilità anzi le modifiche alla viabilità apportate sembrerebbero aver peggiorato la situazione delle polveri sottili, veri e propri «killer» per la nostra salute.
“Il sindaco Alessandrini e il suo assessore al traffico hanno semplicemente e clamorosamente fallito – ha sottolineato l’avvocato Fiorilli -. In 18 mesi hanno smantellato tutto l’ottimo lavoro realizzato sulla viabilità dai miei uffici e i risultati li vediamo oggi: impossibile transitare su Pescara per le decine di cantieri aperti contemporaneamente su punti di snodo strategici della città, segno della totale incapacità di coordinamento tra l’ufficio traffico e quello dei lavori pubblici che però, ed è questo il bello, fanno capo a un unico assessore, Del Vecchio, ovvero la mano destra non sa quello che fa la sinistra. Stravolto a colpi di ordinanze, e dunque non sulla base di un piano urbano della mobilità ragionato, il sistema dei sensi unici nel centro cittadino, con l’unico risultato di riportare non le auto, ma il traffico congestionato dentro la città e di paralizzarlo, e lo dimostrano i parcheggi in doppia fila e le auto incolonnate a qualunque ora in via Regina Margherita o via Regina Elena. Riapertura al traffico di corso Vittorio Emanuele, esattamente un anno fa, con la chiusura delle tre arterie alternative realizzate dal centro-destra, con il risultato di non aver incentivato l’economia commerciale della strada, perché lo shopping lo fanno gli utenti che passeggiano, non quelli che sfrecciano dinanzi alle vetrine in auto, ma di aver riportato enormi volumi di traffico lungo la strada, trasformando di nuovo il corso in una camera a gas, e lo sanno i residenti che sono tornati a vivere prigionieri in casa con le finestre sigillate per non respirare solo smog. Senza parlare della demolizione delle opere di arredo urbano che avevamo realizzato, per una spesa di 1milione 400mila euro, come abbiamo dimostrato ieri in conferenza stampa. E che l’aria sia avvelenata lo testimoniano le centraline dell’Arta situate tutt’attorno al corso, in via Firenze o in viale Bovio. Ciliegina sulla torta, il duo Alessandrini-D’Alfonso ha anche affossato la prosecuzione del progetto della filovia, unico strumento oggi disponibile per ridurre i volumi di traffico in ingresso su Pescara, lanciando un messaggio chiaro alla città: i residenti della strada parco hanno il diritto di continuare a beneficiare di una strada loro riservata, inaccessibile ad autobus e mezzi privati, i residenti di viale Bovio, corso Vittorio Emanuele, via Leopoldo Muzii e via Nazionale Adriatica nord possono morire di smog. Il campanello d’allarme era già suonato da alcuni giorni, quando i valori dello smog hanno ripreso a saturare l’aria di Pescara, dopo anni di tranquillità. Oggi il verdetto: superati i 35 giorni di polveri alle stelle, la legge impone al sindaco Alessandrini l’adozione di provvedimenti limitativi sul traffico, provvedimenti obbligatori e non facoltativi. Ma ancora una volta il sindaco-indecisionista temporeggia, spera nel favore degli astri, consulta i siti on line, e auspica che intervenga un ente superiore a spazzare via le polveri, sgravandolo dal peso immane di decidere per il bene della città. L’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ chiede all’amministrazione comunale come intende affrontare l’emergenza dell’inquinamento atmosferico in atto, sperando non voglia scopiazzare male le ‘domeniche ecologiche’, l’unica idea partorita con il valido aiuto di due consulenti del traffico profumatamente pagati, che da sola, ovvero senza interventi infrastrutturali, non sortirà alcun effetto sulla qualità dell’aria. La legge su questo tema è chiara e impone al sindaco di comunicare alla città in modo tempestivo, e non dopo tre o quattro giorni, l’aumento dei livelli di inquinamento ambientale, adottando, entro le 24 ore immediatamente successive, provvedimenti di stop al traffico per calmierare la situazione d’emergenza. Ovvero – ha precisato Fiorilli – già oggi le auto si dovrebbero fermare, non è che l’assessore Del Vecchio può accomodarsi in poltrona e fare qualcosa quando pare a lui. In caso contrario scattano le denunce in Procura, le stesse che nel 2009 presentavano le Associazioni ambientaliste”.