Salce: con la Iuc aumenti esponenziali, annullato il bonus degli 80 euro in busta paga
PESCARA – Addizionale Irpef pressoché quadruplicata per imprese e famiglie. Aliquote Tasi, la tassa che si aggiunge all’Imu, che crescono di una volta e mezza. Tutto ciò mentre resta ancora da scoprire di quale entità sarà la tassa sullo smaltimento dei rifiuti, la Tari. Sta in queste cifre “da brivido” il senso dell’autentica stangata fiscale decisa ieri dal Consiglio comunale di Pescara a carico di imprese e famiglie: un trittico che finirà per dare alla nuova Iuc – così si chiama in una jungla di nuove sigle la tasse che le riassume tutte – le dimensioni di un vero e proprio salasso. Sottraendo ai cittadini le poche risorse in circolazione, come i famosi 80 euro nelle buste paga più povere, che avrebbero dovuto invece rilanciare i consumi.
All’indomani della decisione assunta dall’assemblea cittadina, nonostante la forte pressione contraria di associazioni d’impresa e sindacati dei lavoratori, è il direttore della Cna provinciale, Carmine Salce, a proporre qualche primo calcolo sommario: «Per quel che riguarda l’addizionale Irpef comunale, che nel 2013 incideva su un reddito di 25mila euro con una quota di 122 euro, pari allo 0,49%, ora dopo gli aumenti si passerà a 432 euro, pari all’1,73%. E ciò inciderà tanto sugli imprenditori che sulle famiglie».
I calcoli fatti in via Cetteo Ciglia dicono poi che un ulteriore salasso arriverà attraverso la Tasi, ovvero la Tassa sui servizi indivisibili, che graverà tanto sui proprietari che sugli inquilini. Ebbene, a fronte di un immobile di 100 metri quadrati adibito ad abitazione principale, dice Salce «si pagheranno adesso 345 euro, contro gli zero euro del 2013 e i soli 183 del 2012».
Per quanto attiene ai rifiuti, poi, la confederazione artigiana pescarese non si attende niente di buono neanche dalla rideterminazione delle tariffe a carico di abitazioni, negozi e laboratori: qualcosa, però – avverte la Cna – dirà pure il fatto che a pagare la prima rata del 2014 sono stati davvero in pochi, visto che le stime provenienti dallo stesso Palazzo di città parlano di introiti per appena il 20% dei contribuenti interessati. Insomma, una autentica débacle che avrebbe dovuto mettere sull’avviso gli amministratori della città. A detta della Cna, dunque, la linea scelta dai nuovi amministratori pescaresi rischia di avere una sola conseguenza: entrate effettive largamente inferiori alle attese e largamente insufficienti a far fronte alle spese. «Allora – conclude Salce – si avrà la prova provata che la sola strada praticabile è il taglio delle spese, come noi abbiamo suggerito e non un aumento delle entrate che rischia di restare solo sulla carta. Immagino che entro la fine dell’anno si dovrà prendere atto di questa necessità, in modo da cambiare le scelte già dai primi mesi del 2015».