PESCARA – Il Comune di Pescara ha dedicato la Festa dell’8 marzo alla scoperta delle ‘Donne con le Stellette’, raccontando la vicenda personale di ragazze che hanno scelto di indossare la divisa per professione e vocazione .Il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia è intervenuto ieri al convegno promosso dal Presidente della Commissione Pari Opportunità Daniela Arcieri Mastromattei su ‘Donne con le Stellette. Un’opportunità in più al Servizio dell’Italia’. Presenti, tra gli altri, il Presidente del Consiglio comunale Roberto De Camillis, il Generale Leonardo Prizzi, già Comandante della Regione Militare Abruzzo, il Generale Filiberto Cecchi, già Capo di Stato Maggiore dell’Esercito dal 2005 al 2007, e due donne ufficiali, il Capitano degli Alpini Katia Franz e il Capitano di Cavalleria Alessandra Longo, che hanno raccontato alla platea di studenti la propria esperienza, e soprattutto la propria scelta di vita nell’Esercito.
A spezzare i racconti sono stati gli interventi musicali dell’Orchestra Femminile del Mediterraneo diretta dal M° Antonella De Angelis. Il sindaco ha sottolineato l’importanza dell’ingresso nelle Forze Armate delle donne che hanno portato alle stesse un contributo unico e fondamentale e costituiscono una presenza di pace, di dialogo, e soprattutto di umanità.
Ha detto il sindaco:
l’appuntamento odierno si inserisce a pieno titolo nel dibattito sul ruolo di crescente importanza della donna all’interno della società, determinando alcune considerazioni sul valore inestimabile dell’apporto offerto quotidianamente alla patria. L’ingresso delle donne all’interno delle Forze Armate è il traguardo di un lungo percorso di rivendicazione sancito con la legge 380 del 1999 che ha permesso allo Stato di poter valorizzare la preziosissima risorsa femminile all’interno dell’Esercito, destinando le donne sia all’area operativa che a quella logistica. Infatti le soldatesse italiane, come i colleghi uomini, sono impiegate in tutti i teatri operativi di maggior rilevanza e, a partire dal 2001, il personale femminile dell’Esercito è destinato sia all’estero, in operazioni di sostegno alla pace, sia in Italia, nelle operazioni legate alla prevenzione di atti terroristici. Proprio la presenza femminile nell’Esercito ha permesso di realizzare vari progetti di avvicinamento a situazioni particolari, come, ad esempio, la condizione delle donne afghane, spesso vittime di abusi, con la finalità di vincere la diffidenza delle donne islamiche e di favorirne nuovi percorsi di vita, facendo, al tempo stesso, leva sull’influenza positiva che la componente femminile, se adeguatamente stimolata e compresa, può avere all’interno del proprio contesto familiare, contaminando in modo positivo l’ambiente circostante. Credo quindi di esprimere un sentimento comune quando auspico che la partecipazione femminile alla vita politica e militare aumenti sempre più e dia la possibilità all’universo femminile di ricoprire ruoli chiave nel nostro Paese. Ma la celebrazione odierna non può farci dimenticare anche un’altra tematica scottante che nei giorni scorsi è tornata drammaticamente alla ribalta con due gravissimi fatti di cronaca avvenuti in Abruzzo, ovvero il tema della violenza sessuale, episodi che ancora una volta sottolineano quanto sia importante lavorare sulla prevenzione, sull’educazione degli uomini al rispetto verso la donna, una formazione mentale che deve cominciare innanzitutto nelle scuole.
Ha ribadito il Presidente Arcieri Mastromattei:
i soldati-donna sono eroi del nostro tempo che sempre più spesso sanno caratterizzare, con la propria presenza, le nostre missioni di pace all’estero , dando un segno distintivo all’intero Esercito che, fedele al proprio giuramento, ha dispiegato le Bandiere delle proprie unità sui martoriati quartieri di Beirut, come sui territori africani della Somalia e del Mozambico, portando stabilità e pace alle genti locali. Truppe animate sempre da sentimenti di grande solidarietà, che hanno contribuito a portare ordine, sicurezza e speranza alle provate popolazioni dell’Iraq settentrionale, della Bosnia, dell’Albania, del Kosovo, così come a Timor Est e in Afghanistan. E in tutti i teatri c’erano le donne italiane: ricordo quando l’11 giugno 2011 l’Associazione femminile ‘donne musulmane’ della municipalità libanese di Qana ha incontrato, nella base di Italbatt1, una rappresentanza di soldatesse italiane in servizio alla task force ‘Sesto Bersaglieri’, aprendo un confronto costruttivo sul ruolo della donna a qualunque Stato o religione appartenga.
Subito dopo la parola è passata ai due ufficiali presenti in sala che si sono raccontate agli studenti. Prima il Capitano degli Alpini Katia Franz, effettiva al 9° Reggimento alpini con sede a L’Aquila, diplomata in Ragioniera a Cividale del Friuli e subito dopo impiegata presso una Ditta di Import-Export in cui si occupava di contabilità. Nel 2000, primo anno di arruolamento per le donne nell’Esercito Italiano, ha deciso di fare il concorso per entrare all’Accademia Militare di Modena, iniziando la sua vita militare, trascorrendo due anni a Modena dove, dopo un duro addestramento, è stata nominata Sottotenente. Nel settembre 2002 è stata trasferita a Torino, nel 2005 si è laureata in Scienze Strategiche ed è stata assegnata al 9° Reggimento Alpini con sede a L’Aquila, partendo poi per la prima missione in Afghanistan, con sede a Kabul; ma il Capitano Franz ha svolto servizio anche in Kosovo, di nuovo a Kabul, dove ha lavorato presso la Sala Operativa della Brigata Alpina Taurinense; da giugno 2011 a gennaio 2012 ha comandato la Compagnia di Supporto alla Manovra del Battaglione Alpini ‘L’Aquila’, mentre da luglio andrà presso l’Accademia Militare di Modena. Il Capitano di Cavalleria Alessandra Longo, Comandante di Squadrone presso il Reggimento ‘Lancieri di Montebello’ di Roma, ha frequentato l’Accademia militare di Modena; laureata in Scienze Strategiche, ha partecipato all’Operazione Domino, a settembre 2005; l’Operazione ‘Antica Babilonia 9’ in Iraq; l’operazione ‘Joint Enterprise’ in Kosovo e l’Operazione ‘Strade sicure’. Entrambe hanno raccontato agli studenti i periodi dell’addestramento, ma anche la passione per il Servizio alla Patria.