Primi a chiudere e ultimi a poter ripartire. Inoltre l’estate, da sempre periodo dedito ai festival, e allo spettacolo, sarà compromessa
PESCARA – Alcuni artisti delegati della Federazione spontanea E.CU.A. (Enti Culturali Autonomi) oggi, mercoledì 10 giugno alle ore 11.00, si sono ritrovati di fronte al Teatro Michetti per incontrare i giornalisti con una “Manifesta Azione” di protesta. Seduti, come attori immobili e come spettatori in attesa, di fronte al simbolo dello stato attuale della cultura abruzzese, il Teatro Michetti di Pescara che rappresenta appieno lo stato attuale della cultura e dell’arte della Regione: un Teatro dal glorioso passato ma oggi, tristemente vuoto e pieno di macerie.
Per far fronte all’emergenza dettata dal lockdown che vede tutti i comparti dei lavoratori legati allo spettacolo e ai centri di produzione, la sua manifestazione più prepotente, si è costituita, lo scorso 28 Aprile una federazione spontanea “E.CU.A.” che con i suoi 130 iscritti, raccoglie una vasta rappresentanza degli artisti e degli operatori culturali e dello spettacolo abruzzese.
“Abbiamo cercato per più di un mese – dichiarano i rappresentanti di E.CU.A. – un dialogo con le Istituzioni, ma non abbiamo ottenuto l’ascolto sperato. I tempi stringono e ora c’è in ballo letteralmente la sopravvivenza di quelle attività legate all’arte e allo spettacolo che molto hanno dato al territorio e che altrimenti, se non sostenute, si troveranno tra qualche settimana, impossibilitate nel continuare ad operare, visto il così lungo periodo di pressoché totale inattività. Siamo stati i primi a chiudere e saremo, chissà tra quanti mesi, gli ultimi a poter ripartire. Inoltre l’estate, da sempre periodo dedito ai festival, alle rassegne e alle offerte d’arte e di spettacolo, per via dei rigidi protocolli di sicurezza, sarà fortemente compromessa e nel 90% dei casi le iniziative culturali e di intrattenimento o verranno annullate o saranno così ristrette, da risultare iniziative meramente simboliche.
“Desideriamo precisare che alle Istituzioni -hanno proseguito- sin dalla nascita della nostra federazione, non abbiamo chiesto nulla di più che, vista la gravità dell’emergenza, di convergere i fondi già stanziati dai loro bilanci in favore delle iniziative culturali per il 2020, con una redistribuzione in forma di sostegno. Purtroppo ad oggi, gli Enti territoriali non hanno riservato l’attenzione che da più di un mese stiamo reclamando e con il “Cura Abruzzo 2” dopo un primo annuncio di tre milioni di euro da riservare al comparto, ci siamo ritrovati uno stanziamento ridotto ad un milione che avrà come criteri di assegnazione una priorità riservata agli enti riconosciuti dal FUS (Fondo Unico dello Spettacolo) ossia quelle istituzioni culturali già finanziate e sostenute dal ministero. Va da sé che nella graduatoria che sarà stilata, moltissime realtà culturali non saranno incluse e chi vi riuscirà a rientrare, avrà un sussidio che ci pare più giusto definire: obolo.
“Stessa cosa per il Comune di Pescara, ad oggi non abbiamo ricevuto nessun tipo di effettiva rassicurazione rispetto alla salvaguardia di quei luoghi che da anni ospitano e producono sul territorio, esperienze di promozione artistica e culturale che crediamo essere meritevoli di quel diritto/dovere teso alla salvaguardia di quelle strutture stesse. Come recita il nostro motto #nessunchiuda, sarebbe auspicabile – hanno concluso i promotori – che alla fine di questa tragica emergenza, tutte le strutture culturali, possano arrivare a conservare il proprio prezioso ruolo nella tanto attesa ripartenza e che nessuna di esse sia lasciata per strada e dimenticata da chi amministra quella stessa comunità che le nostre strutture, tanto hanno contribuito a formare e accompagnare”.