PESCARA – Due appuntamenti con la magia teatrale dell’improvvisazione il prossimo 17 e 18 aprile a Pescara. Il primo “ImproShow” alle ore 22 presso il Buena Vida Club Cabaret (Via dei Marrucini 51/53) mentre “Cinque” alle ore 21 nella sala Teatro dei Gesuiti (Via del Santuario, 160).
ImproShow è uno spettacolo comico, veloce, frizzante, fatto di gag e sketch nei quali il pubblico è costantemente parte attiva. Suggerimenti continui ispireranno gli attori nelle loro folli improvvisazioni, uno spettacolo tutto da ridere.
“Non so che spettacolo sarà, non conosco l’argomento e le tematiche trattate, non conosco il genere. So per certo che sarà uno spettacolo unico perché non è mai stato rappresentato prima ne lo sarà più in futuro, neanche gli attori hanno idea di come sarà perché è tutto totalmente improvvisato”.
COSA SI INTENDE PER “IMPROVVISAZIONE” – Nell’improvvisazione teatrale vengono saltati tutti i passaggi classici del teatro tradizionale: scrittura – regia – prove – rappresentazione, e l’attore diviene al tempo stesso attore/autore/regista di se stesso e del gruppo con il quale lavora. Il tutto nasce dall’input che il pubblico fornisce agli attori attraverso una frase o anche una semplice parola. Il pubblico diviene parte fondamentale dello spettacolo, non è solo un fruitore esterno ma fa parte del tutto. La quarta parete viene completamente distrutta ed il pubblico può salire in scena con gli attori decidendo drammaturgicamente in quale direzione la storia dovrà muoversi. Si passa da un concetto d’improvvisazione legato all’estro di un singolo attore con capacità di uscire e rientrare nel filo del proprio personale monologo, ad una ricerca, di gran lunga più difficile, che renda possibile la creazione “immediata” di una struttura teatrale con più persone (soprattutto sconosciute) e su diversi stili. Un lavoro che ha come lontano e illustre parente la commedia dell’arte, con la difficoltà in più di non avere né personaggi predeterminati, né canovacci, né costumi, né scenografie, ma soltanto la propria fantasia e la propria tecnica attoriale.
Per fare ciò è necessaria una grande preparazione tecnica ed un percorso formativo ed esperienziale che fonda le sue radici sull’ascolto dell’altro. Quando si è sul palco non si ha tempo di accordarsi sul cosa si vuole portare in scena poiché la storia si costruisce in tempo reale, pertanto gli attori dovranno in pochi istanti entrare in sintonia attraverso poche parole, sguardi e a volte anche ascoltando il silenzio dell’altro. A rendere possibile tale sintonia vi sono delle tecniche ben precise, che gli improvvisatori imparano e mettono in pratica con gli anni e che permettono loro di costruire la scena come se fosse stata scritta precedentemente; tali tecniche permettono la regolazione delle entrate e delle uscite dalla scena, dei cambi di punti di vista dello spettatore, l’alternanza tra dialoghi e monologhi, l’inserimento di flashback e flashforward, il fluire della narrazione drammaturgica in maniera scorrevole e pulita.
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