La terza edizione prenderà il via il 12 febbraio prossimo e avrà come tema: l’Erranza. Quattro gli spettacoli in cartellone all’Auditorium Petruzzi
PESCARA – Partirà domenica 12 febbraio 2017, la terza stagione del festival “La cultura dei legami”, ideato e diretto da Edoardo Oliva, del Teatro Immediato, in collaborazione con il Museo delle Genti d’Abruzzo.
“Il Teatro Immediato è fra le realtà più intense per calendari, studio e proposta della nostra città – così l’assessore alla Cultura Giovanni Di Iacovo – Una proposta unica, perché ha sempre avuto la caratteristica di spaziare, errando attraverso diversi temi, personaggi, spettacoli, con successo. E l’erranza è anche il tema di questo terzo Festival che si conferma nella città dove il Teatro Immediato è partito e ha vissuto a lungo conquistando una fetta importante di pubblico con calendari belli e militanti, innovativi, ma anche stimolando una grande affezione nel suo pubblico che attraverso varie forme di abbonamento e sostegno lo ha seguito”.
Quattro gli spettacoli in cartellone (tutti ospitati dall’Auditorium Petruzzi di Pescara) che avranno come protagonisti alcuni tra i più grandi interpreti del palcoscenico contemporaneo: da Mario Perrotta (più volte vincitore del premio Ubu, l’Oscar del teatro italiano) a Saverio La Ruina (anche lui già premio Ubu come migliore attore nazionale). Entrambi gli spettacoli sono stati in scena nelle ultime settimane al Piccolo Teatro di Milano.
Sarà inoltre proposta l’attesa nuova produzione originale del Teatro Immediato, pietra d’angolo della ricerca teatrale abruzzese, “Gyneceo”; e riproposto “Caprò”, lo spettacolo dei record scritto da Vincenzo Mambella e interpretato da Oliva. Ogni pièce sarà seguita da un incontro con gli attori a cura di Paolo Verlengia. Chiuderà la rassegna un cineforum con due classici senza tempo: “Viaggio a Tokyo” di Ozu e “Una vita difficile” di Dino Risi. Anche i film saranno proiettati al Petruzzi,
Filo conduttore di questa terza edizione de “La cultura dei legami” è “L’Erranza: le comparse”.
“L’attenzione sarà rivolta alle “comparse”, ovvero a quelle vite anonime, piccole ma dense di pulsioni che nel quotidiano, senza gesti eroici attraversano la complessità dell’esistenza “a lato”, non guadagnando mai la ribalta ma vivendo dietro le quinte, fuori dal cono di luce, la fatica e spesso la tragedia della vita ordinaria – spiega il direttore artistico Edoardo Oliva –.
Per “Cultura dei legami”(citando il grande regista inglese Peter Brook) intendiamo invece e senza alcuna retorica, l’attitudine umana, come la forza che può compensare le frammentazioni del nostro vivere comune e che consiste nel riscoprire quelle relazioni ormai sommerse e perdute: quelle tra uomo e società, tra microcosmo e macrocosmo, tra tradizione e innovazione, tra visibile e invisibile, tra centro e periferia, tra abilità e disabilità, tra una razza e un’altra, tra culture nazionali e generazioni diverse”.
Questo il cartellone completo del festival
1) Domenica 12 febbraio, Auditorium Petruzzi, ore 18: “Masculu e fiammina” di e con Saverio La Ruina. L’idea di base è che un uomo semplice parli con la madre. Una madre che non c’è più. Lui la va a trovare al cimitero. Si racconta a lei, le confida con pacatezza di essere omosessuale, “o masculu e fìammina cum’i chiamàvisi tu”, l’esistenza intima che viveva e che vive. Non l’ha mai fatto, prima. Certamente questa mamma ha intuito, ha assorbito, ha capito tutto in silenzio. Senza mai fare domande. Con infinito, amoroso rispetto.
Arrivando solo a raccomandarsi, quando il figlio usciva la sera, con un tenero e protettivo “Statti attìantu”. Ora, per lui, scatta un tipico confessarsi del sud, al riparo dagli imbarazzi, dai timori di preoccupare. Forse con un piccolo indicibile dispiacere di non aver trovato prima, a tu per tu, l’occasione di aprirsi, di cercare appoggio, delicatezza.
E affiorano memorie e coscienze di momenti anche belli, nel figlio, a ripensare certi rapporti con uomini in grado di dare felicità, un benessere che però invariabilmente si rivelava effimero perché le cose segrete nascondono mille complicazioni, destini non facili, rotture drammatiche. In un meridione con la neve, tra le tombe, finalmente con la sensazione d’essere liberi di dire.
2) Domenica 26 febbraio, Auditorium Petruzzi, ore 18: “Milite ignoto-quindicidiciotto” di e con Mario Perrotta (tratto da “Avanti sempre” di Nicola Maranesi e da “La Grande Guerra, i Jdiari raccontano”,un progetto a cura di Pier Vittorio Buffa e Nicola Maranesi). “Milite Ignoto” racconta il primo, vero momento di unità nazionale. È, infatti, nelle trincee di sangue e fango che gli “italiani” si sono conosciuti e ritrovati vicini per la prima volta: veneti e sardi, piemontesi e siciliani, pugliesi e lombardi accomunati dalla paura e dallo spaesamento per quell’evento più grande di loro. Spaesamento acuito dalla babele di dialetti che risuonavano in quelle trincee.
Per questo nello spettacolo tutti i dialetti sono centrifugati in una lingua d’invenzione, una lingua che si fa carne viva. Una lingua nuova, un suono sconosciuto ma poggiato sulle viscere profonde del nostro paese.
3) Sabato 11 marzo (ore 21) e domenica 12 marzo (ore 18), Auditorium Petruzzi: “Gyneceo”, di Vincenzo Mambella, regia di Edoardo Oliva, con Maria Pia Di Domenico, Tiziana Di Tonno e Valeria Ferri. In anteprima nazionale, la nuova produzione del Teatro Immediato. Tre donne si rincontrano per tenere fede a una promessa fatta in passato: preparare insieme il sugo per il giorno di festa seguendo i dettami della tradizione. Ma pian piano, tra
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