Lupo scrive ai Sindaci:”le imprese sono allo stremo, con aumenti esagerati rischiate un flop”
PESCARA – Non ci sono soldi. Così, l’aumento generalizzato delle tasse locali rischia di trasformarsi per i Comuni in un boomerang, perché in un sistema produttivo ridotto allo stremo è facile immaginare un forte rischio di evasione. E’ quanto afferma, in una lettera indirizzata ai primi cittadini abruzzesi, il presidente regionale della Cna, Italo Lupo: «Secondo un nostro studio nazionale – scrive – il “total tax rate”, ovvero la somma delle tassazioni nazionali e locali, compresa la parte contributiva, ha fissato per l’anno 2014, un valore complessivo medio nazionale del 63,1%. Per la sola Imu sugli immobili destinati ad attività produttive, tra il 2011 e il 2012 si è registrata una crescita media nazionale del 140%.».
In questa situazione, «le decisioni che le amministrazioni locali vanno assumendo, in queste settimane sulle aliquote riguardanti le diverse addizionali o tasse locali, come Imu, Tasi, Tari, Irpef, in caso di eventuali scelte di maggiore tassazione a carico delle imprese artigiane e commerciali, avrebbero sull’economia regionale e sulla vita stessa delle piccole imprese che rappresentiamo effetti letali». Effetti che non resterebbero privi di conseguenze sulla stessa finanza locale: «Se improntata a una filosofia di puro e semplice aumento del suo carico, l’intera partita della tassazione locale appare miope, se non destinata a un vistoso fallimento. Questo perché, al di là di una formale operazione contabile, esiste un problema sostanziale: e cioè un evidente rischio-evasione in presenza di una tassazione insostenibile. Perché se non ci sono soldi, non ce ne sono neppure per pagare le tasse». Di qui la proposta della confederazione artigiana agli enti locali: «Le amministrazioni locali devono operare sul fronte dei tagli alle spese improduttive, alle consulenze, ai costi della politica, o sulla dismissione di immobili e beni».