PESCARA – Il Movimento 5 Stelle critica il Piano Sociale Regionale e lo definisce un piano senza fondi. Un trabocchetto per tutti i comuni abruzzesi che dovranno fare i conti con i propri cittadini quando, a conti fatti, dovranno spiegare come mai tutte le promesse fatte non sono state mantenute.
“Sono 124 pagine di fantasie che non hanno alcun fondamento di realizzazione” commenta il Consigliere regionale Domenico Pettinari “E’ l’ennesima presa in giro del Governo D’Alfonso che presenta un documento con il quale si intende programmare l’intero sistema delle prestazioni sociali per il prossimo triennio 2016 – 2018 senza garantire i fondi per realizzare gli interventi pianificati”.
Nel piano, presentato con la fedelissima Marinella Sclocco, Assessore alle politiche sociali, si chiede ai Comuni, di aderire al piano, mettendo in atto le azioni previste, essendo proprio i comuni che dovranno poi di fatto garantire ed erogare le prestazioni sul territorio, senza però conoscere la quantità dei fondi che la Regione intende mettere a disposizione degli stessi per coprire tali servizi.
“Come può un Comune programmare il numero e la qualità delle prestazioni se non sa su quale somma può contare per farvi fronte? “ si interroga Pettinari “Avranno 1 milione, 10 milioni, 100 milioni? Nel Piano” incalza il 5 stelle “si può infilare tutto e il contrario di tutto, tanto poi non sarà la Regione a preoccuparsi di indicare le coperture con le quali intende garantirli.
Quando invece si parla di compartecipazione da parte dell’utenza, ovvero della cifra con cui i cittadini dovranno integrare l’assistenza socio sanitaria garantita dalla Regione, allora si è precisi” sostiene Pettinari “Infatti il Presidente D’Alfonso non solo , con la Deliberazione di Giunta regionale 3 maggio 2016, n. 285, ha dettato le linee generali per l’applicazione della compartecipazione da parte dell’utenza in base al nuovo ISEE” spiega Pettinari “ma andando oltre le proprie competenze, ha imposto a tutti i Comuni di introdurre la compartecipazione ed è arrivato persino a stabilire le fasce reddituali di compartecipazione con relative percentuali, in violazioni delle più elementari norme di regolazione della Pubblica Amministrazione. Per la serie comandi tu, ma decido io”.
“In parole semplici quando la Regione deve prendere fa i conti al centesimo, quando deve dare si limita a pagine e pagine di progetti senza indicare come, di fatto, i comuni che dovranno realizzarle potranno farlo.
“Sulla compartecipazione” spiega Pettinari “I Comuni godrebbero di autonomia, ovvero, sono loro a decidere in ultima istanza se introdurre la compartecipazione per le prestazioni sociali a carico dei propri cittadini e con quali fasce. Ma se si leggono le fasce di compartecipazione stilate dal D’Alfonso, si capisce il perché si è dato tanta premura nell’imporle ai Comuni: un bagno di sangue per i cittadini più disagiati economicamente e socialmente.
“Coloro che necessitano di prestazioni sociali, come l’assistenza, il centro diurno o il trasporto, per un proprio familiare disabile” precisa Pettinari “sono chiamati a contribuire per il 20% sulle spese sostenute dal Comune per i servizi, mentre se si superano appena i 14.401 euro la percentuale di contribuzione arriva al 40%. “
Facciamo un esempio se si considera che il Comune spende mediamente sulle mille euro al mese per una famiglia, la famiglia dovrà contribuire, nel caso del 20%, versando 200 euro mensili al Comune, 400 euro mensili se si considera il 40%. Ora abbiamo capito il perché Luciano D’Alfonso non ha indicato gli stanziamenti nel Piano a copertura dei servizi, intende infatti garantirli con i soldi delle famiglie abruzzesi”.
“I dubbi sul Piano aumentano” continua Pettinari “se poi si analizzano le nuove strutture che il Presidente D’Alfonso e l’Assessore Sclocco intendo creare nei prossimi anni.
