L’indagine della Squadra Mobile di Pescara è partita da un controllo effettuato nel mese di agosto scorso che aveva consentito di scoprire che la straniera, locataria di un appartamento a Pescara in Via Tibullo, ospitava in subaffitto due donne ed un transessuale sudamericani, dietro la corresponsione “in nero” di 350 euro a settimana da ciascuno dei predetti.
Accertamenti condotti nell’immediatezza, anche tramite l’escussione di alcuni testimoni, avevano fatto emergere che l’abitazione veniva da tempo utilizzata come una vera e propria casa d’appuntamenti da tutti i suoi occupanti; ipotesi confermata, peraltro, dal rinvenimento di profilattici, vibromassaggiatori e creme erotiche.
Sulla base degli elementi prospettati all’autorità giudiziaria, il G.I.P. del locale Tribunale, ritenendo sussistenti gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati di cui agli articoli 3 comma 2 n. 8 e 4 comma 1 n. 7 della legge 75/1958 (favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione), ha disposto nei confronti della D. L. R. N., già gravata da un precedente penale specifico, la misura cautelare del divieto di dimora nella provincia di Pescara, nonché il sequestro preventivo dell’immobile.
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