L’Elisuperficie per le emergenze di Pronto soccorso è stata cancellata dalle rotte di volo degli elicotteri dell’emergenza sanitaria
PESCARA – L’Elisuperficie del Pronto soccorso di Pescara,che da due anni lavorava a servizio ridotto avendo l’agibilità solo per mezzi aerei di portata non superiore alle 3,5 tonnellate, è stata cancellata dalle rotte di volo degli elicotteri dell’emergenza sanitaria. D’ora in poi qualunque elicottero che trasporti pazienti in emergenza dovrà obbligatoriamente atterrare in aeroporto raddoppiando i tempi di intervento e vanificando qualunque tempestività dei soccorsi.
Lo rende noto il consigliere comunale Armando Foschi, Lega, che sottolinea
“A due anni di distanza dal primo allarme Pescara ha visto sparire il servizio di Elisoccorso: risale infatti al 4 aprile 2017 la mia prima denuncia, quando ho scoperto che già dall’11 marzo 2017 l’elisuperficie di via Fonte Romana, costruita per dotare l’ospedale civile di Pescara di un servizio efficiente di elisoccorso, era diventata inutilizzabile perché, con il nuovo appalto effettuato da Asl e Regione Abruzzo, gestione D’Alfonso-Mancini, per la riaggiudicazione del servizio, lo stesso era stato assegnato alla Inaer Aviation (poi diventata Babcock) che però aveva candidato e aveva effettivamente fornito un elicottero troppo pesante rispetto alle capacità di sostegno del silos, ovvero un AW 169 Marche I-KIRA, al posto del vecchio A/109 Airclass Marche I-ETIC, andato in pensione.
Il peso massimo al decollo dell’AW 169 è infatti di 4,5 tonnellate e l’elisuperficie del nosocomio pescarese era ed è omologata solo per 3,5 tonnellate, quindi è chiaro che l’elicottero non poteva atterrare sul silos di via Fonte Romana. Tradotto, dall’11 marzo 2017, ovvero da quando l’AW 169 aveva preso servizio, i feriti gravi trasportati in elicottero non arrivavano più direttamente in ospedale ma dovevano essere portati all’aeroporto di Pescara, in via Tiburtina-San Giovanni Teatino, dove venivano caricati su un’autoambulanza per arrivare nel nosocomio, impiegando almeno 15 minuti in mezzo al traffico cittadino. Questo significa vanificare il concetto stesso di ‘velocità di soccorso’ e ci siamo chiesti, due anni fa, come fosse stato possibile, da parte della Asl, commettere un simile errore, visto che nel capitolato era scritto in modo chiaro che le aziende che si candidavano al servizio avrebbero dovuto eseguire sopralluoghi per verificare le condizioni dell’elisuperficie che comunque la Asl avrebbe dovuto mettere a disposizione nel pieno della sua agibilità. La Asl ha replicato all’epoca alla nostra denuncia affermando di aver commesso un ‘errore consapevole’, ovvero chi aveva firmato l’assegnazione dell’appalto sapeva che l’elisuperficie di via Fonte Romana non avrebbe mai potuto sostenere il peso del nuovo elicottero, ma aveva scelto comunque quel mezzo, pensando che poi, non si sa quando né perchè, si sarebbero spesi altri soldi per adeguare il silos e renderlo capace di assorbire il peso del mezzo.
Quello che è successo nel corso dei due anni successivi era fin troppo scontato: i lavori di adeguamento dell’Elisuperficie non sono mai stati fatti e tutti gli elicotteri di soccorso AW 169 hanno continuato a trasportare i feriti all’aeroporto in via Tiburtina e di lì in ospedale e solo gli elicotteri A109 avrebbero potuto continuato a volare fino all’Elisuperficie insieme a un altro elicottero dell’emergenza, il BK117. Tutto questo sino a due giorni fa quando la struttura è stata chiusa: non è infatti stata rinnovata la concessione al gestore del manufatto, lo stesso responsabile del servizio antincendio, Salvatore Mallia, e il risultato è che oggi l’Elisuperficie è inutilizzabile per qualunque tipo di elicottero, dunque anche per gli A109 e i BK117 che pure rispettano i limiti di peso. E il dramma è che la struttura è stata cancellata dalle rotte di volo del servizio d’emergenza nel silenzio più totale.
Questo significa che oggi anche un A109, a servizio delle piattaforme di estrazione poste al largo della costa, che dovesse trasportare un paziente in gravi condizioni di salute, comunque non potrebbe più atterrare su quella superficie pure attrezzata, costata alla collettività oltre 500milioni di vecchie lire, per costruire le barriere di recinzione, le condotte di smaltimento acque reflue, persino la rampa di collegamento diretto al Pronto soccorso. A questo punto – ha aggiunto Foschi – ci chiediamo chi, come e quando intenda risolvere un pasticcio amministrativo che potrebbe però costare caro. Chi non ha firmato il rinnovo della convenzione al gestore o non si è preoccupato, eventualmente, di effettuare una gara d’appalto per individuare un nuovo gestore del servizio prima della scadenza dei vecchi contratti? Chi e perché ha voluto scrivere la parola ‘fine’ al servizio di Elisoccorso su Pescara? Ovviamente non lo permettiamo e per questo riteniamo che una delle priorità sia far sedere attorno a un tavolo regionale Comune di Pescara e Asl per chiarire chi sia, oggi, il proprietario dell’Elisuperficie e quindi il responsabile dei lavori urgenti di manutenzione straordinaria, del suo adeguamento e anche della gestione del servizio antincendio”.