Dalla Conferenza dei Sindaci dei nuovi Ambiti distrettuali, alla Conferenza Zonale dei Sindaci, all’Ufficio di Piano, all’Ufficio di Zona sociale, alla Conferenza locale integrata socio – sanitaria (CLISS), dal Gruppo di Piano, alla Conferenza permanente sulle professioni sociali e socio-educative; tutti enti formati da politici, amministratori e professionisti, dai quali non si capisce come si intendono costituirli e con quali costi. Non vorremmo” afferma il consigliere 5 stelle “ che alla fine il Fondo Sociale Regionale (FSR) passasse ad essere utilizzato, dalla copertura dei Servizi Essenziali Assistenziali nel sociale, alla copertura dei Servizi Essenziali Esistenziali delle strutture politiche – amministrative, a discapito delle famiglie abruzzesi”.
“Ma le contraddizioni non si fermano qui” afferma sempre più convinto Pettinari “infatti se superiamo le belle parole nelle prime 100 pagine del Piano e si arriva ad analizzare le tabelle con le quali si indicano, o meglio non si indicano, le modalità di erogazione dei fondi ai Comuni e, quindi, alle Strutture che rogano le prestazioni. Ci accorgiamo che mentre nella prima parte del Piano si indica come prioritario incentivare pratiche presso quindi i Comuni per scoraggiare il ricovero di giovani disagiati in strutture, nalla parte inerente all’erogazione dei fondi per questi servizi si prevede che vengano dati alle strutture in base al numero dei ragazzi ricoverati. Ora la domanda che sorge spontanea è ma qual è quella struttura che adotterà misure per disincentivare i ricovero dei ragazzi se proprio in base al numero di ricoveri riceverà i fondi?”
Ma il picco dell’assurdità lo ritroviamo al paragrafo in cui si analizza la problematica delle procedure definitive di autorizzazione e accreditamento delle strutture che erogano le prestazioni sociali, essendo sino ad oggi in Abruzzo in vigore un accreditamento provvisorio, poiché la Legge Regionale 4 gennaio 2005, n. 2 è sostanzialmente rimasta inapplicata e i decreti attuativi non sono stati mai emanati.
“Ci fa piacere” ironizza Pettinari “che il Presidente D’Alfonso e l’Assessore Sclocco nel Piano abbiamo preso coscienza della criticità delle assegnazioni provvisorie, anche se hanno impiegato due anni, ma non capiamo il perchè invece di portare alla completa applicazione la L.R. n. 2/2005, che risolverebbe il problema, il Presidente D’Alfonso e l’Assessore Sclocco, prospettano come soluzione un nuovo accreditamento provvisorio per i prossimi due anni, le cui regole vengono stabilite direttamente dal D’Alfonso in Giunta senza tener conto, come sua prassi, dell’organo deputato a stabilire tali regole generali, ovvero, il Consiglio Regionale. Quindi, ancora una volta, sarà lui a decidere i criteri autonomamente a cui tutte le strutture che erogano prestazioni sociali dovranno adeguarsi”.
“Il M5S ha già predisposto una serie di emendamenti con i quali andare a sanare dette storture e tentare di rimediare un Piano fallimentare e pieno solo di tante belle parole” comunica Pettinari “Primo fra tutti come impegnare la Regione ha stanziare per il prossimo triennio 2016 – 2018, 150 milioni a copertura del sistema sociale regionale; portare alla piena attuazione la Legge Regionale n. 2/2005, con l’applicazione dell’accreditamento definitivo, quindi di regole chiare che portino efficienza e qualità nel sistema sociale regionale; rivedere i criteri di erogazione dei fondi alle strutture premiando la qualità e il numero di utenza da garantire per ogni Comune abruzzese; la previsione che le varie strutture politiche amministrative che si andranno a creare non dovranno comportare costi a carico del sistema sociale regionale, ma devono essere costituite con strumenti e professioni già in carico presso i Comuni o la Regione”.
L'Opinionista © 2008 - 2024 - Abruzzonews supplemento a L'Opinionista Giornale Online
reg. tribunale Pescara n.08/2008 - iscrizione al ROC n°17982 - P.iva 01873660680
Informazione Abruzzo: chi siamo, contatta la Redazione, pubblicità, archivio notizie, privacy e policy cookie
SOCIAL: Facebook - Twitter