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Pescara, la commemorazione del giudice Alessandrini

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PESCARA – É stato ricordato  ieri a Pescara uno degli uomini simbolo della magistratura, il  giudice  Emilio Alessandrini nell’anniversario della sua morte avvenuta 34 anni fa.Si era occupato di  alcune delle inchieste più importanti degli anni di piombo, la strage di piazza Fontana, il terrorismo in tutte le sue forme, l’omicidio di Roberto Calvi, i Servizi deviati,ma  ha pagato con la  vita la propria dedizione allo Stato.  Il  sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia  ieri mattina alle 10.30, ha deposto una corona ai piedi del monumento dedicato alla figura del magistrato in piazza Unione.

Presenti  anche il figlio del giudice, Marco Alessandrini, consigliere comunale Pd, Carlo Isacco, Presidente dell’Associazione Granatieri di Sardegna sezione di Pescara, Ennio Di Francesco, amico e Ispettore di Polizia con Alessandrini negli anni di Piombo, e poi il consigliere comunale Udc Andrea Salvati, Riccardo Padovano, l’onorevole Raffaele Delfino e il comandante della Polizia municipale Carlo Maggitti.

Ha detto il sindaco:

Un momento di raccoglimento, di preghiera, in modo sobrio, in linea con il carattere del magistrato, come sempre racconta l’amico Marco Alessandrini . Sono trascorsi ben 34 anni da quel maledetto 29 gennaio 1979, e ogni volta per l’intera città è un dolore che si rinnova: in tanti, compagni di scuola, colleghi di lavoro, avvocati, giudici, ricordano quel ‘ragazzo’ dal volto mite e lo sguardo deciso, serio e impegnato negli studi classici, determinato nell’attività forense, una determinazione che gli ha meritato la fiducia e il rispetto di tutti e che presto lo ha condotto a occuparsi di alcune delle inchieste più scottanti degli anni di piombo, a Milano, una città ‘calda’ sotto il profilo della sicurezza. Tra le sue mani sono arrivati i faldoni e sono partite le indagini dei drammi che hanno segnato l’Italia di fine anni ’60 e inizi anni ’70, come la strage di piazza Fontana. Il coraggio, la dedizione per il proprio lavoro e l’amore di verità lo hanno portato a continuare anche dopo che, durante un’irruzione nell’appartamento di un terrorista, venne ritrovata una ‘scheda’ con la sua foto e alcuni dettagli della sua vita, la tipica scheda che poteva essere preludio di un attentato. Ma il giudice Alessandrini proseguì le sue inchieste con la stessa tenacia. Poi l’agguato mortale, dopo aver dato l’ultimo bacio al figlio Marco, dinanzi al cancello di scuola, ultima immagine di un padre-uomo dello Stato che per lo Stato ha sacrificato la propria vita. Stamane il pensiero dell’intera amministrazione comunale e quello mio personale sono andati a Marco Alessandrini, a sua madre, alla sua famiglia, per quel dolore che inevitabilmente si rinnova ogni anno, pur nella consapevolezza di aver vissuto accanto a un grande uomo di cui serbo un ricordo personale. Al giudice Alessandrini – ha proseguito il sindaco Albore Mascia – oggi abbiamo voluto rendere omaggio depositando una corona ai piedi del monumento che la città gli ha dedicato e con lui abbiamo reso omaggio a tutti gli eroi dello Stato che per amore di giustizia hanno perso la propria vita.

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