Annunciato dall’assessore Diodati come sgombero volontario da parte della comunità senegalese,era iniziato sabato scorso
PESCARA – Il Capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri e i consiglieri comunali Fi Vincenzo D’Incecco, Marcello Antonelli e Fabrizio Rapposelli in comunicato sottolineano il dietro-front della giunta Alessandrini sullo sgombero del mercatino abusivo degli extracomunitari che “rappresenta l’ennesimo flop di un sindaco inadeguato e completamente succube dei partiti. Avevamo pensato a uno scatto d’orgoglio quando ha firmato l’ordinanza per la rimozione delle bancarelle, ma, come preannunciato, anche quel documento è diventato carta straccia, cancellato da Rifondazione comunista e da Sel che hanno fatto prevalere la loro linea sul ripristino della legalità. Non comprendiamo, invece, come e perché la Regione Abruzzo dovrebbe intervenire addirittura per sostenere economicamente l’eventuale sistemazione di una nuova area da destinare al mercato, una Regione matrigna con i commercianti regolari vessati con ogni genere di imposta e tasse, e pronta invece a investire su ambulanti privi persino della licenza e molti dei quali sorpresi a vendere merce contraffatta. Ovviamente controlleremo ogni centesimo di spesa del Governatore D’Alfonso, visto che un tale investimento non rientra tra le previsioni di bilancio e soprattutto non rientra tra i compiti della Regione”.
“Nei giorni scorsi era stata finalmente sacramentata una certezza – hanno commentato il Capogruppo Sospiri e i consiglieri Rapposelli, Antonelli e D’Incecco -, ovvero quel mercatino degli extracomunitari non può restare sotto la massicciata della ferrovia, anzi non sarebbe mai dovuto essere spostato in quella posizione. Innanzitutto per ragioni di sicurezza, visto che il mercatino è posizionato esattamente sotto il binario 1. Poi per una questione di legalità: non ci sono autorizzazioni, non ci sono contratti, la maggior parte degli ambulanti presenti non ha neanche la licenza per vendere, non emette fatturazione, non paga le tasse. A più riprese, poi, è stata segnalata la presenza di merce contraffatta su quelle bancarelle posticce e improvvisate, imponendo blitz congiunti della Polizia municipale e della Guardia di Finanza, con relativi sequestri. Per non parlare dell’assenza delle più elementari norme di sicurezza, con i fili elettrici volanti che, attaccati a non si sa bene a quale contatore, passano da una bancarella all’altra, senza alcuna protezione contro i fenomeni atmosferici. E tutto questo senza dimenticare che comunque quella distesa di stand e merce, posizionata su lenzuola rimediate, non è affatto uno spettacolo dignitoso per la città che si definisce europea. Con la passata amministrazione di centro-destra, abbiamo più volte aperto il discorso per concretizzare la rimozione di quel mercato abusivo, dunque un provvedimento teso a ripristinare il rispetto della legge e delle regole, che devono essere valide per tutti, italiani e stranieri. Ma ogni volta ci siamo scontrati con le accuse di razzismo da parte di molti consiglieri comunali di centro-sinistra, e con la ferma contrarietà di alcune sigle sindacali cittadine. Un’opposizione rimasta sempre rigida, anche quando avevamo proposto una delocalizzazione di una parte del mercato, proponendo l’utilizzo del terreno, sempre di proprietà delle ferrovie, situato a breve distanza, in via De Gasperi, di fronte a Caporale, un terreno peraltro recintato e dove, però, avrebbero potuto trovare collocazione esclusivamente gli ambulanti ‘legali’, ovvero quelli dotati di regolare licenza, ovvero, fatti i conti, circa 20-25 al massimo. Poi, nei giorni scorsi, è arrivata l’ordinanza di rimozione di tutto il mercato del sindaco Alessandrini che però, dopo quattro giorni di caos totale, ha visto la sua ordinanza letteralmente demolita, ridotta a carta straccia dai suoi partiti di maggioranza, che, in teoria, dovrebbero appoggiare la sua azione di governo. È stata sufficiente una riunione convocata dal Presidente D’Alfonso che ha completamente soppiantato e scalzato il sindaco Alessandrini, assumendone, evidentemente, i poteri decisionali, ed è stato annullato il blitz per la rimozione delle bancarelle abusive; Alessandrini diceva che l’ordinanza di sgombero non si poteva sospendere, e il presidente D’Alfonso invece, smentendolo in maniera clamorosa, l’ha fermata, annullando ogni decisione assunta dal primo cittadino, approfittando della sua assenza per le vacanze. Di fatto Alessandrini da oggi è ufficialmente ‘commissariato’ nell’amministrazione di Pescara, segno tangibile della sua incapacità politico-amministrativa nel guidare la città, costretto a una silenziosa, quando remissiva marcia indietro. Dunque il mercatino degli extracomunitari, dopo il ‘tanto rumore per nulla’, resta sulle aree di risulta a tempo indeterminato. Inefficace anche l’impegno teoricamente assunto dal Governatore D’Alfonso secondo cui ‘la Regione Abruzzo (come si legge nella delibera di indirizzo della giunta comunale) ha manifestato la propria disponibilità a verificare la possibilità di sostenere economicamente la sistemazione della nuova area, se e quando verrà individuata, in cui dovrebbe essere delocalizzato il mercatino’, approfondendo anche soluzioni per una sua promozione culturale e commerciale. Un impegno privo di sostanza, visto che non comprendiamo perché la Regione, che tartassa i commercianti regolari con tasse e imposte di ogni tipo, dovrebbe ora spendere soldi per realizzare un nuovo mercatino etnico a vantaggio di operatori che non pagano le tasse, non fatturano, e spesso vendono merce contraffatta. Tale impegno non rientra, evidentemente, tra gli impegni della Regione, che non finanzia mercatini etnici cittadini, né è mai stata prevista una tale spesa, che dunque non sarà mai sostenuta. Dunque parliamo di un impegno di facciata per una spesa che, semmai verrà affrontata, ricadrà esclusivamente sulle spalle dei pescaresi”.