PESCARA -In una nota l’Assessore al Patrimonio Culturale,Paola Marchegiani, in merito al logo dannunziano ,afferma:
“Come opposizione contestammo nel 2010 l’annunzio trionfalistico e l’uso personalizzato a fini di propaganda del nuovo logo della Città “ Pescara Città Dannunziana “.Si è trattato a tutti gli effetti di un “ NO LOGO “ senza alcun riferimento al famoso saggio di Naomi Klein che ha portato disconoscimento, divisione e non identità alla Città di Pescara.
Tra l’altro, senza stare a sottilizzare, l’aggettivo “ Dannunziano” si sarebbe dovuto scrivere con la d minuscola ma soprattutto opinabile è l’aggettivo (fra i vari letterati a dubitare che Pescara potesse definirsi città dannunziana quanto ad atmosfere attuali, vi fu, ad esempio, Giorgio Manganelli nella Favola pitagorica), meglio sarebbe stato il complemento di specificazione, “Pescara Città di d’Annunzio”, espressione di un dato certo.In sintesi quel logo è il frutto di una mal riuscita operazione di propaganda, una sovrapposizione di identità posticcia, mascherata dall’omaggio al Vate.Diversamente Marco Alessandrini con sobrietà restituisce alla città semplicemente il suo stemma di sempre con i suoi colori di sempre, le sue figure, il suo motto d’arme”.
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