PESCARA – “Aca Spa ha finalmente appaltato le opere di realizzazione delle vasche di raccolta di prima pioggia sul lungofiume dei Poeti e in via Pepe; nel 2024 partirà anche la terza vasca dell’impianto B0 alla Madonnina. Tali opere strategiche metteranno al riparo la città da futuri sversamenti, ovvero dal rischio di inquinamento delle acque visto che, durante gli acquazzoni, le acque meteoriche verranno accantonate nelle vasche, dirottando sul depuratore solo i reflui civili; a fine pioggia le acque accumulate e accantonate vengono ugualmente rilanciate al depuratore che, in questo modo, non registrerà più dei sovraccarichi della rete rischiando di mandare in tilt il depuratore stesso. Discorso diverso, invece, per la disponibilità della risorsa idrica che dipenderà direttamente dall’arrivo o meno della neve sulle nostre montagne. In caso negativo, già a marzo l’Aca dovrà inviare alla Regione Abruzzo la richiesta del riconoscimento dello stato di emergenza per l’adozione di misure straordinarie tali da incrementare le quantità di acqua distribuita alla popolazione nel periodo estivo. A snocciolare i dati è stato il Presidente dell’Aca, l’ingegnere Giovanna Brandelli, intervenuta in Commissione per fornire un quadro della situazione inerente i lavori in corso a ridosso del nostro depuratore, un impianto di rilevanza fondamentale per una città che punta la propria economia principalmente sul mare”. Lo ha detto il Presidente della Commissione Ambiente Ivo Petrelli ufficializzando l’esito della seduta svoltasi alla presenza del Presidente Brandelli.
“Obiettivo del vertice è stato quello di verificare lo stato dei lavori in corso da un lato per il potenziamento del depuratore, dall’altro per il Parco depurativo, che comprenderà anche le vasche di prima pioggia – ha sottolineato il Presidente Petrelli –. Come ha puntualizzato il Presidente Aca Brandelli i lavori del Parco depurativo vanno avanti e sono state finalmente appaltate le opere per la realizzazione delle vasche di accantonamento delle acque di prima pioggia, perché il grande problema della nostra città è che non c’è una separazione tra le acque bianche e le acque nere, che corrono nelle reti in un sistema misto. Questo significa che quando si verificano fenomeni di pioggia intensa, il nostro depuratore, che accoglie sino a 3.750 litri d’acqua al secondo, raggiunta la soglia massima va in tilt, costringendo, sino a oggi, lo sversamento diretto nel fiume delle acque reflue. E allora, da un lato le opere in corso mirano ad aumentare la capacità di trattamento del depuratore, dall’altro a realizzare in città almeno tre bacini di accantonamento delle acque di prima pioggia, bacini dunque che a fronte di un fenomeno violento di pioggia, trattengono le acque in eccesso che, una volta finito il nubifragio, vengono dirottate gradualmente al depuratore per essere trattate, riuscendo a spalmare il picco di afflusso e lo sforzo di depurazione in un lasso di tempo più lungo.
Resta da definire la vasca di prima pioggia nell’impianto B0 della Madonnina, che presenta più problemi per la presenza dei sedimenti e che dovrebbe essere pronta nel 2024. L’area dovrà infatti essere svuotata e l’intervento prevede anche la realizzazione di una piazza fruibile in superficie. Ma, come ha chiarito il Presidente Brandelli, non disponiamo di un impianto regionale adeguato per trattare i sedimenti e dunque Pescara è appesa a tale criticità. Nel frattempo, però, è partito il Piano per la digitalizzazione della rete, che prevede l’installazione di segnalatori-misuratori di pressione lungo le condotte, piano finanziato con 11milioni di euro fondi del Piano Nazionale di Rinascita e Resilienza e che andrà concluso entro il 2026. Tale attività già oggi, ad esempio, sta permettendo di attenzionare il quartiere dei Colli dove si stanno registrando cali di pressione aprendo la caccia alle perdite sotterranee”. Discorso a parte, invece, per il problema della carenza idrica su Pescara, “causato anche dall’assenza di importanti fenomeni nevosi sulla Maiella, Morrone e Gran Sasso – ha aggiunto il Presidente Petrelli -. Attualmente Aca sta emungendo 2mila litri d’acqua al secondo che è la disponibilità assicurata dai nostri impianti. È evidente che il picco estivo di 3.400 litri al secondo potrebbe causare una criticità se non ci saranno fenomeni nevosi entro le prossime settimane, fenomeni utili a ricaricare le sorgenti. Prima di parlare di emergenza idrica però Aca deve aspettare il mese di marzo, e a fronte di un’eventuale urgenza Aca chiederà alla Regione di poter utilizzare i pozzi d’emergenza di Bussi. Resta per ora parcheggiato il progetto finanziato dalla Regione per l’approvvigionamento delle risorse idriche per la Costa Adriatica, relativo al potenziamento del potabilizzatore del Ruzzo a Montorio al Vomano, che però non ha tempi brevissimi di realizzazione”.