PESCARA – Il capogruppo di Forza Italia al Comune di Pescara Marcello Antonelli rende noto l’esito della Commissione Sanità convocata ieri per esaminare la situazione delle liste d’attesa per interventi non d’emergenza all’Ospedale civile di Pescara, liste pari a una media di uno o due anni.
Presente alla seduta odierna il Direttore Sanitario Valterio Fortunato.
“Abbiamo richiesto la Commissione – ha ricordato il Capogruppo Antonelli – raccogliendo le segnalazioni di decine di cittadini i quali si sono scontrati con una situazione paradossale, ovvero oggi prenotare un intervento chirurgico considerato non urgente in quanto l’eventuale patologia, per quanto fastidiosa, non crea una condizione di pericolo di vita per il paziente stesso, significa attendere 6 mesi nei casi migliori, ma la media si attesta su un anno o, peggio, due anni. Un’attesa che, fatto un rapido giro tra i reparti che implicano attività chirurgica, in realtà riguarda tutte le malattie, ad eccezione di quelle tumorali che, almeno quelle, sembrerebbero viaggiare su una corsia diversa.
Dall’ospedale era già stato anticipato, per vie informali, che buona parte dell’attesa era causata dall’assenza di anestesisti, figura professionale fondamentale in sala operatoria, assenza che quindi impedisce di convocare le sessioni chirurgiche, e anche per questo possiamo ringraziare la politica regionale di sinistra che continua a fare concorsi per assumere amministrativi nella sanità anziché per assumere personale sanitario medico o infermieristico e reintegrare i posti vacanti.
A tutto questo si aggiungerà finalmente, dopo anni di colpevole ritardo della giunta D’Alfonso, e di nostre battaglie, la conquista della qualifica di DEA di secondo livello per il nostro nosocomio, che significherà una specializzazione della nostra chirurgia verso l’alta professionalità che quindi richiederà un’ulteriore incremento di risorse e personale. Purtroppo i chiarimenti forniti dal Direttore Fortunato hanno semplicemente confermato i nostri timori e preoccupazioni: le liste d’attesa per la chirurgia non urgente sono lunghe per carenza di anestesisti. Solo 40 in servizio, dopo i pensionamenti del 2017 e del 2018.
La Regione Abruzzo solo a fine 2017 ha autorizzato 4 nuove assunzioni per compensare i pensionamenti di inizio anno, e poi ha autorizzato nel 2018 altre 8 nuove assunzioni.
Come previsto dalla legge, la Asl di Pescara ha avviato prima un bando di mobilità da altre strutture per i 4 del 2017, al bando hanno però risposto solo due medici specialisti, uno ha preso servizio ed è stato mandato all’ospedale di Popoli, dove c’era una carenza ancor più grave di Pescara; la seconda ha accettato la mobilità, ma si trova in gravidanza. Gli altri due posti sono rimasti deserti, quindi non ci sono rianimatori disponibili a essere assunti di ruolo.
A questo punto la Asl sta aspettando settembre, quando a Chieti usciranno i nuovi medici specializzati in anestesia e rianimazione, almeno 6 unità, per bandire il concorso pubblico per 10 posti vacanti, sperando poi che i medici partecipino. Questo però significa che almeno per altri cinque o sei mesi le sale operatorie viaggeranno in continuo affanno. È vero che per i mesi di luglio e agosto la Asl ha predisposto delle sedute operatorie aggiuntive rispetto alla normale programmazione, prevedendo le risorse finanziarie necessarie, ma è pur vero che ai medici vanno garantiti turni di riposo e ferie.
Affermazioni che – ha proseguito il Capogruppo Antonelli – hanno ulteriormente aumentato le nostre preoccupazioni perché è evidente che non c’è una soluzione immediata alla problematica e la responsabilità di tale condizione di disservizio va imputata alla Regione: i piani assunzionali hanno infatti una programmazione pluriennale, quindi la Regione conosceva le necessità del nosocomio di Pescara. Chiaramente se la Regione autorizza la sostituzione dei pensionamenti del 2017 solo a fine anno, sapeva che avrebbe lasciato in condizioni di difficoltà il ‘Santo Spirito’ per diversi mesi. La Regione non può non pianificare e autorizzare preventivamente le sostituzioni del personale che va in pensione.
E oggi abbiamo il paradosso che per lo stesso intervento, se ci si rivolge alla sanità pubblica si aspettano due anni, mentre se l’utente si rivolge alla sanità privata aspetta solo due giorni: questa corrisponde a una precisa scelta politica di una Regione che ha implementato le risorse per la sanità privata mettendo in piedi un’attività suicida nella gestione della sanità pubblica. E questo ben conoscendo l’aumentata mole di lavoro del nosocomio pescarese, con l’ortopedia che lavora 12 ore al giorno almeno in sala operatoria e la neurochirurgia che ha raddoppiato le proprie attività per le patologie complesse tumorali. A fronte di tali situazioni, diventa sconcertante assistere all’indifferenza della maggioranza Pd in Consiglio regionale che, anziché tutelare i territori, pensa a far fare affari ai privati nella costruzione di nuovi ospedali”.
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